lunedì 12 dicembre 2016

Io Sostengo D.U.N.A.! Al Mercatino di Natale di Massa




Anche questo anno A.R.PA. sarà presente al Mercatino di Natale a Massa!

Il Centro Antiviolenza D.U.N.A. sarà presente con un banchetto informativo sabato 17 dalle 10.00 alle 19.00 e domenica 18 dalle 14.00 alle 19.00 in Via Porta Fabbrica(zona sotto al Comune di Massa)  per augurarvi Buone Feste solidali! 

Evento FB: Io Sostengo DUNA al Mercatino di Natale


Veniteci a trovare per avere informazioni, conoscerci e sostenerci con un piccolo gesto di solidarietà contro la violenza sulle donne !


domenica 27 novembre 2016

Siamo marea! 26 Novembre 2016 Roma #NonUnaDiMeno

L'esperienza dell'immensa manifestazione di ieri non la scorderemo mai!
E non ne faremo solo prezioso ricordo, ma punto di partenza di un enorme lavoro comune per cambiare questo paese.
250.000 persone, donne, donne dei Centri Antiviolenza, ragazze, ragazzi, bambine, bambini, uomini, per dire basta alla violenza maschile sulle donne!


E noi eravamo lì, a fare marea, con il nostro Centro Antiviolenza D.U.N.A. e TOSCA il coordinamento Toscano dei Centri Antiviolenza ad arricchire le nostre vite e respirare la forza delle donne.


 

Tantissime le donne che sentiamo tutti i giorni con vari mezzi, dalle riunioni, alle telefonate, ai social, donne con un obiettivo comune che nessun@ potrà portarci via, né distoglierci dal perseguirlo: quello di combattere il patriarcato e la violenza su di noi che ne scaturisce, quello di dare forza ai Centri Antiviolenza che su ogni territorio ogni giorno lottano per le donne con le donne, quello di garantire un futuro migliore per le nostre figlie ed insegnare il rispetto ai nostri figli. Tantissim@ bambin@ che urlavano slogan con noi, un'emozione profonda, una consapevolezza comune di vivere un vero e proprio momento di grande cambiamento culturale e sociale.

Donne per le donne, donne unite in un fiume in piena e come urlavamo a squarcia gola:

"Donna lo sai la forza che hai, Sì lo so la forza che ho!"

"Siamo la luna che muove le maree, cambieremo il mondo con le nostre idee!"

"Tremate, tremate le streghe son tornate!"

"Il femminicida non è un malato, ma il figlio sano del patriarcato"

"Le strade Libere le fanno le Donne che le attraversano"

E come scrive Luisa Betti:

"Una data che rimarrà storica, quella del 26 novembre, in cui nella Capitale il gruppo di donne dietro lo striscione “Non una di meno”, che ormai conta migliaia di adesioni, sono state seguite da 250 mila persone provenienti da ogni parte del Paese per sfilare da piazza Esedra e San Giovanni in un corteo fatto da tutt*: maschi, femmine, bambini, bambine, studenti e studentesse, persone di ogni età, e ognuna portatrice di una realtà diversa. Un’onda colorata, danzante, pacifica e aperta a tutt*, che ha avuto il coraggio di rendere visibile la propria forza senza gridare. Nessuna bandiera di partito, nessuna istituzione, solo un unico grande fiume: donne che ogni giorno combattono sul campo come guerriere in prima linea, donne che ci rimettono i soldi, la vita, gli spazi privati, perché sono convinte che quello che stanno facendo è giusto e va fatto malgrado, o proprio a causa, delle inefficienze dello Stato e di fronte a istituzioni che continuano a pronunciare promesse senza seguito, a fare patti non rispettati, a pronunciare parole che poi cadono inesorabilmente nel vuoto, in un Paese famoso per le sue buone norme mai pienamente applicate."



Il Tg di Rai 2 è stato forse l'unico ad aver dato uno spazio degno  alla manifestazione, forse facciamo talmente tanta paura al sistema patriarcale che divulgare ciò che è accaduto ieri destabilizzerebbe troppo il sistema stesso che, fatevene una ragione, sta comunque vacillando!

Noi siamo marea e non ci fermerete!





lunedì 21 novembre 2016

Il Centro Antiviolenza DUNA ha raggiunto un nuovo importantissimo traguardo!



Stamani in conferenza stampa ci sono state consegnate (dopo mesi di lavoro e convenzioni) le chiavi della nuova sede dove ospiteremo le donne e i/le loro minori che dovranno essere allontanate da casa del maltrattante! 
Una grande conquista per il nostro territorio e una grande speranza per tante donne! 
Un grazie all'Amministrazione del Comune di Massa da parte di tutta l'Associazione A.R.Pa., il nostro Centro Antiviolenza D.U.N.A. ha raggiunto un altro grande traguardo!!

 #ARPA #DUNA #UsciredallaViolenzaEPossibile#DonneUniteNellAntiviolenza




sabato 19 novembre 2016

"Più di Ieri Meno di Domani". A Teatro Guglielmi Venerdì 25 ore 21.00

Venerdì 25 Novembre 2016 in occasione della Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, alle ore 21.00 presso il Teatro Guglielmi di Massa andrà in scena lo

Spettacolo teatrale "Più Di Ieri Meno Di Domani"
di e con Samantha Oldani, violino Gianandrea Guerra

Ingresso gratuito su prenotazione alla mail teatroguglielmi@comune.massa.ms.it 


Spettacolo che L'Assessora alle Pari Opportunità del Comune di Massa, Elena Mosti, ha voluto riproporre dopo che a Marzo scorso  lo abbiamo portato in scena alla Don Milani in occasione delle giornate Intorno all'8 Marzo.


"Lo spettacolo nasce dall’incontro con alcune donne vittime di violenza domestica che hanno accettato di condividere con me le loro storie, uniche e nello stesso tempo emblematiche. E’ diventata quindi una necessità raccontare tutte coloro che vivono o hanno vissuto una delle forme di violenza più difficili da sfuggire: quella perpetrata da chi dice di amarti. Allo stesso modo è stato fondamentale far nascere lo spettacolo in una casa privata, non in teatro, ma nel luogo chiuso dove questa violenza si consuma, spesso in silenzio, nell’indifferenza o nell’incredulità degli altri, cercando di capire cosa vuol dire sentirsi prigionieri e senza scampo tra le mura che dovrebbero accoglierti e proteggerti."
-Samantha Oldani –


domenica 13 novembre 2016

Dall'Italia alla Svezia passando per la Palestina...contro la violenza sulle donne!

