venerdì 20 dicembre 2013

Uno spettacolo teatrale per regalo! Buone Feste a Tutte e tutti.



Augurandovi buone feste A.R.PA. vi invita allo spettacolo COSA MIA di Blanca Teatro che si terrà sabato 21 dicembre 2013 alle ore 21.00 presso la Filanda di Forno, Massa.

Lo spettacolo di Virginia Martini, con Antonio Branchi, collaborazione tecnica e artistica Matteo Procuranti, è prodotto da Occupazioni Farsesche e Blanca Teatro.
Il tema: la violenza degli uomini sulle donne.
Violenza sessuale,violenza domestica, violenza psicologica, violenza verbale. Violenza.
In scena un uomo. Solo. Si interroga, attraverso le voci di molteplici personaggi, sulle origini e sulle cause di un rapporto sbagliato fin dal principio, fino da Adamo ed Eva.In aiuto William Shakespeare. Otello e Desdemona.Uno spettacolo sulla possibilità e sulla necessità di reagire, di opporsi, di modificare la realtà esistente. Uno sguardo spigoloso su un tema difficile ma con la volontà precisa di opporsi a quell'atteggiamento sensazionalistico che affolla i programmi televisivi. Comprendere le ragioni della violenza di genere per innescare quel cambiamento culturale che metta al bando disparità,pregiudizi e ignoranza che tra le mura domestiche, sul posto di lavoro, a scuola, per strada, rende le donne vittime sacrificali di una cultura maschilista, patriarcale e bigotta di cui ritroviamo gli effetti più tragici su i titoli dei giornali
Per la costruzione della drammaturgia, oltre a Shakespeare, sono stati di fondamentale aiuto i testi di Joanna Bourke , Michela Murgia,Riccardo Iacona, Nadia Fusini, Serena Dandini, Concita De Gregorio, La27°Ora

Spettacolo ad ingresso gratuito, grazie al contributo della Regione
Toscana per il progetto di Associazione A.R.PA. : Corso sulla violenza
di genere M.E.L.A. (Misure Efficaci Laboratorio Antiviolenza).

mercoledì 20 novembre 2013

SCIOPERO DELLE DONNE 25 Novembre 2013

Il 25 novembre per la “Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne” 


ARPA aderisce all'iniziativa "Lo Sciopero delle Donne" per fermare la cultura della violenza!








"...Chiediamo di poter vivere in una società che vuole realmente cambiare la Cultura che alimenta questa mentalità maschilista, patriarcale, trasversale, acclarata e spesso occulta, che noi riteniamo totalmente responsabile della mancanza di rispetto per le donne, e che non fa nulla per fermare questo inutile e doloroso femminicidio italiano.Chiediamo che la parola femminicidio non venga più sottovalutata, svilita, criticata. Perché racconta di un fenomeno che ancora in troppi negano, o che sia qualcosa che non li riguarda. O addirittura che molte delle donne uccise o violate, in fondo in fondo, qualche sbaglio lo avevano fatto. Quanta disumanità nel non voler vedere il nostro immenso lavoro, quello pagato e quello non pagato, il lavoro di cura e riproduttivo, il genio, la creatività, il ruolo multiforme delle donne.Chiediamo di fermarci. A tutte: madri, sorelle, figlie, nonne, zie, compagne, amanti, mogli, operaie, commesse, maestre, infermiere, badanti, dirigenti, fornaie, dottoresse, farmaciste, studentesse, professoresse, ministre, contadine, sindacaliste, impiegate, scrittrici, attrici, giornaliste, registe, precarie, artiste, atlete, disoccupate, politiche, funzionarie, fisioterapiste, babysitter, veline, parlamentari, prostitute, autiste, cameriere, avvocate, segretarie.Fermiamoci per 24 ore da tutto quello che normalmente facciamo. Proclamiamo uno sciopero generale delle donne che blocchi questo maledetto paese. Perché sia chiaro che senza di noi, noi donne, non si va da nessuna parte. Senza il rispetto per la nostra autodeterminazione e il nostro corpo non c’è società che tenga. Perché la rabbia e il dolore, lo sconforto e l’indignazione, la denuncia e la consapevolezza, hanno bisogno di un gesto forte.Scioperiamo per noi e per tutte le donne che ogni giorno rischiano la loro vita. Per le donne che verranno, per gli uomini che staranno loro accanto."






Clikka Qui per vedere città per città tutti gli eventi organizzati in occasione dello sciopero delle donne, tra cui il nostro a Massa!

25 Novembre, ARPA prosegue il cammino di genere nelle scuole!

A.R.PA. in collaborazione con Soroptimist International Club di Apuania sta portando avanti nelle scuole superiori un percorso per capire e contrastare la violenza di genere.
Il primo incontro si è tenuto il 16 Novembre presso l'Istituto Alberghiero "G.Minuto" di Massa e proseguirà il 25 presso L'Istituto "E. Barsanti" in occasione della Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza sulle Donne e dello Sciopero delle donne, a cui abbiamo aderito come Arpa e che vede in questa iniziativa il nostro contributo per fermare la cultura della violenza di genere. È,  infatti,  proprio partendo dalle scuole, agendo sulle giovani generazioni, che possiamo cercare di cambiare questa cultura efficacemente .


Un percorso che sarà esteso anche ad altre scuole e che ha visto un pieno coinvolgimento delle/ei ragazze/i che con la loro energia e voglia di esprimersi hanno dato conferma di quanto ci sia bisogno di questo genere di interventi.

