A.R.PA. è un ‘associazione di Promozione Sociale che nasce nel gennaio 2001 dall’incontro di un gruppo di donne impegnate nel contrasto alla violenza di genere, interessate all’approfondimento delle tematiche di genere e delle politiche delle pari opportunità.
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ARPA
martedì 24 dicembre 2019
Ci avete rotto...la trap.
Noi non critichiamo tout court generi musicali, non ci scandalizza proprio niente nella musica, come in altre forme artistiche. Il punto è chi si erge ad artista (ci perdoni chi lo è) autoproclamandosi appartenente ad un genere, utilizzando messaggi che ancora una volta sfruttano e umiliano la donna.
Chi si straccia le vesti parlando di libertà di espressione e di precedenti musicali altisonanti non prende in considerazione come la necessità di offendere serialmente intere categorie umane nulla abbia a che vedere con la libertà o con l'umorismo, la satira e qualunque altra forma di espressione. Qualcuno si chiede "da dove viene e cosa significa trap?" Ecco che andare a sondare questo potrebbe aiutare: da trapping ovvero lo spaccio in quei ghetti americani trasudanti disagio.
Perché poi questo disagio sociale, qualora presente, dovrebbe dar luogo a offensive di tale portata e profondamente lesive della dignità altrui? La canzone di protesta è sempre esistita, ma mai ha scelto interi gruppi umani o sociali come proprio bersaglio prediletto e al tempo stesso gratuito. Chi fa richiamo alla censura ancora una volta non ha centrato il punto: se infatti qualcuno offende qualcun altro non si ricorre certo alla censura, ma alla querela. Se poi chi offende lo fa addirittura a discapito di intere categorie allora il fatto diventa ancora più grave. Appellare ripetutamente le donne in modo osceno e senza sosta alcuna, indicarle come meri oggetti di soddisfazione sessuale e privarle sistematicamente di qualsivoglia dignità umana non è certo black humor, ma diffamazione e violenza verbale di genere.
“Solo con le buche, solo con le stupide, ’ste puttane da backstage sono luride. Che simpaticone! Vogliono un cazzo che non ride, sono scorcia-troie. Siete facili, vi finisco subito” (Sfera Ebbasta); “Ogni giorno scarpe nuove, mi frega un cazzo di chi odia. Metti un guinzaglio alla tua ragazza, ci vede e si comporta come una troia” (Dark Polo Gang);
"Sta tipa vuole fare la scema
E la rigiro finché la giro di schiena
Disegno una mezza luna sul fondo schiena
Cosi quando me la inculo facciamo una luna piena». (Skioffi);
«Succhiamy l'uccello e vai via"(Skioffi);
"Se fossi uno psicopatico, girerei in mutande, con una pistola davanti a qualsiasi donna[...]
Se fossi un suo amico gli spezzerei un braccio, solo per disegnare cazzi giganti sopra il gesso"(Skioffi)
(Di Skioffi volutamente evitiamo il testo Yolandi e chi vuol capire perché, vince un neurone in più.)
"Finalmente posso fare quello che ho sempre sognato
Te stacco le braccia, te squaglio la faccia
Te schiaffo ner bagagliaio stupida baldracca
Te stacco le braccia, te squaglio la faccia
Sottolinea ‘sta dispensa stupida baldracca"
(Pippo Sowlo);
"Non ingigantire Sirvia, non drammatizzare
T’ho dato na cinquina, mica t’ho ammazzato er cane
T’è pure un po’ piaciuto, nun fa la scema dai"
(Pippo Sowlo);
"Fregne mutilate
Le meglio scopate
Voglio le fregne mutilate
Belle e subordinate
Sei un mix tra la Nargi e Pistorius
Ma sai che cazzo me ne importa
Che tu c’hai na mano monca
Un difettuccio se sopporta"
(Pippo Sowlo)
Ci sarà chi ne capisce l'intrinseca semantica e la parodia macchiettistica, ci sarà chi non capisce il metatesto, ci sarà chi è violento e ne trarrà gratificazione, ci sarà chi la violenza la prova sulla propria pelle tutti i giorni e si sentirà ancora una volta violentata dalle parole. Quello di cui siamo certe è che noi ci leggiamo solo una bieca corsa al profitto ancora una volta sfruttando la donna alla faccia delle possibili conseguenze.
lunedì 9 dicembre 2019
#IOSOSTENGODUNA continua...ecco dove!
