Una bellissima serata di raccolta fondi quella che si è tenuta sabato scorso, in compagnia di tante belle persone che sostengono con passione il nostro lavoro. Sentire vicinanza, calore e affetto è davvero appagante!
Perchè il 1 Febbraio...
1° febbraio 1945: le donne ottengono il diritto di votoL’Italia, all’epoca, era ancora una Monarchia e, sebbene i primi fermenti e richieste di maggior partecipazione del sesso femminile all’interno delle dinamiche territoriali, fosse già largamente avvertita alla fine della Prima guerra mondiale, nessun provvedimento era, fino agli anni ’40, riuscito a portare avanti il fatidico progetto desiderato.Dichiarava Benito Mussolini in un’intervista del 1922:“C’è chi dice che intendo limitare il diritto di voto.No!Ogni cittadino manterrà il suo diritto di voto per il parlamento di Roma […]Consentitemi anche di ammettere che non credo estendere il diritto di voto alle donne. Sarebbe inutile.Il mio sangue si oppone a tutti i tipi di femminismo quando si tratta di donne che partecipano alle questioni statali.Certo, una donna non dovrebbe essere una schiava, ma se le do il diritto di voto, sarei ridicolo.Nel nostro stato, non dovrebbe essere considerata”.La svolta, dunque, arrivò soltanto con il sopracitato Decreto Bonomi che, però, non dava alle donne la possibilità di essere elette, bensì soltanto il diritto al voto.Il decreto luogotenenziale del 1° febbraio 1945, facendo arrivare le schede elettorali in quelle stesse case in cui le donne non erano considerate “cittadine”, ha però aperto una strada importante non solo per le dirette interessate.Il voto nei Comuni segnò infatti l’avvio di un particolare cursus honorum delle donne nelle istituzioni: nelle amministrazioni infatti venivano sempre affidate loro le deleghe ai servizi sociali e all’istruzione.Alcune amministratrici del 1945 furono poi elette come costituenti e lasciarono il segno negli articoli dedicati alla dignità, alla famiglia, all’istruzione, al lavoro e all’«assistenza».