Dibattere, sperimentare un laboratorio di idee sulla violenza di genere, affrontare problemi dal punto di vista della legge, della società e della cultura dominante, il tutto con un attento sguardo alle opinioni delle/ei giovani.










martedì 12 novembre 2013

Multitasking: la nuova schiavitù delle donne (da Un Altro Genere di Comunicazione)

Multitasking: la nuova schiavitù delle donne

Oggi non esiste quotidiano online che non abbia il suo bel ghetto rosa. Nei ghetti rosa si parla di “cose da donne”, tipo la famiglia, i figli, i femminicidi. Sono le donne che curano la famiglia, sono le donne che fanno i figli, sono le donne che vengono ammazzate.
Cose da donne, appunto, che trovano spazio in sezioni separate, quelle che gli uomini non leggono, quelle che non riguardano gli uomini, quelle in cui si parla di violenza contro le donne, cosa vuoi che c’entrino gli uomini?
Nei ghetti rosa c’è una netta separazione tra maschile e femminile, non si mischia niente, i ruoli sono quelli dati e non si mettono in discussione, al massimo si cercano strategie per stare più comod* in questo status quo. Ad esempio, il fatto che siano le donne a doversi occupare di casa e figli è un dato insindacabile, ma dal momento che siamo donne emancipate e progressiste lavoriamo pure fuori di casa, disoccupazione e precariato permettendo, e dobbiamo quindi trovare un modo per riuscire a fare splendidamente bene tutte e due le cose.
Conciliazione. E’ questa la parolina magica.
La conciliazione è un diritto, scrivono in questo post della 27esima ora, spazio “rosa” del corriere.it, nato proprio per aiutare quelle donne che devono riuscire a fare tutto, quelle a cui la giornata intera non basta, che hanno bisogno di qualche ora in più, perché è faticoso essere mamme, mogli, cuoche, cameriere, badanti, lavoratrici.
Ma le donne possono continuare ad essere tutto ciò, l’importante è che imparino a conciliare.
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Come? Una soluzione potrebbe essere quella di smettere di dormire, non in senso figurato, ma letterale. E’ sempre la 27esima ora a proporci questa, sembrerebbe poco salutare, soluzione, attraverso l’esempio di una donna che è arrivata ai piani alti privandosi del sonno e di una vita. Giovanna di Rosa, consigliera del consiglio superiore della Magistratura, parla di se stessa e del ruolo che è riuscita a raggiungere in questi termini:
“È  il trucco di noi donne che abbiamo a cuore la professione, dormiamo pochissimo. Registriamo fisiologici rallentamenti di carriera per seguire i figli e le notti ci servono per recuperare”
Aggiunge poi che le donne riescono comunque ad essere più brave degli uomini sul posto di lavoro nonostante i “doveri” di cura; a questo punto la giornalista si sente autorizzata a intervenire con questa perla:
“O forse dovremmo dire che sono più brave grazie a quegli oneri che loro sottotraccia, aiutate dall’istinto, riescono a trasformare da vincolo in risorsa.”
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effetti collaterali della privazione del sonno in nome del multitasking
Non solo non si mette in discussione il fatto che a prendersi cura di casa, famiglia, figli ecc. debba essere la donna, ma addirittura si ha il coraggio di far passare questo come un vantaggio per le stesse donne, una loro forza.
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Non è un dovere, non è una mazzata che ricade solo sulle spalle femminili, è una risorsa! Cambiare i pannolini, svegliarsi la notte per cullare il bebè, assistere l’anziano genitore/suocer*, lucidare le stoviglie, stirare, cucinare, andare a fare la spesa, si chiamano risorse, noi donne abbiamo l’istinto che trasforma questi compiti gravosi in risorse. Teniamocela stretta questa risorsa, che il marito non ci sottragga il piatto da lavare, che il figlio maschio non apparecchi la tavola, che il fidanzato non si stiri la camicia da solo, perché come sanno fare queste cose le donne non le sa fare nessun uomo, noi c’abbiamo l’istinto per queste cose.
Trasformano le nostre catene in risorsa e il gioco è fatto. Non solo le cose non cambieranno, ma verranno così delegittimate tutte quelle voci che vorrebbero che le cose cambiassero, insensate verranno definite le battaglie delle donne: avete la famiglia e avete il lavoro, di cosa vi lamentate?
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Conciliare è la soluzione, conciliare non è difficile per le donne. Ce lo insegnano le ricerche dei non meglio identificati studiosi di varia provenienza geografica. Sono inglesi quelli di Repubblica.it e lo hanno provato che le donne sono più multitasking degli uomini, sono israeliani quelli della 27esima ora, ma sostengono la stessa cosa, le donne hanno una innata capacità di fare contemporaneamente più cose. L’uomo avrebbe delle parti del cervello un po’ addormentate e questo intorpidimento di aree cerebrali li renderebbe incapace di dedicarsi contemporaneamente a più compiti. Noi donne invece rimaniamo incastrate in questa favoletta del multitasking, legittimata da studi neurosessisti, scrupolosamente riportati nei ghetti rosa delle varie testate giornalistiche e alimentata dal concetto di “naturalità” – le donne sono nate per questi compiti – fino ad arrivare a parlare in termini positivi di un “tempo delle donne”, intrinsecamente diverso da quello degli uomini.
Il “tempo delle donne” è anche il titolo di un progetto, che coinvolge la 27esimaora, IoDonna e ValoreD. Al centro naturalmente c’è il concetto di conciliazione, intorno al quale donne di destra, di “sinistra”, del pd, del pdl, giornaliste, ecc. si riuniscono tutte e fanno proposte, tra cui quella dello smart working, o telelavoro.
Il telelavoro andrebbe favorito con una legge, dicono, perché il telelavoro si adatta alla perfezione al “tempo delle donne”. Per lavorare le donne non dovranno più mettere piede fuori di casa, grazie alle loro innate capacità multitasking potranno lavorare al telefono e nel frattempo girare il sugo, non dovranno più lasciare il loro regno, perché se c’è un “tempo delle donne” ci sarà anche uno “spazio delle donne” e questo spazio è la casa. Chiameranno “spazio delle donne” quella che è in realtà una prigione, manterranno lo status quo e delegittimeranno i dissensi, sminuiranno le lotte.
Ad un uomo il telelavoro non serve, i suoi neuroni non saprebbero comunque coinciliare famiglia e carriera, no? E poi, comunque, è l’ambito del successo lavorativo quello che le donne vogliono esaltare del proprio marito/figlio/compagno, non certo vederlo alle prese con i pannolini e il detersivo.
Allora, donne, avete la famiglia e il telelavoro e il marito che può fare carriera, ma di cosa vi lamentate?