E' possibile trovare le nostre bellissime spille della campagna #iosostengoduna presso tantissimi negozi della città che hanno deciso di aderire e sostenere la raccolta fondi per il Centro Antiviolenza D.U.N.A. e la nostra Casa Rifugio.
Lazzarelli web - Via Petrarca
Le coccole Bio - Via Guidoni
Lazzarelli web Donna - Via Portafabbrica
Enjoy - Via San Sebastiano
Jack Rabbit - Via Bastione
Tourist Coop - Via Guidoni
Dieci - Via del Mercato
Apuan Bar - Piazza Aranci
Il Fatty - Via Ghirlanda
50 sfumature di vino - Via Zoppi
Il cavallino a dondolo - Piazza Bertagnini
Chateau wine bar - Via del Mercato
Ottica Piazza Aranci - Piazza Aranci
Osteria del Borgo - Via Beatrice
May - Via Dante
Mood Massa - Via Ghirlanda
Milani Oreficeria - Piazza Aranci
SartinArte - Via Cairoli
L'albero azzurro - Via Cavour
Ali di carta - Piazza Aranci
L'emporio Pet - Via Ghirlanda
Très Chic - Parrucchiera - Via Salvetti
Pizzeria Zero Uno - Via Ghirlanda
Genesi Istituto di bellezza - Via Padova Marina di Massa
L'angolo del gusto - Via Foce
Hair Visi Parrucchiera - Piazza Istria
Hair Couture - Viale Stazione
Artemisia - Via Vincenzo Giudice
Artecna - Via Pacinotti
Bene-Stare - Via delle Mura Sud
Tofee - via Cairoli
lunedì 2 dicembre 2019
Comunicato stampa: La casualità del male...
24/11/2109 La statua Sophia divelta e a terra in Piazza Aranci, Massa |
30/11/2019 Sopra le ragazze ed i ragazzi dell'Istituto Palma quando realizzarono la panchina rossa e sotto la panchina distrutta, Piazza Garibaldi, Massa |
lunedì 18 novembre 2019
#IOSOSTENGODUNA UNA SPILLA PER AIUTARE LE DONNE VITTIME DI VIOLENZA
Massa 18 novembre 2019.
sabato 2 novembre 2019
Novembre 2019: tutte le iniziative
Come ogni anno il novembre diventa un mese pieno di iniziative a contrasto della violenza sulle donne, tante date, giornate formative e incontri nelle scuole.
Ecco tutti gli eventi:
Iniziamo con elencare i quattro incontri nelle scuole del territorio con il progetto regionale Liber* Tutt* che vede una parte in cui siamo attivamente coinvolte curata dall'attrice Daniela Morozzi dal nome "Domande del genere? Un TALK oltre gli stereotipi"
7 Novembre saremo dalle 10.30 alle 12.30 al Teatro Quartieri di Bagnone, Piazza Europa 9 dove incontreremo i/le ragazzi/e del Liceo Scientifico di Villafranca e dei Professionali di Bagnone
8 Novembre dalle 11.00 alle 13.00 saremo all'IPSIA Barsanti, Via Poggioletto 26, Massa
20 Novembre dalle 11.00 alle 13.00 saremo al Liceo delle Scienze Umane Pascoli, Viale Stazione 49, Massa
21 Novembre dalle 11.00 alle 13.00 saremo all'ITI Meucci, Via Marina Vecchia 230, Massa
in ogni mattinata incontreremo circa 90 ragazzi/e che rivolgeranno le loro domande sul tema della violenza alle seguenti operatrici dell'Associazione A.R.PA.:
Dott.ssa Ilaria Tarabella esperta in questione di genere e antropologa di genere,
Dott.ssa Francesca Rivieri, esperta in comunicazione e linguaggio di genere ,
Avvocata Laura Del Mancino, esperta in tutela legale delle donne e minori vittime di violenze
Dott.ssa Erika Balestri, psicologa e psicoterapeuta.
