mercoledì 27 agosto 2014

VIVA! 2° Edizione - 25 Agosto 2014


Ringraziamo di cuore Alessio Biagi che anche per questo anno ci ha regalato un'emozionante serata in memoria di Cristina e di tutte le donne vittime di violenza.
Abbiamo dedicato per l'occasione questo breve racconto di Ilaria Tarabella


La malattia immaginata
Sono un uomo.
Sono un uomo?
Non so!
Quello che so è che sono malato, malato di una malattia lunga e degenerativa, credo!
Se ho visto un dottore?
No!
Ma sono certo del mio stato, ne parlano tutti i giornali ed i TG, almeno una volta al giorno...è un'epidemia in corso da anni.
Sono in un letto di ospedale.
NO! Non per la malattia da cui sono afflitto,...almeno...non direttamente per quella.
E' che ho cercato, a causa della mia malattia, di togliermi la vita, ma non ci sono riuscito, non del tutto, almeno!
Sì, ora ricordo...ricordo che ho sparato, ricordo che ho accoltellato, ricordo che si trattava della mia famiglia, delle mie figlie e di mia moglie.
Moglie! Quella ormai appena la conoscevo, erano anni che non la consideravo, o meglio, di botte gliene davo, ma parlarle poco....giusto per dirle che era una cretina e che le "SUE" figlie erano esattamente come lei.
Poi si sa, le donne alla fine son tutte uguali e per farle rigare dritte han bisogno di bastonate!
Certo che chi se lo sarebbe mai aspettato che un giorno...mi ricordo che era sabato, all'ora di cena e che la cena però sul tavolo non c'era!
Allora io ho gridato, ho sbraitato "Ma che diavolo! Scema, dov'è da mangiare?" ed è stato allora che son rimasto di stucco, dopo 25 anni di matrimonio, si è permessa per la prima volta di rispondermi a tono e non per dirmi una cosa qualsiasi, ma per annunciare che se ne voleva andare, per sempre!
Che mi voleva lasciare e che non ce la faceva più a subire tutto quello che le facevo subire.
Capirete bene che non potevo certo rimanere fermo e vederla uscire dalla porta come se nulla fosse.
E poi, ciliegina sulla torta, ha detto che portava con sè anche le due bambine!
Certo, non che me ne potessi occupare io, da solo, ma insomma, non si fa così.
Allora ho fatto quello che andava fatto e del resto non è neanche colpa mia, mi ci ha spinto, la cretina!
E poi, non è neanche colpa sua, non del tutto almeno, perchè...vi ricordate?...son malato!
Son malato di RAPTUS ed il vaccino ancora non esiste!

"Folle di gelosia"?
"Omicidio passionale"?
"Raptus"?

Agosto 2014 siamo a circa 50 femminicidi dall'inizio dell'anno e numerose stragi familiari.
Uomini che uccidono mogli, figli e figlie.
I giornali parlano di "raptus", dai titoli si individua spesso la colpa nella moglie, responsabile di aver aperto una crisi familiare.
Il messaggio che passa è gravissimo! Sottintendere l'idea che una moglie non dovrebbe mettere fine ad una relazione, non dovrebbe mettere in crisi la famiglia, significa dunque che non dovrebbe indurre i mariti ad uccidere?
La violenza domestica è in costante aumento e le donne uccise dai propri partner o ex sono in media 120 all'anno ed il 90% di questi non ha nessuna malattia riscontrata.
La violenza in famiglia ed il femminicidio si possono combattere solo cambiando questa cultura patriarcale e sessista.
La prevenzione diventa essenziale, soprattutto, per le generazioni più giovani, andando nelle scuole ed il rafforzamento dei centri e degli sportelli antiviolenza come il nostro, dovrebbe essere conseguenza naturale della situazione in cui versa il nostro paese.
E' per questo che noi siamo sempre in prima linea e che con il nostro Sportello D.U.N.A., cerchiamo di rendere libere le donne del nostro territorio.