mercoledì 30 ottobre 2013

#nessunoselacerca

Di DonneViola
Ricapitolando.
Questa la conversazione di ieri sera in merito al lancio da parte di Linea Gialla
di un servizio su uno stupro
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Questo il lancio del servizio che abbiamo criticato subito attraverso twitter e qui:
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Posto che non sappiamo come sia stato affrontata la questione in studio in quanto non abbiamo potuto vedere la trasmissione e ci rifaremo se la troveremo in streaming , riteniamo che un lancio così sia veramente deleterio.
Gli amici l’hanno violentata ma lei se l’è cercata?
Già nel titolo c’è la colpevolizzazione della vittima di stupro.
E’ da anni che continuiamo a ripetere che bisogna cambiare il linguaggio.
Nessuna persona cerca la violenza, nessuna donna cerca uno stupro,
Darlo già come opzione in un titolo è pericoloso.
Per questo chiediamo a Salvo Sottile di rettificare in trasmissione questo lancio di servizio, prendendo e facendo prendere coscienza ai telespattori sull’importanza dell’uso delle parole.
Vi terremo aggiornati.
Intanto potete chiedere a @la7tv di prendere le distanze dal titolo del servizio con #nessunoselacerca

giovedì 10 ottobre 2013

Noi del coordinamento difesa 194 della Regione Toscana NON CI STIAMO!

COMUNICATO COORDINAMENTO DIFESA 194  
DURO COLPO DELLA REGIONE TOSCANA ALLA LEGGE 194. INCIDENTE DI PERCORSO O ARRETRAMENTO CULTURALE? 
LA REGIONE DIA UN SEGNO CHE QUESTA E’ SEMPRE LA TERRA DEI DIRITTI!  
E’ ormai evidente che anche la Regione Toscana non è più quell’isola felice che si racconta. 
Oggi è stata bocciata in Consiglio Regionale una mozione a tutela dell’efficace applicazione della legge 194/78 sull’interruzione volontaria di gravidanza. La bocciatura è ancor più grave in quanto la mozione è frutto di un lavoro comune tra le consigliere e le associazioni delle donne.  
 Ricordiamo che la legge 194/78 è una legge dello Stato, una conquista delle donne per vedere tutelati autodeterminazione e diritto alla salute della donna stessa. La legge oltretutto chiama le Regioni a vigilarne l’applicazione. Già ora sappiamo che sono aumentati gli aborti clandestini e gli aborti all’estero. 
Ci chiediamo a questo punto cosa intenda fare la Regione Toscana.  
Ancora non vogliamo credere  che l’istituzione regionale non sia intenzionata a difendere il diritto delle donne all’autodeterminazione ed alla salute, vogliamo ancora pensare che sia stato un incidente di percorso. 
Chiediamo quindi un immediato segnale:  che il Presidente della Commissione Sanità Remaschi e l’assessore Marroni istituiscano in tempi rapidissimi il tavolo regionale concordato il 25 giugno con le associazioni e il coordinamento in difesa della 194. 
E che il Presidente Rossi dimostri con i fatti e non con le parole se questa è ancora la terra dei diritti.
 Il coordinamento difesa 194
Composto da:
Circoli PRC Zona Mugello, Lista civica Libero Mugello , Ass. Libere Tutte Firenze, Giardino dei Ciliegi, Lemusiquorum, Intersexioni, Laboratorio per la Laicità, Medicina democratica-Firenze Partito della Rifondazione Comunista, Verdi, Sinistra Ecologia e Libertà, per UnAltraCittà - Lista di cittadidanza Firenze, PSI - Borgo San Lorenzo, Coordinamento donne Camera Lavoro CGIL Firenze, AIED sezione Pisa, Giovani Comunisti Firenze, Se Non Ora Quando? - Firenze, Associazione Artemisia, Giovani Comunisti Toscana, Libertà e Giustizia - Nazionale, Comitato donne 13 febbraio Pisa, Comitato SNOQ Livorno, Ass. A.R.PA. di Massa, Comitato ARCI Firenze, Rete donne SEL, Gruppo donne “Le voltapagina”, Se Non Ora Quando? - Catania, ALBA, M5S Mugello, Coordinamento “Violenza di Genere e Sessismo. Come Intervenire”,CUB Sanità, Filo Rosso,USB Federazione Firenze,Comitato Donne del 13 febbraio di Siena, AISDO (Associazione Italiana per il Sostegno e lo Studio  del Disagio della Donna), Associazione Nosotras Onlus

mercoledì 9 ottobre 2013

ARPA aderisce all'appello Decreto Femminicidio: "NON IN MIO NOME"

Decreto femminicidio: “Non in mio nome”