Il 16 ed il 22 Novembre dalle 8.30 alle 13.00 presso la Biblioteca di Carrara grazie ad un progetto regionale dello Sportello Migranti e Antidiscriminazione di Carrara abbiamo organizzato due giornate formative
16 Novembre
Evento FB: Violenza di genere: rappresentazioni e linguaggio
22 Novembre
Evento FB: Violenza di genere: strategie di intervento
Il 23 Novembre saremo alla manifestazione nazionale contro la violenza a Roma
Evento FB: 23N: Siamo Rivolta! Manifestazione nazionale Non Una Di Meno
Il 25 Novembre parteciperemo al Consiglio Comunale aperto intervenendo sul tema del contrasto della violenza e del lavoro del nostro Centro Antiviolenza D.U.N.A._Donne Unite Nell'Antiviolenza.
Da metà mese di Novembre 2019 daremo poi il via alla nostra campagna di sensibilizzazione #IoSostengoDUNA con il patrocinio di Regione Toscana e Comune di Massa e la collaborazione del CCN (Centro Commerciale Naturale) di Massa, tutti i dettagli della campagna vi verranno svelati presto, seguiteci qui sul nostro blog e/o sulla nostra pagina FB Associazione A.R.PA.
Nessuno, di fronte alle donne, è più arrogante, aggressivo e sdegnoso dell’uomo malsicuro della propria virilità.
Simone de Beauvoir
sabato 14 settembre 2019
La mia parola contro la sua. La Giudice Paola Di Nicola a Massa.
Il Tribunale non è un luogo separato dalla realtà culturale e sociale in cui opera, ma è la sua ulteriore ed ennesima rappresentazione. Da questo consegue che se nel contesto in cui vivono e lavorano i giudici, le forze dell’ordine, gli avvocati, i testimoni, le vittime e gli imputati esistono pregiudizi e stereotipi nei confronti delle donne, a partire da quello più diffuso secondo cui le donne sono esagerate ed isteriche, questi entreranno inevitabilmente anche nell’aula di giustizia, si replicheranno e rischieranno di ridimensionare il racconto di chi ha subito violenza maschile.D’altra parte il contesto sociale e culturale, a livello planetario, ha sempre tollerato la violenza maschile contro le donne. Pensiamo alla naturalità con cui ogni donna subisce molestie sull’autobus o in discoteca, barzellette sessiste a scuola, battute mortificanti sul proprio genere nei luoghi di lavoro, fino a vere e proprie violenze. Sono atti ovviamente ben diversi gli uni dagli altri, ma diffusissimi e quotidiani e tutti volti a ridimensionare e ridicolizzare il genere femminile. Tutto avviene in gran parte senza generare alcuna reazione e questo chi abusa lo sa. Ce lo dice l’ISTAT: il 93% delle donne che subiscono violenza non denuncia. Se reagiamo invece tutto intorno a noi ci dice che forse non abbiamo capito lo scherzo, che siamo esagerate. E noi alla fine arriviamo a pensare che forse è proprio così, ce ne convinciamo e taciamo. Da qui inizia il pregiudizio che entra nelle aule di giustizia nei pochissimi casi in cui si rompe il proprio silenzio. (Paola Di Nicola)
venerdì 5 luglio 2019
La diversità è oro! Le sorelle disobbedienti.
Ieri sera all'iniziativa
"Senza giacca e cravatta. La diversità è oro"
organizzata dal movimento nato un anno fa a seguito dell'insulto scritto sul muro della Libreria Ali di Carta dei fratelli Niccolai in Piazza Aranci, come ARPA abbiamo portato il nostro contributo attraverso un racconto creato da Ilaria Tarabella:
Le sorelle disobbedienti
C'erano una volta e ci sono ancora donne sorelle figlie della madre terra che hanno creato in anni di raccolta di saperi, sacrifici e impegno un luogo per altre sorelle. Un luogo dove esprimere ogni tipo di abuso e sopruso, un luogo di donne per le donne, uno spazio di libertà.