Sabato 12 si è tenuto il seminario aperto "L'importanza ed il rafforzamento del lavoro sociale di rete" del nostro corso OPER.A.-Operatrici Antiviolenza.

L'intervento della dott.ssa Ersilia Raffaelli della Casa delle Donne di Viareggio è stato prezioso ed emozionante e attraverso esempi concreti le presenti hanno potuto capire e approfondire il funzionamento dei nodi della rete a tutela delle donne vittime di violenza, partendo dal nodo fondamentale che siamo noi donne, portatrici attive del cambiamento culturale, partendo da noi stesse e dalle relazioni che viviamo nel quotidiano. 

A conclusione della mattinata siamo state onorate della presenza di Jeannette Escanilla, parlamentare del Partito Socialista Femminista svedese che ci ha parlato del suo impegno per la libertà della Palestina e della sua esperienza sulla Women's Boat To Gaza, un'esperienza che l'ha colpita nel profondo anche per il meraviglioso rapporto che ha instaurato con le altre donne (tutte di nazionalità differenti) imbarcate con lei.


Jeannette ci ha portato l'esperienza di parlamentare in Svezia di un partito femminista che al momento è all'opposizione, ma che riesce ad incidere sulle politiche di genere non poco. 
Ci ha parlato della legge svedese contro la prostituzione, che è ritenuta la migliore in Europa e che colpevolizza esclusivamente il cliente e non la donna che anzi viene tutelata e supportata dallo Stato che la inserisce in percorsi di sostegno economico e lavorativo.
Ci ha riportato dati sulla violenza di genere piuttosto alti, anche in Svezia con una netta maggioranza di casi di violenza domestica, e come il fatto che sia un paese molto evoluto e che le donne ricoprano posizioni di potere e che già da tempo con la legge del 50 e 50 siano rappresentative del paese anche in politica, sia motivo di recrudescenza del patriarcato. E come questa recrudescenza vada di pari passo con quella della deriva maschilista, razzista e omofobica dei partiti di estrema destra che stanno sempre più avanzando.
Attualmente stanno lavorando ad una campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne dal nome "HAI CAPITO?...NO E' NO!" contro la ri-vittimizzazione e colpevolizzazione delle donne che subiscono violenza. Questa campagna che mira a modificare la legge contro la violenza sulle donne, è stata sviluppata di concerto con i Centri Antiviolenza dei diversi territori svedesi e ci siamo proposte di collaborare per portarla anche qua in Italia.
Jeannette rimarrà in contatto con noi e a sua volta ci metterà in contatto con uno dei CAV svedesi per  collaborare, fare un "gemellaggio" e allargare ancora di più le nostre reti e di conseguenza lo scambio di buone prassi.

Un'esperienza che ci ha arricchite tantissimo e che ancor di più ci fa credere che solo unite riusciremo a cambiare la cultura patriarcale e combattere la violenza sulle donne.





Ringraziamo Michele Borgia, #MicheleUnaDiNoi, che ha fatto da trait d'union regalandoci questa bellissima opportunità.




giovedì 10 novembre 2016

Al via i seminari aperti del corso OPER.A.-Operatrici Antiviolenza



Sabato 12 e 19 Novembre dalle ore 9.00 alle ore 12.00 si terranno i seminari aperti a tutta la cittadinanza
come fase conclusiva del corso OPER.A.- Operatrici Antiviolenza del CAV D.U.N.A.- Donne UniteNell'Antiviolenza, gestito dall'associazione A.R.PA..

Il primo seminario del 12 Novembre „L'importanza ed il rafforzamento del lavoro sociale di rete“ sarà tenuto dalla Dott.ssa Ersilia Raffaelli della Casa delle Donne di Viareggio.
Il secondo seminario del 19 Novembre „Donne straniere, pregiudizi, violenza. La mediazione linguistico-culturale nei CAV“ sarà tenuto dalla Dott.ssa Sara Vatteroni dell'Associazione Casa di Betania ONLUS.


Entrambi i seminari sono volti alla prevenzione, protezione e sostegno delle vittime, per diffondere una cultura di genere, antisessista, antidiscriminatoria e della non violenza. L'intenzione è infatti quella di coinvolgere la cittadinanza perché tutte e tutti possano essere messi nella condizione di accrescere e superare barriere mentali imposte da una cultura distorta

I seminari gratuiti si terranno presso il Centro Quartiere Le Puliche, Via Le Puliche n.128- Massa (MS) grazie al patrocinio del Comune di Massa.





Associazione A.R.PA. in breve
A.R.PA. è stata fondata nel Gennaio 2001 grazie all’incontro di un gruppo di donne residenti nella Provincia di Massa Carrara e della Spezia che, a seguito degli studi universitari in Antropologia, Giurisprudenza, Psicologia, Scienze Politiche e Scienze della Pace, si sono dedicate all’approfondimento delle tematiche di genere e delle politiche di pari opportunità, con un’intensa attività di ricerca e di sviluppo della rete tra i diversi soggetti pubblici e del privato sociale del territorio. Grazie alle competenze professionali maturate e partendo dalle rispettive esperienze personali, molte di noi infatti, sono impegnate nel volontariato, abbiamo deciso di lavorare insieme, coniugando il comune interesse per i diritti umani, declinati in chiave di laicità insieme ai principi di solidarietà sociale, condividendo ideali comuni volti alla diffusione di una cultura di genere, rispettosa delle differenze. Negli ultimi anni sono stati numerosi i progetti a difesa dei diritti umani delle donne, attraverso la realizzazione di azioni di contrasto alla violenza di genere insieme ad un’intensa e continua attività di comunicazione, informazione anche attraverso il nostro blog www.arparita.blogspot.it che è diventato un punto di riferimento per il territorio.


mercoledì 9 novembre 2016

#NonUnaDiMeno #26Novembre stiamo arrivando!


Per la manifestazione #NonUnaDiMeno anche Massa Carrara avrà il suo pullman!!! Per info e prenotazioni scriveteci alla mail dedicata nonunadimenomassa@gmail.com  

Si ringrazia il Coordinamento Donne della CGIL provinciale per il supporto.

Il pullman partirà da Turigliano a Carrara alle ore 7.00 e alle 7.15 da Giovannelli a Massa (vicino al Carrefour). 
Per il viaggio è richiesto un contributo di 10 Euro a persona.