8 ott

Il dopo Paestum 2013 da cui vorremmo ripartire

Paestum non è stata uguale per tutte. L’indizione originaria, mirata in primo luogo a costruire un dialogo costruttivo tra femminismi diversi, situati in parole e pratiche diverse, ha fatto emergere lo iato che intercorre tra una presa di parola politica più spostata su ciò che accade fuori di noi e una presa di parola tesa a consolidare la pratica di relazione tra donne. Se è vero che il conflitto finale per alcune è stato un “colpo di spugna”, per molte altre è stato un far emergere la contraddizione, probabilmente troppo assopita nelle plenarie, con qualche punta di conflitto più esplicito nei tavoli.
Al di là del conflitto vorremmo continuare la discussione e vorremmo anche rilanciare il nostro desiderio, il nostro bisogno, di non far cadere nel nulla l’esigenza di molte, seppure non di tutte, di prendere parola pubblica sul decreto anti-femminicidio. Se le leggi non ci hanno mai riguardate è pur vero che oggi queste si consumano fino in fondo sui nostri corpi, ci usano come ci usa il neoliberismo. Pertanto, come venuto fuori anche in chiusa dell’assemblea, pubblichiamo qui questo appello a cui chiediamo di aderire come singole, associazioni, collettivi per continuare lungo questo crinale di presa di posizione diretta rispetto ai meccanismi di strumentalizzazione dei nostri corpi.
Il decreto 93/2013 in discussione in questi giorni in Parlamento per la conversione in legge, inserisce norme di contrasto al femminicidio con una forte impronta securitaria in un pacchetto in cui si dichiara la donna come un “soggetto debole” da tutelare da se stessa, tanto da toglierle anche il diritto di autodeterminazione nella possibilità di revocare la querela, e dando maggior potere al sistema di controllo poliziesco. Per questo e per tutto quello che si sta consumando sui nostri corpi, qui diciamo che tutto ciò non può essere fatto nel nome delle donne, di tutte e di ciascuna: “Non in mio nome”. Ed è da qui che vorremmo ripartire per il nostro “dopo Paestum”.
(oltre al blog di Paestum per aderire aspettiamo la vostra email a noinmionome@gmail.com)

Prime adesioni

Oria Gargano
Anna Simone
Luisa Betti
Milva Pistoni
Federica Giardini
Stefania Cantatore
Antonella Petricone
Anna Verdelocco
Lucia Ferilli
Vittoria Camboni
Viola Lomoro
Valeria Mercandino
Nicoletta Stellino
Teresa Di Martino
Eleonora Forenza
Roberta Paoletti
Giorgia Bordoni
Federica Castelli
Alessandra Chiricosta
Ingrid Colanicchia
Sabrina Di Lella
Teresa Di Martino
Alessia Dro
Serena Fiorletta
Angela Iamboglia
Gaia Leiss
Simona Pianizzola
Casa delle donne Lucha Y Siesta (Roma)

mercoledì 25 settembre 2013

Giornata IN Genere 28 Settembre 2013

A.R.Pa. partecipa alla Giornata In Genere promossa dal Comune di Massa sabato 28 settembre 2013 dalle 17.00 alle 23.00. Una giornata molto importante per noi che ci vede coinvolte la mattina alla prima lezione del corso M.E.L.A. ed il pomeriggio fino alla sera in tutta una serie di eventi volti a sensibilizzare la cittadinanza e a riflettere sulle problematiche di genere.

Un fitto programma fatto di momenti d'informazione alternati da eventi di musica, danza, letture e poesie.
Una giornata che ha visto la collaborazione di molt*, tra quest* alcune donne che hanno lavorato insieme fino a notte fonda con ogni mezzo conosciuto, per mail, telefono, FB, incontrandoci, facendo sopralluoghi e da questa collaborazione è nato un movimento culturale "LE IPAZIE" di cui facciamo parte.

Ci siamo incontrate, ci siamo trovate! 7 donne che hanno dunque deciso di dare un nome e una forma ad una atmosfera magica fatta di idee, progetti e tanta voglia di fare per incidere positivamente sul territorio su temi di genere.
7 IPAZIE, 7 donne piene di vita: Barbara Giorgi, Ilaria Tarabella, Annachiara Borrello, Elisa Forfori, Emma Castè, Francesca Balloni, Laura Zaccagna
Per respirare quest'aria di sorellanza invitiamo tutt* a questa giornata!



martedì 27 agosto 2013

Sono aperte le iscrizioni al corso di formazione M.E.L.A.-Misure Efficaci Laboratorio Antiviolenza

SONO APERTE LE ISCRIZIONI AL CORSO DI FORMAZIONE SULLA VIOLENZA DI GENERE CHE SI TERRA' A MASSA (MS) in Via G. Venturini PRESSO L'AULA MAGNA DELLA SCUOLA MEDIA STATALE G. BERTAGNINI

Modalità di partecipazione:
LA PARTECIPAZIONE È GRATUITA E PREVISTA PER UN MASSIMO DI 30 ISCRITTI/E. IN BASE ALLE ESIGENZE FORMATIVE ED ORGANIZZATIVE DEL CORSO, LE RESPONSABILI SELEZIONERANNO LE DOMANDE. COLORO CHE SONO INTERESSATI/E A PARTECIPARE AL CORSO DEVONO COMUNICARLO ALLA SEGRETERIA ORGANIZZATIVA, 
VIA EMAIL A
melantiviolenza@gmail.com  

O VIA FAX AL NUMERO 0585.541.02 

PUOI TROVARCI E CONTATTARCI ANCHE SULL'EVENTO DEL CORSO SU FB:

LE DOMANDE DOVRANNO PERVENIRE ENTRO E NON OLTRE IL 20 SETTEMBRE 2013, COMPILANDO IL MODULO DI ISCRIZIONE E ALLEGANDO UNA LETTERA MOTIVAZIONALE (MAX 20 RIGHE).

Programma del corso:

28/09/2013 — h 9.00 -14.00

Dalla violenza alla libertà con Prof.ssa Paola Bora

La storia come strumento per codificare l'oppressione femminile e la discriminazione di genere. La nascita dei centri antiviolenza.

05/10/2013 — h 9.00 - 14.00

La violenza alle donne con dott.ssa Milena Scioscia e dott.ssa Cristina Cerbone

La differenza tra violenza e conflitto.
Gli stereotipi sulla violenza.
Ruolo dei media al mantenimento degli stereotipi.
Tipologie di violenza.

12/10/2013 — h 9.00 - 14.00

Maltrattamenti e la spirale della violenza con dott.ssa Giulia Fioravanti

Violenza domestica. La spirale e il ciclo della violenza. Il danno della violenza.

19/10/2013 — h 9.00 - 14.00

Ascolto e accoglienza delle donne in difficoltà con dott.ssa Chiara Zanchi e dott.ssa Rosalba Taddeini

I bisogni di una donna che subisce violenza: bisogni espressi e inespressi. La modalità di accoglienza. Gli indicatori del disagio.

