martedì 24 marzo 2015

Secondo workshop "Che genere di comunicazione" Progetto GEA sabato 28

Sabato 28 marzo 2015 dalle ore 9.00 alle ore 18.00 a Villa La Rinchiostra, Massa, si terrà il secondo workshop previsto dal progetto GEA Genere e Antiviolenza
' Che genere di comunicazione.
Abbattere e riconoscere gli stereotipi sessisti nella comunicazione/informazione'
a cura della Dott.ssa Francesca Rivieri
Gli argomenti trattati partono dal concetto di comunicazione, dalla sua creazione e articolazione fino al modo in cui essa viene enunciata. Questo ci porterà ad indagare sul modo in cui un messaggio apparatentemente inncocuo possa nascondere dei livelli di interpretazione multipli e complessi da riconoscere e imparare a leggere. Il workshop si pone l'obiettivo di fornire gli strumenti per imparare a comprendere la comunicazione mediatica e saperla analizzare in un'ottica di genere sia nella parte testuale che visiva.
La seconda parte della giornata sarà invece dedicata all'informazione e a come questa veicoli molto spesso stereotipi di genere prestando il fianco ad una informazione distorta e sessista. Ci soffermeremo sull'importanza dell'uso del linguaggio corretto, dell'uso della declinazione femminile per tutta una serie di parole che ancora oggi vengono pronunciate al maschile. Per quanto riguarda questo argomento ci soffermeremo sulle indcazioni fornite dall'Accademia della Crusca che finalmente ha formalmente validato la possibilità di usare il femminile anche per parole quali "Ministra" o "Ingegnera". Approfondiremo, sperando nella presenza di un nutrito gruppo di giornalisti/e in aula, l'utilizzo della giuda "Donne grammatica e media" voluta dalla Rete GIULIA - rete nazionale delle giornaliste unite libere autonome - realizzata grazie al prezioso contributo dell'Accademia della Crusca e di Cecilia Robustelli. La guida è stata pensata per le giornaliste e i giornalisti proprio perché i nostri giornali imparino ad utilizzare un linguaggio rispettoso delle donne, dei loro ruoli e della loro partecipazione sociale.
Il Workshop si articola in una parte teorica a cui si affiancheranno alcune esercitazioni pratiche sia nella mattinata che nel pomeriggio. 

mercoledì 18 marzo 2015

Primo workshop “Donne punto e basta. Violenza di genere e stereotipi razziali, il servizio di mediazione culturale – linguistica” -corso di formazione di secondo livello G.e.A. - Genere e Antiviolenza

Il Workshop è aperto al pubblico e permetterà ai partecipanti di definire una serie di aspetti che attengono alla comunicazione in un contesto interculturale.
Il seminario alternerà momenti di riflessione, giochi di ruolo e di lavoro in gruppo per questo richiede una frequenza per tutto l’orario previsto e toccherà i seguenti temi: la definizione delle parole : cultura, stereotipo, discriminazione e razzismo; il ruolo della mediazione e il quadro normativo italiano ed europeo; quadro statistico della presenza immigrata nel territorio di Massa Carrara, i principali ambiti di applicazione della mediazione linguistica culturale: scuola, sanità e ambito giuridico penitenziario; le modalità per definire e organizzare un servizio di mediazione linguistico – culturale.
I temi trattati permetteranno di rispondere ad alcune domande: in un mondo globalizzato ha ancora senso parlare di identità culturale? Quale rapporto tra cultura e rispetto dei diritti umani: principi che contrastano o convivono? Oggi ha senso parlare di autenticità in un mondo che si contamina? Discriminazione positiva è lecita è possibile? Il mediatore o la mediazione come dimensione collettiva e competenza diffusa?
Certe che il seminario raccoglierà interesse e quesiti e che insieme troveremo le soluzioni!
In altre parole nulla di ciò che è,
nella misura in cui appare,
esiste al singolare: tutto ciò che è,
è fatto per essere percepito da qualcuno.
Non l’Uomo, ma gli uomini abitano questo pianeta.
La pluralità è la legge della terra.
Hannah Arendt 