Segui tutti gli aggiornamenti sull'evento FB: Non Una di Meno Massa Carrara 

L’inizio del corteo nazionale #NonUnaDiMeno  del 26 novembre è previsto alle ore 14.00 a Piazza Esedra (vicino la fermata metro A Repubblica) e si concluderà a Piazza San Giovanni (vicino la fermata metro A San Giovanni).


TUTTE INSIEME CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE SULLE DONNE
VERSO UNA GRANDE MANIFESTAZIONE: IL 26 NOV TUTTE A ROMA!


Info sulla manifestazione nazionalehttps://nonunadimeno.wordpress.com/


venerdì 4 novembre 2016

Le donne del corso OPER.A.. Un successo!

Domani si terrà l'ultima lezione del nostro corso OPER.A- Operatrici Antiviolenza, ed il 12 e il 19 novembre il percorso si concluderà con i due seminari aperti a tutta la cittadinanza "L'importanza ed il rafforzamento del lavoro sociale di rete" e "Donne straniere, pregiudizi, violenza. La mediazione linguistico-culturale nei Centri Antiviolenza".

Il gruppo di donne che stiamo formando ci sta dando grandi soddisfazioni e si prospetta dunque un bel nuovo nucleo di operatrici al Centro Antiviolenza D.U.N.A. .

Questo significa Donne Unite Nell'Antiviolenza, un gruppo di donne da cui emerge da tempo la necessità di dar vita ad un cambiamento sostanziale di cui essere protagoniste e che si misuri sui diversi aspetti della violenza di genere per prevenirla e trovare vie d’uscita concrete.
Grazie a tutte per aver intrapreso questa strada con noi da cui non si può in ogni caso tornare indietro...fa parte del processo irreversibile verso la libertà.

Alcune delle corsiste di OPER.A.

NO PASaran!!! Insieme contro la violenza sulle donne.


