martedì 24 dicembre 2019

Buone Feste da ARPA!



Ci avete rotto...la trap.

Ci avete rotto... la trap.


Ancora una volta non si centra il punto.
Noi non critichiamo tout court generi musicali, non ci scandalizza proprio niente nella musica, come in altre forme artistiche. Il punto è chi si erge ad artista (ci perdoni chi lo è) autoproclamandosi appartenente ad un genere, utilizzando messaggi che ancora una volta sfruttano e umiliano la donna.
Chi si straccia le vesti parlando di libertà di espressione e di precedenti musicali altisonanti non prende in considerazione come la necessità di offendere serialmente intere categorie umane nulla abbia a che vedere con la libertà o con l'umorismo, la satira e qualunque altra forma di espressione. Qualcuno si chiede "da dove viene e cosa significa trap?" Ecco che andare a sondare questo potrebbe aiutare: da trapping ovvero lo spaccio in quei ghetti americani trasudanti disagio.
Perché poi questo disagio sociale, qualora presente, dovrebbe dar luogo a offensive di tale portata e profondamente lesive della dignità altrui? La canzone di protesta è sempre esistita, ma mai ha scelto interi gruppi umani o sociali come proprio bersaglio prediletto e al tempo stesso gratuito. Chi fa richiamo alla censura ancora una volta non ha centrato il punto: se infatti qualcuno offende qualcun altro non si ricorre certo alla censura, ma alla querela. Se poi chi offende lo fa addirittura a discapito di intere categorie allora il fatto diventa ancora più grave. Appellare ripetutamente le donne in modo osceno e senza sosta alcuna, indicarle come meri oggetti di soddisfazione sessuale e privarle sistematicamente di qualsivoglia dignità umana non è certo black humor, ma diffamazione e violenza verbale di genere.

“Solo con le buche, solo con le stupide, ’ste puttane da backstage sono luride. Che simpaticone! Vogliono un cazzo che non ride, sono scorcia-troie. Siete facili, vi finisco subito” (Sfera Ebbasta); “Ogni giorno scarpe nuove, mi frega un cazzo di chi odia. Metti un guinzaglio alla tua ragazza, ci vede e si comporta come una troia” (Dark Polo Gang);
"Sta tipa vuole fare la scema
E la rigiro finché la giro di schiena
Disegno una mezza luna sul fondo schiena
Cosi quando me la inculo facciamo una luna piena». (Skioffi);
«Succhiamy l'uccello e vai via"(Skioffi);
"Se fossi uno psicopatico, girerei in mutande, con una pistola davanti a qualsiasi donna[...]
Se fossi un suo amico gli spezzerei un braccio, solo per disegnare cazzi giganti sopra il gesso"(Skioffi)
(Di Skioffi volutamente evitiamo il testo Yolandi e chi vuol capire perché, vince un neurone in più.)
"Finalmente posso fare quello che ho sempre sognato
Te stacco le braccia, te squaglio la faccia
Te schiaffo ner bagagliaio stupida baldracca
Te stacco le braccia, te squaglio la faccia
Sottolinea ‘sta dispensa stupida baldracca"
(Pippo Sowlo);
"Non ingigantire Sirvia, non drammatizzare
T’ho dato na cinquina, mica t’ho ammazzato er cane
T’è pure un po’ piaciuto, nun fa la scema dai"
(Pippo Sowlo);
"Fregne mutilate
Le meglio scopate
Voglio le fregne mutilate
Belle e subordinate
Sei un mix tra la Nargi e Pistorius
Ma sai che cazzo me ne importa
Che tu c’hai na mano monca
Un difettuccio se sopporta"
(Pippo Sowlo)

Queste solo alcune delle miriadi di perle sessiste con cui i trappisti italiani farciscono i loro testi, in una rincorsa a chi riesce non solo a offendere meglio e più profondamente l’intera categoria femminile, ma anche la lingua italiana.
Ci sarà chi ne capisce l'intrinseca semantica e la parodia macchiettistica, ci sarà chi non capisce il metatesto, ci sarà chi è violento e ne trarrà gratificazione, ci sarà chi la violenza la prova sulla propria pelle tutti i giorni e si sentirà ancora una volta violentata dalle parole. Quello di cui siamo certe è che noi ci leggiamo solo una bieca corsa al profitto ancora una volta sfruttando la donna alla faccia delle possibili conseguenze.

lunedì 9 dicembre 2019

#IOSOSTENGODUNA continua...ecco dove!

Prosegue la nostra campagna di sensibilizzazione #IOSOSTENGODUNA nei negozi del centro della città di Massa, ecco l'elenco completo di dove potrete trovare le nostre spille e darci così un piccolo aiuto. 