martedì 17 marzo 2015

Workshop Progetto GEA-Genere e Antiviolenza



L'Associazione A.R.PA. è lieta di invitare tutta la cittadinanza agli Workshop organizzati all'interno del corso di formazione di secondo livello G.e.A. - Genere e Antiviolenza.
Il corso prevedeva sei lezioni tematiche che si sono svolte dal 31 gennaio al 14 marzo 2015 e hanno visto impegnato un nutrito gruppo di operatrici del Centro Antiviolenza D.U.N.A. oltre alle assistenti sociali, le forze dell'ordine le mediatrici culturali e diverse avvocate.

A questo punto il progetto prevede quattro workshop tematici che si terranno presso la Villa La Rinchiostra a Massa con i seguenti orari: mattina 9 - 13 pomeriggio 14 - 18 e le seguenti tematiche:

21 marzo 2015  Donne punto e basta. 
Violenza di genere e stereotipi razziali, il servizio di mediazione linguistica e culturale del Centro Antiviolenza D.U.N.A. Dott.ssa Sara Vatteroni

28 marzo 2015  Che genere di comunicazione. 
Abbattere e riconoscere gli stereotipi sessisti nella comunicazione/informazione Dott.ssa Francesca Rivieri

11 aprile 2015  Che genere di genere. 
Diritti LGBT per una vera cultura di genere antidiscriminatoria Dott.ssa Elena Cucurnia

18 aprile 2015 Una salute di genere. 
Donne e benessere psicofisico, nuove metodologie per migliorarsi , conoscersi ed imparare a rispettarsi e volersi bene Dott.ssa Paola Dolfi

Gli workshop sono gratuiti e aperti a tutta la cittadinanza.
Sono uno spazio di crescita e confronto sui temi della violenza di genere vista nelle sue diverse sfaccettature, proprio quelle meno evidenti ma ugualmente importanti.

Il progetto G.e.A. è stato realizzato in collaborazione con l'Associazione Casa di Betania ONLUS e l'Associazione Mafalda.

Per informazioni è possibile contattare Associazione A.R.PA. all'indirizzo e.mail geantiviolenza@gmail.com




Contatti per la stampa:
Francesca Rivieri -
Responsabile comunicazione Centro Antiviolenza D.U.N.A.

mercoledì 11 marzo 2015

Una questione maschile o maschilista? Lo diciamo sul n.1 2015 della rivista femminista MAREA

Il numero 1 2015 della rivista femminista MAREA diretto da Monica Lanfranco contiene anche il nostro articolo 'Una questione maschile o maschilista?'

SOMMARIO MAREA 1 2015

PAG 2 L’EDITORIALE
Pag 3 FARO [news dal mondo]

Violenza contro le donne e militarismo, a Vicenza di Monica Lanfranco

Charlie Hebdo e la ‘cultura dell’offesa’ di Maryam Namazie

Pag 8 ORCA [braccio di ferro]

Cedere potere, o prestare attenzione? di Monica Lanfranco

Gender as a spectrum di Francesca Sensini
Il potere di creare il mondo in cui vogliamo vivere di Laura Cima
Il potere di chi guarda di Elisabetta Borzini
Scelte necessarie di Agnese Prandi
Una questione maschile o maschilista? a cura del Centro D.U.N.A.

Il mio migliore amico di Rossana Piredda
Parlare di violenza con gli uomini di Erica Ardenti

Pag 40 Flusso [satira e sarcasmo]

W la menopausa di Lorella Marini

Pag 44 Delfino [uomini rari si raccontano]

L’importanza degli uomini di Luca Dellepiane

La scuola per la prevenzione della violenza maschile di Beppe Pavan

Pag 50 Medusa [corpi che contano]

Ho visto di Micaela Montesarchio Migliore
Diario e riflessioni su Le parole ritrovate di Beatrice Monroy

Pag 61 CONCHIGLIE [libri e cinema] Sullo scaffale

Editoriale

Cosa succede se gli uomini iniziano a entrare nel discorso femminista, e si comincia a ragionare sulla loro inclusione dentro ai percorsi di cambiamento nelle relazioni tra i generi, nel privato come nello spazio pubblico?