C'era una volta e c'è ancora un grande e potente mostro in giacca e cravatta, il Pater Archon, che cerca in tutti i modi di mangiare tutte le sorelle che disobbediscono al suo volere, che si ribellano alla sottomissione e che creano luoghi per sostenere altre sorelle disobbedienti.
Un giorno le sorelle, che credono fortemente nella forza delle donne, studiano un piano affinché il mostro Pater Archon venga sconfitto.
Chiamano a raccolta tutte e tutti coloro che sono ritenute e ritenuti disobbedienti, tutte e tutti coloro a cui sono state mangiate le persone più care, tutte e tutti coloro che vengono man mano aggiunti alla lista del mostro come ribelli, difformi, non naturali, senza giacca e cravatta. Una volta arrivate tutte le persone convocate decidono che è giunta l'ora di creare un potente antidoto al Pater Archon, e tutte e tutti gridarono insieme frasi di giubilo e di incitamento. Cominciano diversi scambi di opinione, chi pensa ad un'arma, chi pensa ad un veleno, chi pensa ad un virus, chi pensa all'impiccagione usando la tanto amata cravatta del mostro, ma le sorelle sorridenti dicono: "possiamo scegliere e siamo libere di farlo, in base a ciò che conosciamo, possiamo decidere di indossare giacca e cravatta e usare le stesse identiche modalità del mostro, oppure possiamo decidere e scegliere un nostro modo, diverso, antico quanto nuovo!"
La decisione è presa, si tratta di iniziare a costruire ciò che sarà in grado di abbattere il mostro, ha forma, ha vita, ha cuore, ha abiti comodi o succinti, è libera, essa è Sofia, essa è sapienza, essa è conoscenza, essa abbatterà il mostro.
La storia fine non ha perché tutto deve ancora compiersi, la strada è lunga, ma le sorelle sono tante e soprattutto libere, indecorose e immortali.
lunedì 8 aprile 2019
Chiediamo il ritiro dell'Accordo tra Regione Toscana e Forum delle associazioni per i diritti della famiglia #Save194 #AutodeterminazioneDelleDonne
L’Accordo finanziato dalla Regione Toscana (art.4 all. DGR 1886/2017) interessa aree di intervento specifiche dei consultori del servizio pubblico e prevede una collaborazione per la progettazione e realizzazione di azioni e iniziative con la rete di servizio e sostegno del Forum.
Il “Forum toscano per i diritti alla famiglia” è dichiaratamente antiabortista e nel suo sito web sono espresse posizioni che contrastano con il principio di laicità dello Stato, mettono in discussione l’autodeterminazione della donna e promuovono una visione della famiglia tradizionale, formata unicamente da una coppia uomo-donna e figli con la donna relegata ad un ruolo prevalentemente materno e domestico.
Ci ha meravigliato che la Regione Toscana, da sempre attenta al rispetto e alla promozione dei diritti delle donne e di tutte le diversità, abbia approvato un siffatto accordo.
In particolare poniamo l’attenzione sui seguenti aspetti dell’Accordo:
-- area socio educativa: le azioni dell’Accordo riguardano la promozione del benessere psico-fisico dei ragazzi e delle ragazze preadolescenti nella fase di maturazione affettiva e sessuale in collaborazione con la scuola e i genitori.
Tale azione di lavoro con i ragazzi e le ragazze ha un’importanza fondamentale sul piano della prevenzione per la costruzione di modelli non stereotipati del maschile e del femminile che possono incidere sul piano culturale nel cambiamento dei rapporti uomo/donna anche a contrasto della violenza di genere e delle discriminazioni.
Su questa azione ci aspettavamo collaborazioni con i centri antiviolenza che da anni sono impegnati sul territorio regionale e nazionale a contrastare il fenomeno della violenza alle donne e ai loro figli, collaborazioni volte a creare sinergie tra soggetti del pubblico e del privato con l’obiettivo di dare vita a percorsi strutturati a partire dalle scuole.