Fate un regalo di Natale solidale!










E' possibile trovare le nostre bellissime spille della campagn#iosostengoduna presso tantissimi negozi della città che hanno deciso di aderire e sostenere la raccolta fondi per il Centro Antiviolenza D.U.N.A. e la nostra Casa Rifugio.

Un grazie di cuore va quindi a tutti questi punti vendita:

Lazzarelli web - Via Petrarca

Le coccole Bio - Via Guidoni

Lazzarelli web Donna - Via Portafabbrica

Enjoy - Via San Sebastiano

Jack Rabbit - Via Bastione

Tourist Coop - Via Guidoni

Dieci - Via del Mercato

Apuan Bar - Piazza Aranci

Il Fatty - Via Ghirlanda

50 sfumature di vino - Via Zoppi

Il cavallino a dondolo - Piazza Bertagnini

Chateau wine bar - Via del Mercato

Ottica Piazza Aranci - Piazza Aranci

Osteria del Borgo - Via Beatrice

May - Via Dante

Mood Massa - Via Ghirlanda

Milani Oreficeria - Piazza Aranci

SartinArte - Via Cairoli

L'albero azzurro - Via Cavour

Ali di carta - Piazza Aranci

L'emporio Pet - Via Ghirlanda

Très Chic - Parrucchiera - Via Salvetti

Pizzeria Zero Uno - Via Ghirlanda

Genesi Istituto di bellezza - Via Padova Marina di Massa

L'angolo del gusto - Via Foce

Hair Visi Parrucchiera - Piazza Istria

Hair Couture - Viale Stazione

Artemisia - Via Vincenzo Giudice

Artecna - Via Pacinotti

Bene-Stare -  Via delle Mura Sud

Tofee - via Cairoli


Un ringraziamento speciale al CCN Massa da Vivere per la collaborazione!

lunedì 2 dicembre 2019

Comunicato stampa: La casualità del male...

La casualità del male...

C'è chi dice "ragazzate", chi "i soliti vandali" , chi attribuisce al bere tanto e male...
noi no, noi pensiamo che siano atti violenti e non casuali.

Il 24 novembre 2019, alla vigilia della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, viene divelta dal suolo la statua Sophia, voluta dalla famiglia Biagi, in memoria di Cristina e di tutte le donne vittime di femminicidio, il 30 novembre viene totalmente distrutta la panchina rossa sita in Piazza Garibaldi simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, realizzata dalle e dagli studenti dell'istituto Palma. 

24/11/2109 La statua Sophia divelta e a terra in Piazza Aranci, Massa

30/11/2019 Sopra le ragazze ed i ragazzi dell'Istituto Palma quando realizzarono la panchina rossa e sotto la panchina distrutta, Piazza Garibaldi, Massa

Ci domandiamo, vi sembra possibile che nella settimana della giornata internazionale contro la violenza sulle donne vengano colpiti gli unici due simboli cittadini dedicati a questo tema? Per noi no. 

Non ci stiamo e non lo accettiamo e anzi crediamo sia sempre più urgente agire sulla prevenzione e sulla cultura. 

La nostra città, Massa, dimostra ogni giorno di più una deriva estremamente pericolosa, sempre più donne richiedono aiuto al nostro Centro Antiviolenza DUNA, solo questo anno, dal gennaio ad oggi sono 102, e la nostra casa rifugio è sempre occupata da nuclei donne/minori in situazione di altissimo pericolo. 

Nelle scuole dove spesso organizziamo e attiviamo momenti formativi di prevenzione si riscontra una visione barbara delle relazioni uomo/donna, dove la seconda è vista dai più come oggetto di possesso, non persona e ciò viene confermato dai dati Istat appena usciti. Dati da cui emerge che per un/a cittadino/a italiano/a su quattro lo stupro dipende da come la donna si vesta (anno 2019 D.C.). 

Alla luce di tutto questo vogliamo lanciare un appello che faccia eco a quello del nostro Presidente della Repubblica, stiamo vivendo in un periodo particolarmente buio, soprattutto per noi donne, riteniamo che ciascuna e ciascuno di noi si debba fare carico del problema e si faccia agente del cambiamento culturale necessario. 

Vedete un ragazzo fare un atto violento contro cose o persone? Fermatelo, provate a parlarci e se le parole sembrano essere inutili, chiamate chi di dovere. 

Sentite urla provenire dalla casa vicina alla vostra? Trovate il modo di parlare con quella donna, datele il numero del Centro Antiviolenza, e se la situazione vi sembra grave chiamate le Forze dell'ordine. 