Perché il discorso della giovane Emma Watson, testimonial della campagna Onu HeforShe ha lasciato indifferente se non ostile parte del movimento delle donne, invece che essere considerato una vittoria, dopo l’emersione della brutta campagna social delle ragazze against feminism?

Si è detto spesso che senza la voce degli uomini contro la violenza di genere, in ogni forma e declinazione, non ci sarà fine al fenomeno del femminicidio e che, in generale, senza una presa di posizione collettiva e individuale del mondo maschile contro la cultura patriarcale la violenza derivante dagli stereotipi sessisti resterà saldamente presente nel mondo.

Eppure non è né semplice né immediata l’inclusione degli uomini nel percorso di cambiamento: fino a che siamo noi a parlare, manifestare, dire del sangue e dell’ingiustizia la voce è solo la nostra.

Quando lui prova a parlare, ecco che può capitare che ci prenda la paura, giustificata dalla storia fin qui, che la nostra voce possa essere zittita.

Può capitare di avere paura di perdere quel poco di autorevolezza e di potere così a fatica raggiunta. Si può cambiare il mondo senza prendere il potere, e senza cedere quello che si è costruito?

martedì 10 marzo 2015

Tarant'otto Marzo e dintorni!

Il Centro Antiviolenza D.U.N.A. presente alla giornata Tarant'otto Marzo organizzata a Carrara dallo SPI CGIL, ringrazia dell'invito e tutte le persone presenti! 
Una giornata di musica, ma anche di riflessioni profonde su quanto le donne oggi come ieri debbano ancora lottare per i propri diritti.
Riportiamo una delle nostre frasi pronunciate in occasione di questa giornata e che è il nostro pensiero quotidiano:


Quello che desideriamo è che ogni donna possa condurre una vita 
libera, indipendente e dignitosa




 



L' associazione Arpa e l'impegno delle sue operatrici del centro antiviolenza D.U.N.A. ‪#‎lottoperledonne‬