09/11/2013 — h 9.00 - 14.00

La violenza assistita e la P.A.S. con dott.ssa Sara Vatteroni e dott.ssa Caterina Pafundi

I bambini esposti alla violenza in famiglia: effetti a breve e a lungo termine. La sindrome inesistente.

23/11/2013 — h 9.00 - 14.00 



Assistenza legale alle donne vittime di violenza ed ai loro bambini con Avv. Elisa Forfori e Avv. Elisa Monciatti

La normative in materia di violenza sulle donne in ambito nazionale e internazionale. Gli strumenti giuridici offerti dal nostro ordinamento per la protezione delle donne vittime di violenza sia in campo civile che penale.

30/11/2013 — h 9.00 - 14.00

I Centri Antiviolenza, come gestirli e quale il loro valore sociale con dott.ssa Elisa Ercoli

Dal numero e tipo di servizi da offrire alle donne a come stendere il budget, dai presupposti teorici del fenomeno della violenza di genere e dell’intervento, a come garantire la sicurezza della casa di ospitalità, a come lavorare in rete e fare promozione.Il Progetto “Guidelines for setting up and running of a women’s refuge" (2003-2004), approvato con il numero Daphne 03/136/W.


domenica 25 agosto 2013

WOMAN FOR WOMAN un aiuto concreto!

 La serata WOMAN FOR WOMAN del 23/08/2013 ha prodotto 412,74 EURO di raccolta fondi che andranno a coprire parte del cofinanziamento del progetto MELA-Misure Efficaci Laboratorio Antiviolenza- dell'Associazione A.R.PA.! 
Un grazie di cuore a tutt* coloro che si sono impegnati, che hanno donato, acquistato braccialetti, che hanno cantato, suonato, messo a disposizione il locale e reso possibile questa bellissima serata con lo scopo di sostenere azioni a contrasto della violenza di genere!
E' stato veramente emozionante vedere le tante persone interessate e coinvolte che hanno partecipato alla serata. 

Siamo sicure che anche con queste modalità di coinvolgimento della cittadinanza si possa attivare quel tanto agognato cambiamento culturale necessario al miglioramento della condizione femminile in Italia e a migliorare il rapporto tra i sessi per una cultura basata sul rispetto e la libertà reciproche. 
Infatti la serata ha avuto un grande successo proprio anche grazie alla collaborazione tra donne e uomini che si sono impegnati con il cuore a realizzare l'evento curandolo nei minimi dettagli (dalla scelta delle canzoni, dalle presentazioni, gli interventi, fino ad arrivare agli addobbi, tutto in linea con il tema) per far passare il messaggio che l'obiettivo era sensibilizzare e contribuire ad azioni concrete CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE passando attraverso la musica.
Ci impegneremo affinchè questa possa essere una delle tante iniziative di partecipazione e riflessione della cittadinanza su tematiche di genere passando attraverso la valorizzazione delle espressioni artistiche del nostro territorio, attivando così modalità coinvolgenti ed appassionanti!




giovedì 22 agosto 2013

WOMan For WOMAN. Musica live contro la violenza di genere



Ci siamo! -1...domani sera venerdì 23 agosto, presso il locale HardRockScibè in via Cavour 62 a Massa abbiamo organizzato una serata di musica live contro la violenza di genere.

La serata è finalizzata a raccogliere fondi per ARPA e nello specifico per contribuire alla realizzazione del progetto Mela _Misure Efficaci Laboratorio Antiviolenza , che partirà tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre 2013.

 Ringraziamo tutte le artiste che si sono adoperate per la realizzazione di questa importante serata ed il locale che ha dato la sua piena disponibilità.

CLIKKA QUI E PARTECIPA ALL'EVENTO!

lunedì 29 luglio 2013

LA VIOLENZA NON PUO' PIU' PASSARE!

"Non si può passare"..."dove dovete andare?"..."devo raggiungere viale Mattei... ma cosa è successo?"..."hanno sparato, hanno sparato ad un ragazzo "...vado a casa di mio nonno lungo Brugiano, a due passi dall'accaduto! Dopo poco la notizia è che lo stesso uomo che aveva sparato poco prima del mio passaggio ha colpito anche la sua ex, una ragazza della mia età, una ragazza che stava lavorando ad almeno un kilometro dal primo delitto! Il primo ucciso era un caro amico di questa ragazza! L'assassino ha avuto la lucidità di ammazzare prima lui, poi ha fatto tutto il percorso per raggiungere il posto di lavoro di lei, un rinomato ristorante lungomare , e l'ha uccisa a sangue freddo con un colpo alla testa..infine si è tolto la vita sparandosi in bocca ! Il tutto in piena passeggiata all'ora di pranzo di una domenica di luglio, pieno di gente terrorizzata e congelata dall'accaduto nonostante l'afa insopportabile ! Le notizie corrono veloci, anche contrastanti, ma tutti in un coro unanime urlano della "follia del momento ".."forse era geloso di questo amico, In fondo si erano lasciati da un paio di mesi "...follia.....gelosia !!!?? BASTAAAA ! Non si è ancora capito il peso culturale e sociale di questi omicidi e femminicidi, non si è ancora capito che bisogna agire nell'immediatezza ..lei lo aveva denunciato più volte...non è più possibile non avere dei protocolli seri, sono stanca di urlare ai quattro venti e sentirmi anche dare dell'esagerata ! Io domani mattina sarò in prefettura a parlare delle misure da prendere sulla violenza di genere e non voglio più promesse, voglio fatti ! Questa ragazza lascia due figli piccoli e soprattutto lascia l'ennesimo vuoto incolmabile. Cristina ti posso solo dire che finchè avrò fiato in gola, finchè vivrò, lotterò per cambiare questo paese, per avere un centro antiviolenza, per educare i ragazzi nelle scuole al rispetto e ai sentimenti, per avere delle forze dell'ordine che capiscano subito che una denuncia necessita di azioni di messa in sicurezza adeguate! Cristina sei una delle ottanta (circa!!! ) donne uccise dall'inizio di questo anno, ma non rimarrai un numero, nessuna di voi "ferite a morte" rimarrà un numero, non per me !
http://www.antenna3.tv/?p=37077

Insieme al comitato Se Non Ora Quando della città di Massa Mercoledì 31 luglio alle ore 21.00 faremo una fiaccolata in Piazza Aranci davanti a Palazzo Rosso a Massa per Cristina e tutte le altre vittime di femminicidio!

giovedì 13 giugno 2013

#NoSlot. La ludopatia, una dipendenza "azzardata"!