-- area socio-sanitaria: in quest’area,estesa anche al percorso nascita e IVG (interruzione volontaria della gravidanza), riaffermiamo il diritto all’autodeterminazione di ciascuna donna nel decidere la propria maternità e che tale diritto debba essere garantito nella sua applicazione secondo la legge 22/5/78 n. 194 e nel percorso consultoriale anche con l’applicazione dell’aborto farmacologico e l’accesso alla contraccezione gratuita.
Ci saremmo aspettate un aumento di finanziamenti per la contraccezione gratuita e per il potenziamento della rete consultoriale non certo finanziamenti a chi ostacola la contraccezione e la libera scelta delle donne .
Ci chiediamo quali siano gli strumenti di controllo che si intende mettere in atto a garanzia della privacy e riservatezza delle donne, dell’effettiva applicazione della legge n.194, della chiarezza metodologica dell’accoglienza e della presa in carico, nonché quali siano il ruolo e le funzioni del Forum nelle reti territoriali.
In particolare per quanto attiene l’accoglienza nei consultori di donne vittime di violenza, di cui l’Accordo non fa cenno, esprimiamo la nostra contrarietà all’applicazione di interventi di mediazione come peraltro ribadito dalla Convenzione di Istanbul ratificata dal nostro paese.
Sottolineiamo l’importanza che i consultori possono avere nel rilevare situazioni di violenza contro le donne durante la gravidanza e auspichiamo maggiori collaborazioni con i centri antiviolenza definendo modalità e percorsi condivisi per la presa in carico.
Pertanto Le chiediamo il ritiro dell’Accordo sottoscritto con il “Forum toscano delle associazioni per i diritti della famiglia” e un incontro per approfondire la tematica.
Grazie per la Sua disponibilità
Associazione “Donne Insieme Valdelsa”- Colle Val d ‘Elsa
Associazione “Pronto Donna” - Arezzo
Associazione “Artemisia” - Firenze
Associazione “Luna”- Lucca
Associazione “365giornialfemminile”- Montecatini
Associazione “Amica donna” – Montepulciano
Associazione “Casa della donna” – Pisa
Associazione “Donna chiama donna” – Siena
Associazione “ Arpa” – Massa
Alice cooperativa sociale-centro “La Nara”- Prato
Associazione “Frida”- San Miniato
Associazione “ Olympia de Gouges" - Grosseto - Orbetello
Donne e Resistenze
“L’unica volta che mi misi del rossetto fu per mettere una bomba“ Teresa Mattei "Partigiana Chicchi"
Tra le donne vi furono 623 morte in combattimento, 1500 deportate nei lager, 4500 arrestate e spesso torturate e violentate.
“Cogli uomini sfilarono le partigiane, in abiti maschili, e qui qualcuno tra la gente cominciò a mormorare – Ah, povera Italia!”, perché queste ragazze avevano delle facce e un’andatura che i cittadini presero tutti a strizzar l’occhio. I comandanti, che su questo punto non si facevano illusioni, alla vigilia della calata avevano dato ordine che le partigiane restassero assolutamente sulle colline, ma quelle li avevano mandati a farsi fottere e s’erano scaraventate in citta” (Fenoglio, “I ventitrè giorni della città di Alba”)
Nell'ultimo punto del Programma dei Gruppi di difesa della donna e per l’assistenza ai combattenti della Libertà si legge:"Le donne di ogni fede religiosa, tendenza politica, donne senza partito chiedono la possibilità di accedere a qualsiasi impiego. Unico criterio: il merito."
Con questa iniziativa le vogliamo omaggiare tutte, senza di loro non ci saremmo noi oggi.
giovedì 4 aprile 2019
Ciò che non si nomina non esiste!
Comunicato stampa in merito all'emendamento passato ieri nella Commissione Affari Istituzionali del Comune di Massa.
Ciò che non si nomina non esiste.
Occuparsi di linguaggio di genere non significa concentrarsi su un aspetto formale della lingua italiana. La lingua infatti non è solo uno strumento di comunicazione ma riflette ed esplicita identità e valori della società che la utilizza e, allo stesso tempo, influenza il modo di pensare, interpretare e definire la realtà.
Dietro forme ed espressioni linguistiche di uso comune spesso si celano stereotipi e pregiudizi sociali, culturali e sessuali che, nell’uso della lingua, sono trasmessi spesso in maniera inconsapevole.