Seminario su alienazione parentale a Catanzaro e raccolta firme


LA NOTIZIA
Il 18 novembre 2016 si svolgerà all’Università Magna Grecia di Catanzaro il seminario “Alienazione parentale. Innovazioni cliniche e giuridiche”.
Il seminario, organizzato/patrocinato da soggetti del privato sociale e istituzionali (La casa di Nilla, Regione Calabria, Ordine degli Assistenti sociali della Calabria, Ordine degli Psicologi della Calabria), si propone come momento di studio e riflessione su un ipotetico e controverso insieme di disturbi psicologici che riguarderebbe i figli di coppie che si separano in modo gravemente conflittuale.
IL COMMENTO
Nonostante le evidenze scientifiche, un piccolo ma agguerrito gruppo di accademici e professionisti cerca di accreditarsi in convegni e nei tribunali, nei fatti poggiando solo su congetture, supposizioni e senso comune,  l’esistenza del “fenomeno” dell’alienazione parentale.
Nel frattempo un’imponente opera di propaganda agisce sul web, contribuendo alla disinformazione e alla confusione sulla tematica. Una semplice ricerca sul web mostra infatti come questo argomento sia ampiamente utilizzato da gruppi misogini, sessisti, antifemministi e negazionisti, in particolare della violenza contro le donne.
Invitiamo pertanto gli/le organizzatori/trici del Seminario di Catanzaro, a prendere atto della non scientificità degli argomenti, e a visionare i siti dei gruppi che ‘sponsorizzano’ l’alienazione parentale. Chiediamo ai/alle rappresentanti istituzionali, che patrocinano l’evento, di considerare criticamente l’opportunità di offrire il loro appoggio a un seminario che presenta tali aspetti problematici, fra l’altro senza un reale contraddittorio.
INFORMAZIONI UTILI
La cosiddetta alienazione parentale, derivazione della sindrome di alienazione parentale (PAS) inventata da un medico americano, Alan Gardner, nel 1985, è stata ampiamente sconfessata dalle autorità sanitarie e giuridiche in numerosi Stati.
In particolare in Italia, nel 2012 il Ministro della Salute che la PAS è una congettura senza alcun fondamento scientifico: “Sebbene la PAS sia stata denominata arbitrariamente dai suoi proponenti con il termine disturbo, l’Istituto superiore di sanità non ritiene che tale costrutto abbia né sufficiente sostegno empirico da dati di ricerca, né rilevanza clinica tali da poter essere considerata una patologia e, dunque, essere inclusa tra i disturbi mentali nei manuali diagnostici”.
Nel 2013 la Suprema Corte di Cassazione (sentenza 7041/2013) ha ribadito il principio giuridico per cui non possono essere usati in tribunale concetti privi di validità scientifica, e pertanto “nei giudizi in cui sia stata esperita c.t.u. medico-psichiatrica […] il giudice di merito è tenuto a verificare il fondamento, sul piano scientifico, di una consulenza che presenti devianze dalla scienza medica ufficiale e che risulti, sullo stesso piano della validità scientifica, oggetto di plurime critiche e perplessità da parte del mondo accademico internazionale, dovendosi escludere la possibilità, in ambito giudiziario, di adottare soluzioni prive del necessario conforto scientifico e potenzialmente produttive di danni ancor più gravi di quelli che intendono scongiurare.” (Cass. Pen. n. 7041 del 20/03/2013).
L’associazione D.i.Re (Donne in rete contro la violenza), definisce l’alienazione parentale “uno strumento di pura invenzione”, mentre il Movimento per l’Infanzia ricorda che “L’enfasi sulla Alienazione Parentale, figlia ideologica della PAS, risponde  al medesimo scopo della PAS: interpretare in via automatica le paure e i rifiuti dei bambini come atti manipolativi di madri-mostro, accusate di condizionare i propri figli e ledere di conseguenza il diritto alla bigenitorialità”
Anche il Comitato CEDAW (Onu) nel 2011 ha invitato le autorità italiane ad arginare l’utilizzo nei tribunali di riferimenti alla “discutibile teoria della PAS” per limitare la genitorialità materna (Comitato CEDAW, 2011, paragrafo 51).
E’ degno di nota che discussioni pseudoscientifiche sul tema dell’alienazione parentale siano diffuse particolarmente in Italia. A livello internazionale, nette sono state le prese di posizione di importanti ordini e associazioni professionali (per citarne alcune: Associación Española de PsiquiatriaAmerican Psychiatric AssociationIstituto di Ricerca dei Procuratori Americani (APRI), Associazione Nazionale degli Avvocati Americani (NDAA). A livello nazionale, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Società Italiana di Pediatria si sono pronunciate contro l’uso improprio di tali concetti nelle sofferte e spesso laceranti controversie per l’affidamento dei figli”.
qui il pdf: documento-cz_NoPAS
Chi volesse sottoscrivere, può farlo scrivendo all’indirizzo nopascz@gmail.com
Ass. Federico nel Cuore, Presidente Antonella Penati
ATGENDER (The European Association for Gender Research, Education and Documentation)
D.i.R.E. Donne in Rete contro la Violenza
Centro contro la violenza alle donne Roberta Lanzino, Cosenza
Movimento per l’Infanzia
Rete Fight4childprotection
UDI Modena
Onda Rosa Nuoro
Collettiva AutonoMia ReggioCalabria
Il gruppo “Chi colpisce una donna, colpisce tutte noi”
Centro Veneto Progetti Donna – Centro Antiviolenza di Padova e provincia
Casa delle Donne Viareggio – Centro L’Una per l’Altra
Associazione A.R.P.A., Associazione Raggiungimento Parità, Massa
Associazione Differenza Donna ONG
Monia Andreani, Università di Urbino
Marina Annunziata
Eleonora Avi, dottoressa in psicologia
Donatella Barazzetti, Università della Calabria
Vania Bernardini
Rosalba Bernaudo, direttivo What Women Want
Luisa Betti, giornalista
Daniela Borselli, psicologa-psicoterapeuta
Valentina Bruno, Insegnante e operatrice Centro Antiviolenza Erinna, Viterbo
Angela Carbone, What Women Want
Annamaria Cardamone, sindaca di Decollatura
Titti Carrano, Presidente D.i.Re
Vittoria Castagna, dottoranda Università di Palermo
Maira Casulli, avvocata Foro di Bari
Denise Celentano, ricercatrice
Ada Celico, Milano
Emira Chimenti, What Women Want
Stella Ciarletta, Presidente What Women Want
Maria Concetta Corona, artista
Imma Cusmai,  #IlDiavoloVeste PAS
Simona D’Aquilio, avvocata, socia AIAF Lazio
Antonietta Davoli
Daniela De Blasio, CPO regione Calabria
Alisa Del Re, Università di Padova
Elisa Ercoli, Presidente Associazione Differenza Donna ONG
Guglielmina Falanga, Dottoranda in Scienze Sociali, Faculdad latinoamericana de Ciencias Sociales (FLACSO), Ecuador
Maria Ferrara, presidente Ass. G.O.A.P. onlus Trieste
Giovanna Ferrari
Stefania Figliuzzi, Presidente CAV Attivamente Coinvolte
Eleonora Forenza, Europarlamentare
Claudia Forini, Presidente Cooperativa Centro Donne Mantova
Silvia Galiano, Cz
Concetta Gentile, avvocata Cooperativa Eva Luna
Pietro Giustino
Doriana Goracci, giornalista
Alessia Guidetti
Maria Cristina Guido, insegnante
Nora Imbimbo
Gabriele Logozzo, studente Psicologia, Università di Palermo
Massimo Lizzi
Chiara Lo Scalzo
Anna Maghi, presidente associazione Erinna – Viterbo
Teresa Manente, avvocata Ass. Differenza Donna
Nori Mangili, mamma
Isolina  Mantelli, medico
Simona Adelaide Martini, psicologa, psicoterapeuta
Emilia Martorana, Coordinamento antiviolenza 21 luglio, Palermo
Andrea Mazzeo, psichiatra
Lea Melandri, scrittrice, femminista
Giuliana Mocchi, Università della Calabria
Pina Nuzzo, artista
Claudia Padovani, CIRSG, Università di Padova
Lella Paladino, Presidente Cooperativa Eva
Paola Palermo, What Women Want
Claudio Parentela, CZ
Anna Pascuzzo, scrittrice
Monica Pasquino, formatrice, Associazione Scosse
Francesco Peltrone, psichiatra
Lorenza Perini, Università di Padova
Anna Petrungaro, delegata Centro contro la violenza alle donne “Roberta Lanzino”
Cinzia Pierucci
Maria Serenella Pignotti, pediatra
Giusy Pino, avvocata
Marcella Pirrone, avvocata Centro Antiviolenza GEA Bolzano
Salvatore Pitruzzello, Ph.D. Columbia \University
Barbara Poggio, Università di Trento
Luisanna Porcu, psicologa-psicoterapeuta
Serena Procopio
Ersilia Raffaelli, psicopedagogista, presidente Casa delle Donne Viareggio-Centro Antiviolenza “L’Una per L’altra”
Doriana Righini, casalinga
Tina Rossi
Marika Salonna
Irma Sammarco, insegnante
Silvia Sammarco, psicologa
Marzia Sannicola, avvocata Mo
Marina Simonetti, What Women Want
Rosa Traversa, psicologa e freelance
Manuela Ulivi, Presidente CADMI Milano
Sonia Vaccaro, psicologa
Maria Assunta Vecchi
Antonella Veltri, delegata Centro contro la violenza alle donne “Roberta Lanzino”
Giovanna Vingelli, Università della Calabria
Lidia Zitara, giornalista

A Massa Carrara sportello antiviolenza gestito da ex Forza Nuova. E le donne? di Nadia Somma

Ringraziamo Nadia Somma per il bellissimo articolo uscito oggi su Il Fatto Quotidiano!

A Massa Carrara sportello antiviolenza gestito da ex Forza Nuova. E le donne?

Oggi propongo alcune riflessioni sulle quali penso sia importante confrontarsi insieme a chi vuole lavorare con donne vittime di violenza. Giorni fa il Centro antiviolenza D.U.N.A. di Massa Carrara ha criticato l’apertura di uno Sportello antiviolenza su iniziativa del sindacato Unione generale del lavoro (Ugl) e dell’Ente nazionale di Assistenza sociale (Enas). Alla presentazione erano presenti due deputate, l’ex segretario generale dell’Ugl ed ex governatrice del Lazio Renata Polverini, in quota Forza Italia, e la democratica Martina Nardi. Lo sportello sarà gestito da due uomini, Daniele Pepe, responsabile Enas a Massa, e Bruno Quieti, segretario provinciale Ugl.