Tra i maschi in genere il disturbo inizia negli anni dell’adolescenza, mentre nelle donne inizia all’età di 20-40 anni.
Secondo alcune stime americane la ludopatia può interessare il 2-4% della popolazione, rappresentando dunque anche un importante problema di salute pubblica.
Secondo alcuni autori, la ludopatia è la patologia da dipendenza a più rapida crescita tra i giovani e gli adulti."


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Riportiamo anche l'interessante post 
 
In Italia sono 800.000 le persone affette da Ludopatia, 2.000.000 quelle a rischio. La Ludopatia è una dipendenza (riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità) al pari delle dipendenza da alcool e dalle droghe. Giocare è facile, avvincente e nel nostro paese le occasioni non mancano, dalle slot machine situate ovunque ai gratta e vinci che vendono anche alle poste così, quando ti ritrovi in fila per pagare un bollettino, ti viene offerta la possibilità di sognare.Vincere, dare una svolta alla propria vita, fantasticare su quello che potresti fare con tanti soldi  …  e allora pensi che valga la pena buttare via due euro, poi cinque, poi dieci, poi cento…
Per un sogno così in Italia si spendono 1260 euro a testa, neonati compresi e su questo sogno la mafia fa affari d’oro come denuncia Libera nel suo dossier: Azzardopoli. 
Secondo i dati dell’Eurispes i giocatori appartengono alle fasce sociali più deboli: disoccupati, indigenti, persone con una bassa scolarizzazione. Il Telefono Azzurro denuncia inoltre un 12% di adolescenti coinvolto nei giochi online, percentuale che arriva al 27% con i giochi tipo Gratta e Vinci. La dipendenza da gioco è una vera e propria piaga sociale, chi ne è affetto spesso nega di avere un problema di dipendenza, racconta bugie e in molti casi si spinge a rubare a familiari e amici pur di continuare a giocare. Lo Stato, nella scorsa legislatura, ha istituito un “Osservatorio sui rischi da dipendenza da gioco”, lo stesso Stato che gestisce il gioco d’azzardo … certo che il conflitto d’interessi nel nostro paese regna sovrano. Il gioco viene venduto continuamente, in tantissimi luoghi, sui giornali, nelle radio, in tv e si usano immagini seducenti per accattivare gli eventuali avventori, ci mostrano persone comuni che “ce l’hanno fatta”.
Si vende felicità e non si raccoglie la disperazione, più aumenta la crisi più aumentano le famiglie rovinate da chi è affetto da compulsività da gioco e, oltre questo, sono aumentati gli italiani che si rivolgono ai maghi. Le illusioni a quanto pare vanno forte e viene da pensare che sia davvero più facile attaccarsi “ai sogni” piuttosto che ricercare e coltivare solidarietà.
Non so davvero se il proibire il gioco possa fare bene o male alla causa, so quello che il proibizionismo può generare.
Non ho studiato psicologia, non posso sapere cosa possa scatenare la compulsività da gioco, né quali siano i percorsi terapeutici più indicati.
Non m’intendo di leggi, non so cosa potrebbe attuare un legislatore in materia, ma so che tutti si dovrebbero adoperare per prevenire questa patologia e so che attaccarsi alle illusioni di un gioco o alle indicazioni di un sedicente mago è svilire la propria vita, non averne cura.
Io so che in un momento di crisi io posso contare sulla mia famiglia, sui miei amici, su una rete che mi sostiene, mi chiedo perché altre persone preferiscano le illusioni ai rapporti umani, forse perché è proprio l’umanità che si è un po’ persa?
In questa società siamo continuamente bombardati da immagini vincenti, da falsi miti di potenza e bellezza stereotipata e, per assurdo, ci vergognano se non siamo all’altezza di quello che ci viene proposto. Se invece ce ne fregassimo di rispettare certe immagini, coltivassimo di più le amicizie e imparassimo a dividere e condividere quello che abbiamo? Ho constatato come in paese decisamente più povero del nostro la rete di solidarietà fra amici, parenti e vicini di casa, permetta non solo la sopravvivenza ma una vita decisamente più serena e meno angosciante della nostra.
Come ho scritto prima io davvero non so cosa si possa fare di concreto per debellare una piaga come la compulsività da gioco, ma so che dipende da noi non accettare le illusioni e cercare di ribellarci ad un sistema marcio. Dipende da noi coltivare buoni rapporti umani e educare i nostri figli affinché diventino adulti saggi, dipende da noi condannare la mafia, non incentivarla e chiedere, anche nel nostro piccolo, allo Stato che non si faccia più complice di questa schifezza.
http://sabrinaancarola.over-blog.com/-noslot-preferiamo-i-rapporti-umani

13 giugno 2013

mercoledì 5 giugno 2013

LO STUPRO MEDIATICO. IENE E SCIACALLI!