Il Tirreno 8 Marzo 2015

MASSA. «Forse un'operatrice ha il ruolo di traduttore».«Traduttore ma anche collante».«Sì, ma gli altri cosa devono fare?». Domande, risposte, opinioni emerse durante il corso di formazione sulla violenza di genere organizzato da Arpa, in collaborazione con Casa Betania onlus e l'associazione Mafalda (con il patrocinio di Regione e Comune) che ha preso vita ieri mattina nella scuola di Romagnano. A confrontarsi, a capire, a crescere insieme, le operatrici del centro antiviolenza Duna, i servizi sociali, la questura, la polizia giudiziaria e gli assistenti sociali. Ossia tutte le figure che operano nel campo della violenza di genere. Il corso era proprio incentrato sul “come fare rete” e, forse, cadendo a ridosso dell'8 marzo, aveva anche l’ obiettivo di rendere questa festa meno mondana e più sacra. 
Per ricordare che è nata, sì, in nome delle conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, ma anche per non nascondere le discriminazioni e le violenze di cui sono ancora oggetto in molte parti del mondo. E anche qui, a Massa, magari proprio nella porta accanto. Solo nel 2015, in appena quindi due mesi, hanno chiesto aiuto al centro antiviolenza massese 13 donne, 69 le chiamate. Donne manipolate psicologicamente dal marito o compagno con una serie infinita di «dove vai vestita così?»,«non ti vuole nessuno»,«non servi a niente»: offese, manovre, abusi di potere che sono riusciti nell'intento di farle sentire colpevoli e inadeguate. Fino al momento in cui hanno deciso di dire basta. Ci sono poi donne massacrate di botte dal compagno. Uno strattone, uno schiaffo, un pugno e ancora e ancora. Spesso davanti ai figli che probabilmente cresceranno pensando che l'amore sia questo: violenza e caos. C'è poi chi è stata vittima di violenza sessuale, economica, o di stalking. Oppure di tutto insieme. 
Quindi, in quella mura, donne e uomini si sono confrontati per capire come agire in questo territorio, ancora culturalmente molto indietro. «Lo noto anche durante i processi – racconta Laura Del Mancino, 37 anni, avvocata e presidente di Arpa -. La violenza di genere viene classificata ancora come conflittualità coniugale e questo porta le donne a non denunciare». Le vere protagoniste quindi di questo percorso verso le libertà delle donne sono loro: le operatrici del centro. Chiamiamole attiviste o angeli delle donne. Sono volontarie, spinte dalla sola voglia di giustizia che, giorno per giorno, ora per ora, ascoltano e ascoltano, danno consigli, aiutano a cercare lavoro, in un percorso di fuoriuscita dalla violenza. 
«Lo faccio di pancia – dice Francesca Rivieri, 35 anni, responsabile comunicazione di Duna – Non potevo più sopportare il maschilismo dilagante e sentivo di dover fare qualcosa». Reperibili 24 ore su 24, si buttano giù dal letto in caso di emergenza o passano le domeniche in questura per aiutare a redigere un verbale, perché solo loro sanno rapportarsi a una donna vittima di violenza. «Ci vuole estrema competenza, bisogna sapere come approcciarsi – spiega Elisa Forfori, 34 anni, responsabile legale del centro - perché se sbagliamo il primo approccio è probabile che la donna scappi e non si faccia più aiutare». Sono 29 attualmente quelle del centro Duna, tra avvocatesse, psicoterapeute, fisioterapiste e via dicendo. «Siamo tutte operatrici – spiega Ilaria Tarabella, antropologa di 37 anni, responsabile del centro –. Poi, nel caso le donna faccia richiesta di una figura professionale specifica, noi ci siamo. Io perché ne faccio parte? – aggiunge –. Una volta che conosci certi meccanismi non riesci a tirartene fuori».
«Sì, anch'io ho aperto all'improvviso gli occhi – racconta Annachiara Sarnelli, 30 anni – ho messo gli occhiali di genere». Contemporaneamente all'attività di “aiuto” le operatrici portano avanti anche un'intensa attività di “prevenzione”: cercano di educare, cambiare la cultura, far capire quanto tutti (donne e uomini) parliamo, agiamo, consumiamo da maschilisti senza saperlo. «Spot, trasmissioni televisive e linguaggio – spiega Francesca – sono le manifestazioni più evidenti della cultura maschilista. Dovremmo ad esempio iniziare a usare le parole al femminile, come ministra o sindaca. Ma tutto parte da piccoli. Basti guardare i giochi: in Italia c'è ancora la suddivisione dei giocattoli celesti per i bimbi e i “giocattolini” rosa per le bimbe. Si cresce credendo già di essere il sesso debole». Il percorso di coscienza parte dalle scuole. Le operatrici hanno incontrato studenti del territorio e continueranno a farlo per cercare di smontare tutti quegli stereotipi che portano a una qualsiasi forma di violenza sulle donne.
Melania Carnevali

venerdì 6 marzo 2015

L'OTTO SEMPRE! Il nostro impegno quotidiano


In occasione della giornata internazionale della donna 2015 vogliamo ricordare il nostro impegno di lotta quotidiana per e con le donne.
A.R.PA. ha attivato dal gennaio 2014 il Centro Antiviolenza D.U.N.A.-Donne Unite Nell'Antiviolenza ed abbiamo ad oggi 78 donne in carico a cui prestiamo in forma del tutto gratuita i servizi di:

Accoglienza
Ascolto telefonico
Colloqui su appuntamento
Sostegno nel percorso di fuoriuscita dalla violenza
Gruppi di auto-mutuo aiuto
Gruppi CAM (Conoscersi Attraverso il Movimento)- Metodo Feldenkrais
Assistenza legale
Consulenza legale: civile, penale, minorile
Mediazione linguistica e culturale
Sportello antistalking