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Daniele Pepe nel 2010

Le attiviste di D.U.N.A sono preoccupate per il rischio di improvvisazioni sulla pelle delle donne e lo hanno detto forte e chiaro: “I centri sono gestiti da donne con una forte formazione sulla violenza di genere alle spalle, non sono semplici servizi, che rispettano l’autodeterminazione, la libera scelta della donna che inizia un percorso per uscire dalla situazione di violenza per cui cerca aiuto nel rispetto delle linee nazionali e internazionali che prevedono requisiti ben precisi”. Poi le militanti hanno fatto riferimento a un episodio avvenuto sei anni fa, quando uno dei due promotori dello Sportello, Daniele Pepe (all’epoca responsabile regionale di Forza nuova, in particolare del settore giovanile chiamato Lotta Studentesca), organizzò un incontro pubblico contro l’interruzione volontaria di gravidanza e la legge 194; in quell’occasione  un gruppo di uomini e donne aggredirono verbalmente con minacce di stupro e ingiurie di carattere sessista alcune femministe intervenute nel dibattito per difendere il rispetto della legge 194. Le donne di D.U.N.A. si domandano come possa operare correttamente una persona che, da una parte, per credo politico, rinnega l’autodeterminazione delle donne garantita dalla 194, e dall’altra, per il ruolo che viene ad assumere presso lo Sportello antiviolenza, deve salvaguardare, allo stesso tempo, il medesimo principio.
volantino_enas_ugl_massa_675Ho contattato Daniele Pepe che non ha voluto confrontarsi al telefono con me ma si è reso disponibile a uno scambio di messaggi. Mi ha scritto di non voler entrare in polemica. Rispetto all’episodio del 2010 ha risposto che “l‘iniziativa di aprire uno sportello inteso come centro di ascolto e di assistenza è stata lanciata a livello nazionale dall’Enas, ente già operativo a livello locale da oltre 40 anni per l’assistenza sociale a tutti i lavoratori, comprese le donne”. “Con queste premesse – ha proseguito Pepe – non sono in grado di rilasciare dichiarazioni specifiche su un singolo episodio avvenuto oltre 6 anni fa e del quale si è reso estemporaneamente protagonista una persona dalla quale sono state prese debite distanze. L’episodio fu criticato allora così come ora e qualificato come assolutamente inadeguato, fuori luogo e abbandonato dagli organizzatori della conferenza dell’epoca. Certamente lo spirito e le ragioni che stanno alla base dell’apertura dello sportello di ascolto patrocinata dall’Enas non hanno nulla a che vedere con ideologie politiche che, peraltro, non appartengono all’Ente di assistenza sociale”. Pepe si è augurato che “per tali ragioni l’iniziativa, salutata come positiva dall’opinione pubblica, potrà essere ulteriormente coltivata confidando che ogni ragione politica possa restarvi estranea e, al contrario, sia favorita ogni tipo di collaborazione con altre realtà esistenti”.
La  presentazione dello Sportello antiviolenza dell’Enas e Ugl,  è stata accompagnata da una locandina con il simbolo femminista e il titolo “Donne e diritti violati. Dal femminicidio alle molestie sul lavoro“. Ma dietro il linguaggio e  al simbolo ci sono anche i contenuti legati alla storia e al pensiero che li ha espressi? Se fosse così non ci sarebbero due uomini a lavorare in quello Sportello perché quei contenuti, nati dal pensiero femminista fondano gli interventi sulla relazione fra donne perché è attraverso la valorizzazione reciproca, che la donna sperimenta un Sé positivo che la muova a riprogettare la propria vita. E se non sono quelli i saperi sui quali opererà lo Sportello a Massa Carrara allora perché accreditarsi con quella forma?
 Sportelli e Centri antiviolenza sorgono in tutta Italia dettati anche dalla buona volontà di aiutare le donne ma non si conosce che metodologia adotteranno né su quale lettura del fenomeno della violenza fonderanno le loro azioni e i loro progetti.
Esistono già cosiddetti centri e sportelli anti-violenza che violano la convenzione di Istanbul perché svolgono mediazione di coppia che è assolutamente sconsigliata in situazioni di violenza perché espone le donne a rischi e processi di vittimizzazione(purtroppo avviene anche nelle istituzioni quando si confonde conflitto con violenza). Non si dovrebbero allora definire i criteri qualitativi che definiscono che cos’è un centro antiviolenza nel rispetto delle direttive internazionali e anche chiedere ai soggetti che fondano luoghi per le donne vittime di violenza quali metodologie adotteranno, quali analisi sulla violenza,  quali letture del fenomeno, quali competenze e quale formazione?   
@nadiesdaa 

domenica 23 ottobre 2016

Come ci vuole il Patriarcato?


Come ci vuole il Patriarcato?

Il Patriarcato ci immagina inerti non so se vive o morte, ci immagina come cose. Ci immagina a volte vive per lavorare e curare ma ci immagina inerti in tutto ciò che riguarda l’uso sessuale dei nostri corpi.
di Beatriz Gimeno.