A.R.PA., come associazione impegnata nella LOTTA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE, aderisce all’iniziativa de LA RETE DELLE RETI FEMMINILI
https://www.facebook.com/notes/la-rete-delle-reti-femminili/servizi-delle-iene-sesso-o-stupro-informazione-o-violenza-direttore-rispondi/471518329598341

Al Direttore di rete Luca Tiraboschi • luca.tiraboschi@mediaset.it
E, per conoscenza:
Uff. Stampa programmazione di Italia Uno • gent.ma Tiziana Mazzola ufficiostampa@mediaset.it
Redazione di Le Iene • redazioneiene@mediaset.it
SLC – Sindacato dei Lavoratori della Comunicazione • segreteria.nazionale@slc.cgil.it
al segretario Francesco Aufieri

Egregio Direttore,
ultimamente un notissimo programma di intrattenimento e informazione di Italia1, Le Iene, reso molto popolare da servizi di denuncia che portano alla luce episodi di ingiustizie, truffe e corruzione, si è reso (inaspettatamente) portatore di contenuti fuorvianti e pericolosi riguardo alla percezione del tragico fenomeno della violenza di genere.
Al punto di raccogliere l’idea, sostenuta da alcuni, che le denunce presentate dalle donne contro violenze sessuali e domestiche, o atti di pedofilia, sia in gran parte “falsa”, addirittura indotta da un presunto malcostume femminile di denunciare “falsi abusi” al puro scopo di fare dispetti a persone di sesso maschile o di ricattare i rispettivi compagni.
Un’idea rivoltante, che nessun riscontro ha nella realtà, e che comporta il gravissimo pericolo di alzare ulteriormente il tasso di misoginia in un paese che vanta già un tristissimo primato nel continuo susseguirsi di femminicidi.
Un’idea che fa capolino anche in un servizio dall’eloquente titolo “Stupro.. o sesso?”
[http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/392733/casciari-sesso-o-stupro-.html]
presentato nella puntata del 2 giugno, in cui si mette in dubbio una sentenza di colpevolezza per stupro aggravato, senza alcun elemento serio. Dunque sulla base di cosa? Del parere dei due condannati.
Un servizio che ci ha profondamente indignato. I due uomini, condannati a 5 anni per stupro di gruppo e lesioni personali aggravate, hanno potuto dichiarare, davanti a milioni di persone, che la sentenza è persecutoria in quanto basata praticamente sul nulla: loro sono innocenti, in quanto adescati da una donna che ha richiesto di far sesso con loro. Cioè il quadro è esattamente lo stesso fornito eternamente dagli accusati, in tutti i processi per stupro che si rispettino: le vere vittime sono loro, mentre il colpevole è chi denuncia lo stupro. Una donna colpevole di calunnia e di avere ingiustamente devastato la loro vita di bravi ragazzi e lavoratori.
In nessun conto sono tenute le lesioni riscontrate dalla vittima al pronto soccorso:abrasioni agli arti, ecchimosi diffuse in tutto il corpo e sul volto. Secondo l’autorevole parere degli intervistati la ragazza se li è procurati nella passione di un atto consenziente: girandosi più volte nell’erba, e poi stava carponi sul terreno, è normale che avesse dei graffietti sulle ginocchia.
E perché la ragazza avrebbe deciso di affrontare un processo per stupro?
perché il giorno dopo si sarà pentita: di cosa? della sua intraprendenza sessuale, e avrà voluto dimostrare che non era colpa sua, andando così a denunciare i due sconosciuti al solo scopo di danneggiarli.
E cosa avrebbe giustificato un servizio che, oltre a colpevolizzare una vittima, infanga il lungo e paziente lavoro degli inquirenti? inesistenti risvolti oscuri.
In conclusione, il conduttore commenta la vicenda adombrando che questa sentenza non convince, e conclude dicendo: non esprimiamo giudizi, ma aspettiamo l’esito del processo di appello.
Si, anche noi. Con fiducia verso la magistratura, che non pensiamo metta in atto strategie persecutorie verso il genere maschile.
Ultimo, e non meno importante: i processi si devono fare solo nelle aule di giustizia, dove sono valutati gli elementi reali per farli. Non in tv, per giunta dando la parola ai soli accusati.
Ferme tutte le garanzie costituzionali a difesa degli imputati e delle vittime, la giustizia “fai da te” suggerita in questo servizio delle Iene è inaccettabile nella tesi adombrata, e anche nel metodo, gravemente scorretto.
Pensiamo che il programma e i responsabili di rete si debbano scusare, e sconfessare senza reticenze simili contenuti e la filosofia che vi è sottesa.
Noi, invitando a una maggiore vigilanza nella qualità dei messaggi, e negli esiti che possono avere,chiediamo le scuse formali del programma e dei responsabili di rete.
3 Giugno 2013

Consigliamo anche la lettura di questo interessante punto di vista maschile: http://questouomono.tumblr.com/post/52171276587/questo-uomo-no-35-the-hyenas

martedì 21 maggio 2013

#TISALUTO



In Italia l’insulto sessista è pratica comune e diffusa.
Dalle battute private agli sfottò pubblici, il sessismo si annida in modo più o meno esplicito in innumerevoli conversazioni.

Spesso abbiamo subito commenti misogini, dalle considerazioni sul nostro aspetto fisico allo scopo di intimidirci e di ricondurci alla condizione di oggetto, al violento rifiuto di ogni manifestazione di soggettività e di autonomia di giudizio.

In Italia l’insulto sessista è pratica comune perché è socialmente accettato e amplificato dai media, che all’umiliazione delle persone, soprattutto delle donne, ci hanno abituato da tempo.

Ma il sessismo è una forma di discriminazione e come tale va combattuto.

A gennaio di quest’anno il calciatore Kevin Prince Boateng, fischiato e insultato da cori razzisti, ha lasciato il campo. E i suoi compagni hanno fatto altrettanto.
Mario Balotelli minaccia di fare la stessa cosa.

L’abbandono in massa del campo è un gesto forte. Significa: a queste regole del gioco, noi non ci stiamo. Senza rispetto, noi non ci stiamo.
L’abbandono in massa consapevole può diventare una forma di attivismo che toglie potere ai violenti, isolandoli.

Pensate se di fronte a una battuta sessista tutte le donne e gli uomini di buona volontà si alzassero abbandonando programmi, trasmissioni tv o semplici conversazioni.

Pensate se donne e uomini di buona volontà non partecipassero a convegni, iniziative e trasmissioni che prevedono solo relatori uomini, o quasi (le occasioni sono quotidiane).