Il Centro Antiviolenza D.U.N.A. si trova a Massa in Via Del Patriota n.15 ed è aperto
lunedì, mercoledì e venerdì dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 18:00
martedì dalle 10:00 alle 12:00
giovedì dalle 15.00 alle 18.00
Siamo reperibili 24 ore su 24 ore 7 giorni su 7 comprese le festività al numero 
377 699 4263

Siamo 29 operatrici volontarie, esperte e specializzate:

4 Avvocate civiliste e penaliste
3 Psicologhe e psicoterapeute
3 Counselor
2 Pedagogiste/educatrici
1 Antropologa di genere ed esperta di valutazione degli apprendimenti e delle competenze
1 Esperta in comunicazione
9 Operatrici esperte ascolto e accoglienza
1 Fisioterapista
4 Mediatrici linguistiche e culturali
1 Supervisora

Costantemente ci impegniamo in iniziative ed attività culturali di prevenzione alla violenza ed effettuiamo formazione ed aggiornamenti continui sul tema del contrasto della violenza di genere.




COSA SONO I CENTRI ANTIVIOLENZA?
I centri antiviolenza sono luoghi in cui si accolgono le donne che hanno subito violenza. Alla base del lavoro dei Centri c’è una profonda conoscenza delle cause della violenza e delle conseguenze che ha sulle vittime. La violenza alle donne deve essere considerata e analizzata tenendo conto del contesto storico, sociale e politico delle relazioni di genere. LA VIOLENZA COINVOLGE TUTTE LE DONNE
QUANDO SONO NATI? PERCHÉ?
I Centri Antiviolenza costituiscono la risposta più coordinata e organizzata al fenomeno della violenza contro le donne in Italia, delle quali ne rappresentano diritti e interessi.Si tratta di realtà relativamente recenti: i primi centri antiviolenza in Italia infatti risalgono agli inizi degli anni ‘90 nei paesi anglosassoni, negli anni ‘80 nel nord Europa. Fino ad allora, le donne vittime di maltrattamenti non avevano luoghi dove rivolgersi per essere ospitate o semplicemente ascoltate e sostenute nei propri diritti. Non c’erano campagne di informazione, tantomeno servizi sui giornali o in televisione; il divorzio era ancora una rarità, oltretutto molto stigmatizzante per le donne che pertanto restavano intrappolate in relazioni violente, senza via di fuga. La loro origine si collega al movimento di liberazione delle donne degli anni Settanta, sviluppatosi a livello internazionale, e all’intensa attività politica che lo caratterizzava. Le radici del movimento erano stati i gruppi di autocoscienza, nei quali le donne condividevano storie di vita ed esperienze e costruivano l’analisi storico-politica della dominazione maschile e della subordinazione femminile. Nei gruppi di autocoscienza femminista, il fenomeno della violenza in famiglia da parte del partner emergeva in maniera preponderante ma non bastava: da qui l’idea di istituire case rifugio dove le donne vittime potessero nascondersi e proteggersi per ricominciare una vita libera dalla violenza. Una rivoluzione che sfidava il potere assoluto, secolare e immutabile che gli uomini esercitavano nella famiglia, pilastro e nucleo della società. Le mogli che decidevano di allontanarsi da casa, senza preavviso, per andare a vivere con gruppi di donne in case protette, gestite da sole donne, in realtà attaccavano la struttura della politica sessuale patriarcale. La celerità con cui le donne attivavano Centri Antiviolenza e Case Rifugio in tutto il mondo è difficile da comprendere al tempo d’oggi in cui l’azione politica è molto indebolita. Dalla nascita della prime Case delle donne in Italia nel 1989, in meno di un decennio, in Italia, nacquero 70 centri antiviolenza che organizzarono per la prima volta a Ravenna nel 1988 un convegno nazionale dei Centri antiviolenza dalla quale emerse una piattaforma di pratiche politiche condivise. In tutti questi anni i Centri italiani hanno dibattuto su come creare servizi indipendenti e attenti a rispondere ai bisogni di donne e bambini/e, vittime della violenza maschile, ma soprattutto su come obbligare le istituzioni a mettere al centro della loro agenda politica azioni contro la violenza.