Da giorni, il volto sorridente, felice, emozionato della adolescente Lucía Pérez mi gira per la testa. Avrei preferito non vedere il suo viso né il suo sorriso. Avrei preferito non immaginarla, non immaginarla che è vissuta, che aveva sorriso, che era stata felice (a volte, credo) e che avrebbe avuto tutta la vita davanti a sé. Avrei preferito non incarnare questo dolore, non darle un volto né sorriso allo orrore. Ma l’orrore è arrivato con il sorriso di Lucia e, ora, mi è impossibile toglierlo dalla mia testa. Un uomo e il suo figliastro l’hanno rapita, drogata, l’hanno violentata anche analmente e alla fine le hanno messo un palo nell’ano. E 'morta di arresto cardiaco indotto dal dolore e dalla paura.
Ed io non sono in grado di fare uscire dalla testa questo dolore e questa paura. Non posso. Mi sveglio e la vedo, la vedo in questa settimana in cui si celebrano manifestazioni in tutto il mondo contro la violenza machista.
Ci vogliono vive, naturalmente, ma come ci vuole il patriarcato?
Il Patriarcato ci immagina inerti non so se vive o morte, ci immagina come cose. Ci immagina a volte vive per lavorare e curare ma ci immagina inerti in tutto ciò che fa nell’uso sessuale dei nostri corpi. Ci vogliono inerti quando ci vogliono violentare, impalare con pali o con i loro peni usati come armi. Perché il patriarcato non ci immagina umane, perché il patriarcato ci immagina e ci vede come oggetti scopabili, temporaneamente morte: a volte morte per sempre.
Rimanere ferma, paralizzata, come morta è ciò che ha fatto la giovane, che cinque presunti violentatori trascinarono in un portale violentandola vaginalmente e analmente, obbligandola a praticare a ciascuno di loro una fellatio, mentre gli altri guardavano, ridevano e registravano. Da queste registrazioni lei ha gli occhi chiusi, in stato confusionale, senza resistenza, è il corpo-cosa inerte ideale, fa ciò che deve fare e non si oppone. Gli occhi chiusi, i muscoli completamente consegnati, la mente completamente vuota; gli psicologi forensi hanno detto che lei non pensava, è riuscita in quel momento a non pensare.
Lei non ha provato tanto male quanto ne avrà sentito Lucia Pérez, tanto da potere allontanarsi da lì e camminare verso un altro luogo. Infatti, quando la violenza è cessata, secondo i testimoni, era disorientata e non sapeva, dove si trovasse. E’ riuscita a camminare e a lasciare dietro di sé il suo corpo.
Dato che questa giovane ha lasciato il suo corpo come morto a chi, in realtà, la voleva così, morta/cosa, c’è chi afferma che non c’è stato stupro. E i famigliari dei giovani del presunto branco di violentatori dicono che loro sono innocenti, perché sono giovani normali che non violenterebbero nessuno. Se lei fosse morta, se lei avesse rischiato la sua vita nel tentativo di difendersi, forse queste famiglie avrebbero dato valore allo stupro ma lei ha deciso di fare morire il suo corpo prima che la uccidessero in modo da uscirne viva. Alcuni vedono in quelle immagini consenso, il consenso di tante donne morte, di tante donne/cose, il consenso non allo stupro ma di fronte allo inevitabile: ci vogliono inerti, lasciateli fare e sopravvivrete.
Il giudice, viceversa, dichiara che quelle immagini sono di una violenza insopportabile. Il giudice ha saputo riconoscere cosa significa lasciare il corpo inerte, chiudere gli occhi, scinderti e sperare che l’orrore finisca. Il giudice, sì, ha visto l’atto di dominio assoluto e la terribile violenza esercitata su un corpo inerte ma vivo. In realtà, la differenza tra il giudice e chi non vede lo stupro in questo atto ha a che fare non con l’atto in sé ma con la percezione che si ha della vittima: se si riconosce piena umanità a questo corpo inerte oppure no. Il giudice la vede umana uguale a lui e per questo è in grado di vedere la violenza della quale è oggetto. Gli stupratori e i loro sostenitori la vedono inerte, quindi una cosa scopabile e lo interpretano come consenso.
Ti vogliono morta, inerte, cosa, oggetto scopabile, un buco e se il buco è di un altro allora lo si può sigillare con la colla, come ha fatto un uomo con la sua ex compagna: le ha chiuso la vagina con la colla. Lei lo aveva denunciato molte volte, aveva un ordine restrittivo, aveva trascorso anni minacciandola di ammazzarla, di porre fine a quella vita che, nonostante tutto, si impegnava a mantenersi indipendente dai desideri di lui. Lui la voleva morta e lei invece si impegnava a mantenersi viva: viva e senza di lui. Fino a quando le ha sigillato la vagina con la colla e l’ha quasi uccisa.
Tutti questi uomini sono completamente normali. La prima coppia che hanno ammazzato Lucia sono un uomo e il suo figliastro cui il primo stava insegnando come si trattano le ragazze: gli stava insegnando a divertirsi.
Il gruppo di Pamplona era il classico branco maschile che esce a caccia in ogni festa, uomini integrati, con lavoro, le cui famiglie non immaginano che siano stupratori, uomini con spose e vita normale.
Il terzo è un marito lasciato che si vede privato improvvisamente da quella vagina che crede sua.
E a ogni assassinio lo stesso problema: se avesse denunciato oppure no. Basta con l’assunto della denuncia. Basta fissarsi se avesse denunciato o no. Ci uccidono con la denuncia e senza di essa, con l’ordine restrittivo e senza. Ci ammazzano e ci stuprano perché il patriarcato non ci considera pienamente umane, perché ci immaginano cose, perché c’è un sistema di rappresentazione simbolica e materiale in cui ci fanno apparire come cose scopabili di proprietà maschile e perché questa mascolinità è bene apprezzata ovunque si eserciti, si rafforza quanto più scopano e quanto più si impongono sopra quei corpi che immaginano sempre inerti a loro disposizione.
Il danno non esiste nella immaginazione degli aggressori, perché possono soffrire solo i vivi e gli uguali e perché questi corpi disumanizzati non soffrono come umani.
Fino a quando non poniamo attenzione a loro, su come si costruisce questa mascolinità violenta, su come apprendono gli uomini a relazionarsi con le donne, su come ci vedono, ci immaginano e dove hanno appreso a immaginarci così.
Fino a quando non distruggeremo queste immagini, non ci sarà nulla da fare. Continueranno a immaginarci come morte e qualcuno di loro ci ammazzerà realmente.
Ed io ho ancora il sorriso di Lucia inchiodato nel profondo. E mi costerà molto liberarmi di lei. Aveva sedici anni, era una bambina. Dedichiamo qualche secondo per pensare al suo dolore. E, da qui, pensiamo a questo sistema fondato sulla disumanizzazione delle donne: cose a disposizione di loro.
Questo è il funzionamento di base del sistema patriarcale, che non dice che devi usare la violenza ma solamente disumanizzarci e da questo, tutta la violenza possibile.

(traduzione di Anita Silviano)

http://www.eldiario.es/…/quiere-patriarcado_6_571552885.html

lunedì 17 ottobre 2016

I CENTRI ANTIVIOLENZA NON SI IMPROVVISANO!


Ci sarebbe tanto da dire! La faccenda è lunga e per non tediarvi più di tanto vi mettiamo i fatti così come sono accaduti e il comunicato che abbiamo inviato alla stampa.