Di conseguenza la prevalenza del genere maschile nella lingua italiana riflette l’effettiva asimmetria di potere esistente nella nostra società. La declinazione al maschile della maggioranza delle professioni, dei ruoli lavorativi e degli incarichi pubblici è dovuta, infatti, alle limitazioni relative alla possibilità di intraprendere alcune carriere professionali o di assumere cariche pubbliche di un certo rilievo da parte delle donne.
Per garantire pari opportunità occorre, invece, riconoscere e valorizzare le differenze di genere. Al linguaggio viene quindi riconosciuto un ruolo strategico per dare riconoscimento e dignità alle donne e ai ruoli che esse ricoprono e per poter proseguire sulla strada dei diritti e dei mutamenti culturali.
Occorre un cambio di passo verso il rinnovamento della lingua e della cultura, in questo senso gli Enti pubblici possono svolgere un ruolo propulsivo molto importante.
Capirete quindi lo sconforto nell'apprendere la notizia che ieri in Commissione Affari Istituzionali, sulla stesura del nuovo regolamento del Consiglio Comunale, è passato un emendamento votato dalla maggioranza e rifiutato dalla minoranza per togliere il linguaggio di genere dal suddetto regolamento.
È una questione culturale prima ancora che linguistica ed è chiaro che la cancellazione della metà del genere umano da un documento ufficiale sia un atto simbolico che ancora una volta discrimina ed esclude le donne. Chiediamo che l' Assessora Zanti con delega alle pari opportunità e il Sindaco come garante dei diritti di tutte e tutti cittadine/i rifiutino a gran voce questa proposta che ci riporta indietro di anni.
Le donne dell'Associazione ARPA
lunedì 1 aprile 2019
Siamo marea! #Verona #30M2019
A Verona, infatti, il 29/30/31 marzo si è tenuto il Wcf ( World Congress of Families), ovvero il congresso mondiale delle famiglie, che ha visto la partecipazione di esponenti di diversi paesi europei ed extraeuropei con posizioni oscurantiste e pericolose, paesi dove l’omosessualità è reato o viene perseguita, dove l’aborto è illegale o dove vengono sistematicamente presentati progetti di legge per renderlo tale. Non sono mancati ministri del nostro governo come Fontana, già conosciuto per le sue posizioni antiabortiste ed omofobe, Bossetti ministro dell'istruzione, Salvini e il senatore Pillon "padre" del ddl che mette a rischio l'incolumità di donne e minori, nonché cerca di osteggiare il divorzio.
I gruppi e gli individui che si identificano con l’agenda ideologica del WCF sono per la “famiglia tradizionale” (cioè patriarcale ed eterosessuale), contro l’aborto e i diritti riproduttivi, contro i matrimoni gay e i diritti LGBTQI, contro il divorzio, gli studi di genere e l’immigrazione.
Nel 2014, il Southern Poverty Law Center (organizzazione USA senza fini di lucro, impegnata nella tutela dei diritti delle persone) ha incluso il Congresso Mondiale delle Famiglie nella lista dei gruppi d’odio. Il WCF, hanno scritto, «promuove una visione rigida della famiglia, basata esclusivamente sul matrimonio di un uomo eterosessuale con una donna eterosessuale e i loro figli biologici […]. Strettamente connessa a questa ideologia è un’aderenza a rigidi ruoli di genere binari, in cui gli uomini sono i capi della famiglia e le donne le loro aiutanti e le fattrici dei loro figli».
Il 30 quindi da Massa Carrara, come da tutta Italia, abbiamo risposto numerose e numerosi alla chiamata del movimento Non Una Di Meno e ci siamo ritrovate/i in piazza a Verona in un corteo, concretizzazione di una grande rete, fondamentale per parlare un linguaggio forte e corale, che sia in grado di contrastare i violenti e i reiterati attacchi alla libertà di donne e uomini. In particolare ai diritti conquistati negli anni passati dalle battaglie democratiche del movimento delle donne per la laicità dello Stato e per affermare nella società italiana i temi dell'autodeterminazione, dei diritti e della libertà.