(D.i.Re)






mercoledì 4 marzo 2015

ARPA in Senato al Convegno A vent'anni da Pechino: a che punto siamo con la parità di genere? 3 marzo 2015


Delegazione ARPA in SENATO
"Al convegno organizzato al Senato per celebrare i vent’anni dalla Dichiarazione di Pechino per i diritti delle donne e fare così il punto sulle sfide in tema di discriminazioni. “Più occupazione femminile equivarrebbe al 15% in più del Pil”, dice la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli, promotrice dell’evento, che aggiunge: “Sulla parità retributiva e l’accesso al mercato del lavoro la strada è ancora in salita”. “Questo governo ha perso colpi, ha indietreggiato. Non serve un osservatorio per la parità, ma – attacca quindi Mara Carfagna, ex minitro delle Pari oppotunità nel governo Berlusconi – ci vorrebbe un ministro. A breve ci sarà una sessione importante dell’Onu sulla questione femminile e noi – sottolinea – manderemo un consigliere che non potrà sedersi ai tavoli”. Accuse a cui replica il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi: “Non abbiamo un ministro è vero, ma c’è un governo delle pari opportunità“. Parole che vengono accolte con un brusio dalla platea. E la Boschi prosegue: “Ci sono stati provvedimenti puntuali in merito, non trasformiamo il dibattito in una disputa politica, a me interessa quello che possiamo fare insieme alle opposizioni”.  E poi lancia un invito a Forza Italia: “Aiutaci a far approvare la Riforma costituzionale e l’Italicum che prevedono norme anti-discriminatorie, le doppie preferenze, la parità nelle istituzioni votate in Parlamento tra tante difficoltà”

Fonte: Il Fatto Quotidiano 

 


 


 


martedì 3 marzo 2015

TARANT'OTTO MARZO 2015 Piazza delle Erbe a Carrara

Il Centro Antiviolenza D.U.N.A. parteciperà  L'OTTO Marzo 2015 all'evento TARANT'OTTO MARZO organizzato dal Coordinamento Donne CGIL e  SPI CGIL  Massa Carrara


Vi aspettiamo

dalle ore 16.00 alle ore 20.00 in Piazza delle Erbe a Carrara (MS)



Evento FB: Tarant'otto Marzo

lunedì 2 marzo 2015

L'OTTO DONNA. Due giorni insieme per le donne. I Centri Antiviolenza D.U.N.A. di Massa Carrara e Prospettiva Donna di Olbia



A vent'anni da Pechino: a che punto siamo con la parità di genere? Se ne parla domani al Senato


Domani ARPA partecipa al Convegno A vent'anni da Pechino: a che punto siamo con la parità di genere?che si terrà a Roma alle ore 10,30 presso la Sala Zuccari, Palazzo Giustiniani, in Via della Dogana Vecchia, 29. 


Indirizzo di saluto
Pietro GRASSO Presidente del Senato della Repubblica


Introduce
Valeria FEDELI Vice Presidente del Senato della Repubblica


Ne parlano
Mara Carfagna, Deputata, gi à Ministra delle Pari Opportunità
Elke Ferner, Sottosegretaria di Stato parlamentare presso il Ministero federale tedesco della famiglia, degli anziani, della donna e della gioventù
Zita Gurmai, Componente del Parlamento Europeo e Presidente delle donne del PES
Antonella Mansi, Vice Presidente per l'Organizzazione Confindustria
Gianni Pittella, Presidente del Gruppo S&D in Parlamento Europeo  

Intervento finale
Maria Elena BoschiMinistra delle Riforme Costituzionali e Relazioni con il Parlamento