Maggio 2010 accade questo:

(Testimonianza di Ilaria Tarabella del 13 Maggio 2010)
In effetti ho deciso di iniziare a scrivere una nota pur avendo dei dubbi su come procedere...sì...perchè quello che è accaduto domenica scorsa al Teatrino dei Servi si commenta da solo. Io c'ero...ero lì....già all'inizio due amiche sono state pesantemente offese (alla domanda c'è un programma della giornata" è stato risposto "le donne dei compagni che fanno i pompini ai fascisti"- "Avete voluto la democrazia e oggi questa è la casa dei fascisti e ci sopportate", ecc.) tanto da doversene andare subito, ma io non ho assistito a questo episodio.
Ho invece ascoltato insieme ad altre mie amiche tutti gli interventi dei relatori, anche di quel folle che non so come possa essere medico di nome Bandi..che più che dare dati dava i numeri...in tutti i sensi! E già in quel momento ci veniva da ribattere in qualche modo, ma l'abbiamo comunque ascoltato....poi è arrivato il momento di un esponente dei Radicali, Carlo, che ha esordito dicendo che "non tutti sanno che i Radicali nel '78 hanno votato contro la legge 194..." al che sono andata a documentarmi grazie anche all'ausilio del magico mondo di Internet ed ho scoperto che non è così....o meglio vi cito cosa ho trovato: "Il 22 maggio 1978 veniva approvata la “storica” legge 194, con la quale si riconosceva il diritto della donna ad interrompere, gratuitamente e nelle strutture pubbliche, la gravidanza indesiderata. In essa venivano stabilite politiche di prevenzione da attuarsi presso i consultori familiari: purtroppo, era anche ammessa la possibilità di non operare per il medico che avesse sollevato obiezione di coscienza.
Contro questa legge vennero avviate tre raccolte di firme per indire altrettanti referendum: una da parte dei Radicali (che ne chiedevano una modifica in senso ancor più ampio), e due da parte del cattolico Movimento per la Vita (una per un’abrogazione “minimale”, una per l’abrogazione totale). Quest’ultimo verrà poi dichiarato inammissibile dalla Corte Costituzionale."
Cioè non so se avete capito bene...i radicali non votarono contro, ma avviarono raccolte firme perchè volevano che fosse più ampia soprattutto in riferimento all'Obiezione di coscienza E NON PERCHÈ FOSSERO CONTRO A QUEL TIPO DI LEGGE...e dall'intervento che è stato fatto questo non è emerso per niente!
Poi è arrivato il momento di Fiore (che non chiamerò mai in tutta la mia vita onorevole!!!) e lì non abbiamo potuto tacere...il suo delirio sulla donna relegata a mero contenitore ed il suo paragone "l'aborto è come l'eutanasia" ha fatto sì che alcune di noi intervenissero(tra l'altro le uniche donne che parlavano di donne tra uomini che si sentono in diritto di giudicare e dire cose che non proveranno comunque mai sulla loro pelle!!!). Dunque dicevo...abbiamo iniziato a controbattere invitate dalla coordinatrice del tavolo e dallo stesso Fiore...dicendo cose che nel 2010 dovrebbero essere più che assodate, ma evidentemente non è così...è pura illusione...."L'aborto è una scelta e mai facile, ma difficile e penosa per la donna, è un diritto...." soprattutto, aggiungo ora, va a tutelare la salute delle donne, perchè che ci sia o non ci sia una legge, l'aborto è sempre stato praticato, c'è e ci sarà sempre....tra l'altro movimenti come Forza Nuova, Ordine Futuro, ecc. che si rifanno ed inneggiano ad ideologie e simboli dell'Impero Romano dovrebbero anche sapere che all'epoca le donne di Roma praticavano l'aborto utilizzando un mix di erbe....ma che lo dico a fare...questa sarebbe cultura e loro di cultura ne hanno ben poca.
In ogni caso proseguendo nel racconto della giornata....abbiamo deciso di andarcene quando vedevamo che tanto ribattere i deliri di Fiore era cosa inutile e già da dietro cominciavano ad arrivare grida come "Assassine"...."Se non apriste le gambe non ci sarebbe bisogno di utilizzare certe pratiche"...ma facevamo finta di niente.....Mentre stavamo attraversando l'anticamera del Teatrino arriva un grido da parte di una donna "Stupratele che tanto abortistico!" e vari epiteti da parte di altri tra uomini e donne...a questo punto io mi giro e dico "Cosa avete detto????Vergogna siete delle bestie!" e rischiando anche di prendermi un pugno da un certo Pantera (grazie Fabio per esserci stato...perchè l'ha fermato dicendogli "che gesti fai...stai calmo!") io sono uscita andando davanti al cordone di poliziotti e urlandogli "questa è la gente che tutelate ci hanno detto -Stupratele che tanto abortistico-".
E siamo andate via non solo indignate, ma ferite nel profondo, nell'intimo...violate verbalmente.
Questa nota è anche per farvi capire quali fossero i nostri toni rispetto ai loro...anche se pensandoci bene non credo fosse necessario.....
6 ANNI DOPO...
Sabato 15 Ottobre 2016 accade questo:

Ieri mattina 17/10/16 esce questo articolo:

Se non avete ancora collegato i fatti li riassumo brevemente: gli UOMINI che vorrebbero aprire lo sportello antiviolenza sono esponenti di estrema destra (FN) e uno dei due era presente ai fatti di sei anni fa nonchè promotore ed organizzatore dell'iniziativa targata Forza Nuova contro la L.194...ovvero contro l'aborto, ovvero contro l'autodeterminazione femminile....

CS 17 Ottobre 2016
I Centri antiviolenza non si improvvisano
"Per i propri fini, anche Il diavolo citò le Sacre Scritture."
Bill Bryson
(GRAZIE Alessio Biagi!)