Pensate se in Rete abbandonassero il dialogo, usando due semplici parole: #tisaluto.
Sarebbe un modo pubblico per dire: noi non ci stiamo. O rispettate le donne o noi, a queste regole del gioco, non ci stiamo.

Se è dai piccoli gesti che si comincia a costruire una società civile, proviamo a farne uno molto semplice.
Andiamocene. E diciamo #tisaluto.

Questo post è pubblicato in contemporanea anche da altre blogger: Vita da stregheMarina TerragniLoredana Lipperini, Lorella Zanardo, Giovanna Cosenza, Sabrina Ancarola.
Se ti va, copia ed incollalo anche tu!

lunedì 18 marzo 2013

Per l'effettiva Parità in Democrazia ANNO 2013: UNA DONNA AL QUIRINALE

A:
Onorevole Laura Boldrini, Presidente della Camera dei Deputali
Senatore Pietro Grasso, Presidente del Senato
All'attenzione della Presidente della Camera e del Presidente del Senato, con preghiera di inoltro a tutte e a tutti i parlamentari eletti.

Gentilissimi Onorevole Boldrini e Senatore Grasso,
ci rivolgiamo a Voi e a tutti i membri del Parlamento, rinnovato dalle ultime elezioni.
Con specifico riferimento ai paragrafi relativi alla “Rappresentanza Politica” e alle “Alte cariche dello Stato” del documento “Il Manifesto degli Obiettivi Immediati” del gruppo Fb “L’Agenda delle Donne per l’Italia Nazione Europea”, CHIEDIAMO QUI con profonda convinzione l’elezione di UNA DONNA ALLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA, per le motivazioni che seguono.
«Per un mutamento degli schemi discriminatori che permangono ancora irrisolti nella nostra disturbata cultura, occorre agire e sui cancelli di sbarramento pratici e altresì su tutti i MODELLI SIMBOLICI.
Ciò vale per il linguaggio - che sopprime nei plurali il femminile, eliminando la reale esistenza delle donne in omaggio a una distorta visione maschile del mondo; vale per la cellula familiare, dove tale obiettivo va perseguito in primo luogo attraverso la modifica del cognome della prole; vale per la cellula sociale più ampia, la COMUNITÀ, che è sostanza del nostro Paese.
Di conseguenza, riteniamo non più rinviabile che Capo dello Stato italiano sia una Donna. Solamente il presupposto discriminativo nei confronti del genere femminile, infatti, può spiegare come mai sino ad oggi, in tanti anni di dichiarata Democrazia, non vi sia stata nemmeno UNA sola donna Presidente della nostra Repubblica».
Lo ribadiamo ancora oggi che apprendiamo con gioia dell’elezione dell’on. Laura Boldrini, donna di alto profilo istituzionale, a cui vanno le nostre commosse congratulazioni unitamente alla nostra fiducia e speranza, senza che questo possa minimamente intaccare la fiducia che altresì riponiamo nel nuovo Presidente del Senato.
La scelta di una donna quale Presidente della Camera è stato un passo importante ma non basta. Occorre adesso eleggere una donna alla carica di Presidente della Repubblica, di questa nostra Repubblica che attraverso la LAICITÀ fonda e protegge tutti gli altri valori della Carta, che non possono essere soggetti a dogmatismi di nessuna natura, che siano di natura politica o religiosa o economica.
“Un Paese che emargina le donne NON È un paese democratico”, abbiamo scritto nel nostro documento. Un Paese che non dovesse tutelare con la necessaria chiarezza la laicità delle sue istituzioni si avvierebbe verso un pericoloso declino.
Chiediamo al Parlamento tutto di mostrare per l’intera cittadinanza italiana la stessa sensibilità che l’ha portato a una scelta ottimale per la Presidenza della Camera dei deputati. Non sarà solo un gesto utile e necessario nei confronti della popolazione femminile; avrà importanza anche per la componente maschile, che potrà apprendere in maniera diretta, senza passare da inutili parole, che può sentirsi rappresentata, in totale fiducia, da una DONNA.

Domenica 17 Marzo 2013

Ringraziano e firmano per il Gruppo Fb “L’Agenda delle Donne per l’Italia”:
Iole Natoli, Ilaria Tarabella, Maria Esposito

Rif. documento citato: Il Manifesto degli Obiettivi Immediati
Cordiali saluti

martedì 5 febbraio 2013

L'AGENDA DELLE DONNE PER L'ITALIA NAZIONE EUROPEA



Finalmente ci siamo! Dopo giorni di duro lavoro siamo riuscite a realizzare il manifesto degli obiettivi immediati, un primo pacchetto di proposte, del quale chiedere accoglimento e attuazione nel corso della XVII Legislatura in arrivo.
 

Nato da una idea di Iole Natoli il 1° Gennaio 2013! 
Iole grande donna, blogger, giornalista pubblicista ed illustratrice, che ha pensato di fondare il gruppo su FB L'AGENDA DELLE DONNE PER L'ITALIA NAZIONE EUROPEA da cui si è man mano sviluppato il progetto omonimo grazie anche alle molte donne che hanno dato il loro contributo.
 Io, Adriana Perrotta e Teresa Pezzi oltre a dare il nostro contributo individuando alcuni degli obiettivi del manifesto,  abbiamo coadiuvato nei lavori Iole .

A questo punto sta a tutte e tutti noi aderire, accogliere questi obiettivi diffondendo il più possibile allargando le maglie di questa già vasta rete e portare all'attenzione di più candidate e candidati possibili che si facciano carico di queste proposte nate da donne per le donne!
Questo è il blog creato ad hoc per la visione e diffusione del manifesto degli obiettivi immediati dell'Agenda delle donne per l'Italia Nazione Europea

http://agendadonneitalia.blogspot.it/2013/02/in-occasione-delle-elezioni-politiche_178.html

Per info adesioni e sottoscrizioni scrivere a: manifesto.agenda@gmail.com 
 
 Ilaria Tarabella