Siete insegnanti e nelle vostre classi emergono atteggiamenti sessisti, violenti o simili? Fermate ogni programma scolastico imposto e offrite momenti di riflessione profonda, fate lavorare su questo, non passate sopra a nessun atteggiamento di prevaricazione. 

Siete allenatori/trici di qualche squadra sportiva? Organizzate momenti dedicati al rispetto dell'altra/o, educate alla non violenza. 

E così via...


Ognuna ed ognuno di noi può e deve fare qualcosa, è responsabilità collettiva, è creare una società migliore, è dare speranza alle nostre figlie, che non subiscano mai e ai nostri figli, che rifiutino la violenza, che imparino ad amarsi ed amare.


Le donne dell'Associazione A.R.Pa.

lunedì 18 novembre 2019

#IOSOSTENGODUNA UNA SPILLA PER AIUTARE LE DONNE VITTIME DI VIOLENZA




Dal 20 novembre nei negozi del centro storico grazie alla collaborazione con il CCN Massa da Vivere

#IOSOSTENGODUNA UNA SPILLA PER AIUTARE LE DONNE VITTIME DI VIOLENZA

Il Comune di Massa al fianco dell'iniziativa di A.R.PA. per supportare Centro Antiviolenza e Casa Rifugio













Massa 18 novembre 2019
Da mercoledì 20 novembre i clienti dei negozi del CCN Massa da Vivere potranno dare un contributo tangibile alle donne vittime di violenza. Con una piccola donazione potranno portare a casa la spilla simbolo della campagna #IoSostengoDuna, iniziativa realizzata dall'associazione A.R.PA. col patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Massa per sostenere il Centro Antiviolenza cittadino D.U.N.A. e la Casa Rifugio collegata.
La spilla raffigura un fiore stilizzato di colore fucsia, in linea con l'immagine coordinata della Giornata Mondiale per l'eliminazione della violenza contro le donne che si terrà il 25 novembre. 




"Come Centro Antiviolenza siamo attive dal 2013 e abbiamo sostenuto oltre 300 donne nel percorso di fuoriuscita dalla violenza - dichiara Laura Del Mancino, Presidente dell'Associazione A.R.PA. -. Chiediamo alla cittadinanza di stare dalla parte giusta e indossare con orgoglio  la spilla #IoSostengoDuna per aiutarci a continuare a stare dalla parte giusta: quella delle vittime della violenza di genere".
"Abbiamo condiviso con convinzione questa iniziativa di A.R.PA. che apre di fatto la campagna di sensibilizzazione per la giornata del 25 novembre - precisa Amelia Zanti, assessora del Comune di Massa con delega alle pari opportunità e violenza di genere - come amministrazione abbiamo preparato un calendario di eventi assieme ad associazioni ed enti che si svolgeranno su più giornate."

"La violenza contro le donne è un'emergenza e siamo felici di poter dare il nostro contributo perché i massesi e le massesi ne siano sempre più consapevoli" conclude Christian Lazzarelli, Presidente del CCN Massa da Vivere.

sabato 2 novembre 2019

Novembre 2019: tutte le iniziative

Come ogni anno il novembre diventa un mese pieno di iniziative a contrasto della violenza sulle donne, tante date, giornate formative e incontri nelle scuole.
Ecco tutti gli eventi:

Iniziamo con elencare i quattro incontri nelle scuole del territorio con il progetto regionale Liber* Tutt* che vede una parte in cui siamo attivamente coinvolte curata dall'attrice Daniela Morozzi dal nome "Domande del genere? Un TALK oltre gli stereotipi"
7 Novembre saremo dalle 10.30 alle 12.30 al Teatro Quartieri di Bagnone, Piazza Europa 9 dove incontreremo i/le ragazzi/e del Liceo Scientifico di Villafranca e dei Professionali di Bagnone
8 Novembre dalle 11.00 alle 13.00 saremo all'IPSIA Barsanti, Via Poggioletto 26, Massa
20 Novembre dalle 11.00 alle 13.00 saremo al Liceo delle Scienze Umane Pascoli, Viale Stazione 49, Massa
21 Novembre dalle 11.00 alle 13.00 saremo all'ITI Meucci, Via Marina Vecchia 230, Massa

in ogni mattinata incontreremo circa 90 ragazzi/e che rivolgeranno le loro domande sul tema della violenza alle seguenti operatrici dell'Associazione A.R.PA.:
Dott.ssa Ilaria Tarabella esperta in questione di genere e antropologa di genere,
Dott.ssa Francesca Rivieri, esperta in comunicazione e linguaggio di genere ,
Avvocata Laura Del Mancino,  esperta in tutela legale delle donne e minori vittime di violenze
Dott.ssa Erika Balestri, psicologa e psicoterapeuta.