Abbiamo appreso dalla stampa locale l'esistenza dell'iniziativa del sindacato UGL di voler aprire nella nostra città uno sportello antiviolenza perchè sul territorio ce ne sarebbe necessità per mancanza del servizio“. Con rammarico dobbiamo sottolineare che questa dichiarazione rende invisibili non solo il Centro Antiviolenza D.U.N.A., ma anche tutte quelle donne vittime di violenza che si sono rivolte a noi nel corso di questi anni di duro lavoro e di tutte coloro che avrebbero bisogno di aiuto, quello stesso aiuto che tale iniziativa vorrebbe dare, e ancora non ne hanno trovato la forza.
Un centro antiviolenza non si improvvisa, ma è frutto di un lavoro che vede donne professioniste formate ad hoc e impegnate 24h su 24h. I centri sono gestiti da donne con una forte formazione sulla violenza di genere alle spalle, non sono semplici servizi, ma si basano proprio su una professionalità creata nel tempo con grande impegno e fatica, che rispetta l’autodeterminazione, la libera scelta della donna che inizia un percorso per uscire dalla situazione di violenza per cui cerca aiuto e le linee nazionali ed internazionali che prevedono requisiti ben precisi.
Il Centro D.U.N.A. offre supporto relazionale e percorsi di empowerment affinché le donne si rafforzino e si proteggano dalle relazioni danneggianti, ricostruendo nuove traiettorie di vita.
Nei centri antiviolenza come il nostro non esistono approcci assistenzialistici, ma donne professioniste di lunghissima esperienza che, a fronte di una continua formazione personale e di gruppo, sostengono con competenza le donne che hanno subito violenza nelle loro scelte, rispettandone la riservatezza, non scavalcando mai la loro volontà, impegnandosi insieme a loro a costruire percorsi praticabili di uscita dalla violenza, sapendo benissimo quali e quante siano le difficoltà da superare.
Molti percorsi di supporto durano vari mesi, alcuni anni e coinvolgono diversi soggetti della rete intorno alla donna: assistenti sociali, forze dell’ordine, tribunali, strutture di ospitalità, scuola, datore di lavoro, familiari, ecc. in un difficile intreccio perché l’aiuto sia integrato, coordinato e rispetti la volontà della donna.
Facendo parte del Coordinamento dei centri antiviolenza toscani TOSCA garantiamo anche la qualità della formazione e della metodologia impiegata dai singoli centri, proprio perché le donne che si rivolgono a noi trovino competenza e professionalità uniformi.
L'associazione ARPA che anima il CAV D.U.N.A. è apartitica, e si muove su questi temi dal 2001, essendo impegnata con determinazione nel promuovere politiche pubbliche che incidano sulla differenza di potere tra i sessi, che è la base e l’origine della violenza contro le donne. Tutte le donne che hanno bisogno di uscire da situazioni di violenza e maltrattamenti possono rivolgersi a noi in qualsiasi momento tramite il nostro numero attivo 24h su 24h 377 6994263 e il 1522, numero nazionale di pubblica utilità antiviolenza.
ATTIVITÀ DI ACCOGLIENZA
Il Centro antiviolenza D.U.N.A., gestito dall'Associazione A.R.PA., ha in carico ad oggi circa 300 donne , non solo del comune di Massa, ma provenienti anche dai diversi comuni della provincia e zone limitrofe.
L'età di queste donne va dai 19 ai 75 anni.
Il lavoro di rete tessuto negli anni sul territorio attraverso firme di protocolli, convenzioni, attivazione di task-force interistituzionale, ha fatto del Centro D.U.N.A. un punto di riferimento per il Comune di Massa, le forze dell'ordine, il pronto soccorso, la Prefettura, il Se.RT, scuole, ecc...
Tutte hanno subito violenza psicologica, spesso corredata da quella economica e la maggior parte ha subito minacce, anche di morte e maltrattamenti fisici come strattonamenti, percosse, tentativi di strangolamento, rottura di arti e violenza sessuale. Abbiamo anche all'interno del Centro uno sportello specifico anti-stalking e uno per mobbing, molestie e discriminazioni di genere sul lavoro.
Molte hanno figli e/o figlie minori vittime di violenza assistita e/o diretta. Alcune sono già in carico alle assistenti sociali, con le quali abbiamo firmato da più di un anno un protocollo operativo volto a favorire l'uscita dalla violenza.
Il lavoro con la nostra amministrazione di riferimento, il Comune di Massa, a seguito della firma di una convenzione specifica sui servizi antiviolenza, a breve si rafforzerà anche con l'attivazione del servizio di ospitalità grazie alla struttura che è stata individuata dove potremmo mettere in protezione le donne, ed i loro minori, che devono essere allontanate dal maltrattante.

ATTIVITA' DI PREVENZIONE SUL TERRITORIO
Svolgiamo da anni attività di formazione nelle scuole del territorio e abbiamo vinto per due anni consecutivi i bandi regionali di cui all’articolo 6 della l.r. 16/2009 (cittadinanza di genere) con il progetto G.eA.-Genere E Antiviolenza ed il laboratorio antiviolenza M.E.L.A. e per questo anno 2016 è in corso il progetto formativo OPER.A.- Operatrici Antiviolenza, con cui portiamo avanti interventi volti alla prevenzione, protezione e sostegno delle vittime realizzando interventi formativi per rafforzare le competenze delle operatrici, formarne di nuove e diffondere una cultura di genere, antisessista, antidiscriminatoria e della non violenza, anche attraverso workshop tematici (i prossimi si terranno il 12 e 19 Novembre 2016 dalle ore 9.00 alle ore 12.00 sui temi dell'importanza del lavoro di rete e sulla mediazione linguistico-culturale nel Centro Antiviolenza) che coinvolgono tutta la cittadinanza perché tutte e tutti possano essere messi nella condizione di accrescere e superare barriere mentali imposte da una cultura distorta.
Nel 2015 e nel 2016 abbiamo realizzato i Progetti didattico-formativi Comunicazione Differente e (DIS)parità di Comunicazione attraverso un ciclo di incontri nelle scuole superiori del Comune di Massa sui temi della decostruzione del linguaggio sessista dei mass media e nei social network ed il rapporto tra questo e la violenza di genere.

Associazione A.R.PA. in breve
A.R.PA. è stata fondata nel Gennaio 2001 grazie all’incontro di un gruppo di donne residenti nella Provincia di Massa Carrara e della Spezia che, a seguito degli studi universitari in Antropologia, Giurisprudenza, Psicologia, Scienze Politiche e Scienze della Pace, si sono dedicate all’approfondimento delle tematiche di genere e delle politiche di pari opportunità, con un’intensa attività di ricerca e di sviluppo della rete tra i diversi soggetti pubblici e del privato sociale del territorio. Grazie alle competenze professionali maturate e partendo dalle rispettive esperienze personali, molte di noi infatti, sono impegnate nel volontariato, abbiamo deciso di lavorare insieme, coniugando il comune interesse per i diritti umani, declinati in chiave di laicità insieme ai principi di solidarietà sociale, condividendo ideali comuni volti alla diffusione di una cultura di genere, rispettosa delle differenze. Negli ultimi anni sono stati numerosi i progetti a difesa dei diritti umani delle donne, attraverso la realizzazione di azioni di contrasto alla violenza di genere insieme ad un’intensa e continua attività di comunicazione, informazione anche attraverso il nostro blog www.arparita.blogspot.it che è diventato un punto di riferimento per il territorio.

Contatti per la stampa
www.arparita.blogspot.it