Il 16 ed il 22 Novembre dalle 8.30 alle 13.00 presso la Biblioteca di Carrara grazie ad un progetto regionale dello Sportello Migranti e Antidiscriminazione di Carrara abbiamo organizzato due giornate formative

16 Novembre 

Evento FB: Violenza di genere: rappresentazioni e linguaggio

22 Novembre




Evento FB: Violenza di genere: strategie di intervento


Il 23 Novembre saremo alla manifestazione nazionale contro la violenza a Roma


Evento FB: 23N: Siamo Rivolta! Manifestazione nazionale Non Una Di Meno

Il 25 Novembre parteciperemo al Consiglio Comunale aperto intervenendo sul tema del contrasto della violenza e del lavoro del nostro Centro Antiviolenza D.U.N.A._Donne Unite Nell'Antiviolenza.


Da metà mese di Novembre 2019 daremo poi il via alla nostra campagna di sensibilizzazione #IoSostengoDUNA con il patrocinio di Regione Toscana e Comune di Massa e la collaborazione del CCN (Centro Commerciale Naturale) di Massa, tutti i dettagli della campagna vi verranno svelati presto, seguiteci qui sul nostro blog e/o sulla nostra pagina FB Associazione A.R.PA.



Nessuno, di fronte alle donne, è più arrogante, aggressivo e sdegnoso dell’uomo malsicuro della propria virilità.
Simone de Beauvoir




sabato 14 settembre 2019

La mia parola contro la sua. La Giudice Paola Di Nicola a Massa.

Siamo orgogliose di avere con noi la Giudice Paola Di Nicola venerdì 11 ottobre per la presentazione del suo libro "La mia parola contro la sua".

Interverranno la PM Alessandra Conforti e la nostra Avvocata Laura Del Mancino.

Il Tribunale non è un luogo separato dalla realtà culturale e sociale in cui opera, ma è la sua ulteriore ed ennesima rappresentazione. Da questo consegue che se nel contesto in cui vivono e lavorano i giudici, le forze dell’ordine, gli avvocati, i testimoni, le vittime e gli imputati esistono pregiudizi e stereotipi nei confronti delle donne, a partire da quello più diffuso secondo cui le donne sono esagerate ed isteriche, questi entreranno inevitabilmente anche nell’aula di giustizia, si replicheranno e rischieranno di ridimensionare il racconto di chi ha subito violenza maschile.D’altra parte il contesto sociale e culturale, a livello planetario, ha sempre tollerato la violenza maschile contro le donne. Pensiamo alla naturalità con cui ogni donna subisce molestie sull’autobus o in discoteca, barzellette sessiste a scuola, battute mortificanti sul proprio genere nei luoghi di lavoro, fino a vere e proprie violenze. Sono atti ovviamente ben diversi gli uni dagli altri, ma diffusissimi e quotidiani e tutti volti a ridimensionare e ridicolizzare il genere femminile. Tutto avviene in gran parte senza generare alcuna reazione e questo chi abusa lo sa. Ce lo dice l’ISTAT: il 93% delle donne che subiscono violenza non denuncia. Se reagiamo invece tutto intorno a noi ci dice che forse non abbiamo capito lo scherzo, che siamo esagerate. E noi alla fine arriviamo a pensare che forse è proprio così, ce ne convinciamo e taciamo. Da qui inizia il pregiudizio che entra nelle aule di giustizia nei pochissimi casi in cui si rompe il proprio silenzio. (Paola Di Nicola)
Vi aspettiamo numerose e numerosi.



venerdì 5 luglio 2019

La diversità è oro! Le sorelle disobbedienti.

Ieri sera all'iniziativa
"Senza giacca e cravatta. La diversità è oro"
organizzata dal movimento nato un anno fa a seguito dell'insulto scritto sul muro della Libreria Ali di Carta dei fratelli Niccolai in Piazza Aranci, come ARPA abbiamo portato il nostro contributo attraverso un racconto creato da Ilaria Tarabella:

Le sorelle disobbedienti

C'erano una volta e ci sono ancora donne sorelle figlie della madre terra che hanno creato in anni di raccolta di saperi, sacrifici e impegno un luogo per altre sorelle. Un luogo dove esprimere ogni tipo di abuso e sopruso, un luogo di donne per le donne, uno spazio di libertà.
C'era una volta e c'è ancora un grande e potente mostro in giacca e cravatta, il Pater Archon, che cerca in tutti i modi di mangiare tutte le sorelle che disobbediscono al suo volere, che si ribellano alla sottomissione e che creano luoghi per sostenere altre sorelle disobbedienti.
Un giorno le sorelle, che credono fortemente nella forza delle donne, studiano un piano affinché il mostro Pater Archon venga sconfitto.
Chiamano a raccolta tutte e tutti coloro che sono ritenute e ritenuti disobbedienti, tutte e tutti coloro a cui sono state mangiate le persone più care, tutte e tutti coloro che vengono man mano aggiunti alla lista del mostro come ribelli, difformi, non naturali, senza giacca e cravatta. Una volta arrivate tutte le persone convocate decidono che è giunta l'ora di creare un potente antidoto al Pater Archon, e tutte e tutti gridarono insieme frasi di giubilo e di incitamento. Cominciano diversi scambi di opinione, chi pensa ad un'arma, chi pensa ad un veleno, chi pensa ad un virus, chi pensa all'impiccagione usando la tanto amata cravatta del mostro, ma le sorelle sorridenti dicono: "possiamo scegliere e siamo libere di farlo, in base a ciò che conosciamo, possiamo decidere di indossare giacca e cravatta e usare le stesse identiche modalità del mostro, oppure possiamo decidere e scegliere un nostro modo, diverso, antico quanto nuovo!"
La decisione è presa, si tratta di iniziare a costruire ciò che sarà in grado di abbattere il mostro, ha forma, ha vita, ha cuore, ha abiti comodi o succinti, è libera, essa è Sofia, essa è sapienza, essa è conoscenza, essa abbatterà il mostro.
La storia fine non ha perché tutto deve ancora compiersi, la strada è lunga, ma le sorelle sono tante e soprattutto libere, indecorose e  immortali.

lunedì 8 aprile 2019

Chiediamo il ritiro dell'Accordo tra Regione Toscana e Forum delle associazioni per i diritti della famiglia #Save194 #AutodeterminazioneDelleDonne


Lettera al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi

I quattordici centri antiviolenza che costituiscono il ​Coordinamento Tosca intendono con la presente esprimerle la loro grande preoccupazione rispetto ai contenuti dell’Accordo di collaborazione recentemente sottoscritto tra la Regione Toscana- Aziende Sanitarie AUSL Toscana Centro, AUSL Nord Ovest, AUSL Sud-Est e il Forum toscano per i diritti della famiglia. 

L’Accordo finanziato dalla Regione Toscana (art.4 all. DGR 1886/2017) interessa aree di intervento specifiche dei consultori del servizio pubblico e prevede una collaborazione per la progettazione e realizzazione di azioni e iniziative con la rete di servizio e sostegno del Forum.
Il “Forum toscano per i diritti alla famiglia” è dichiaratamente antiabortista e nel suo sito web sono espresse posizioni che contrastano con il principio di laicità dello Stato, mettono in discussione l’autodeterminazione della donna e promuovono una visione della famiglia tradizionale, formata unicamente da una coppia uomo-donna e figli con la donna relegata ad un ruolo prevalentemente materno e domestico.
Ci ha meravigliato che la Regione Toscana, da sempre attenta al rispetto e alla promozione dei diritti delle donne e di tutte le diversità, abbia approvato un siffatto accordo. 

In particolare poniamo l’attenzione sui seguenti aspetti dell’Accordo:
​-- area socio educativa: le azioni dell’Accordo riguardano la promozione del benessere psico-fisico dei ragazzi e delle ragazze preadolescenti nella fase di maturazione affettiva e sessuale in collaborazione con la scuola e i genitori.
Tale azione di lavoro con i ragazzi e le ragazze ha un’importanza fondamentale sul piano della prevenzione per la costruzione di modelli non stereotipati del maschile e del femminile che possono incidere sul piano culturale nel cambiamento dei rapporti uomo/donna anche a contrasto della violenza di genere e delle discriminazioni.
Su questa azione ci aspettavamo collaborazioni con i centri antiviolenza che da anni sono impegnati sul territorio regionale e nazionale a contrastare il fenomeno della violenza alle donne e ai loro figli, collaborazioni volte a creare sinergie tra soggetti del pubblico e del privato con l’obiettivo di dare vita a percorsi strutturati a partire dalle scuole.
-- area socio-sanitaria: ​in quest’area,​estesa anche al percorso nascita e IVG (interruzione volontaria della gravidanza), riaffermiamo il diritto all’autodeterminazione di ciascuna donna nel decidere la propria maternità e che tale diritto debba essere garantito nella sua applicazione secondo la legge 22/5/78 n. 194 e nel percorso consultoriale anche con l’applicazione dell’aborto farmacologico e l’accesso alla contraccezione gratuita.
Ci saremmo aspettate un aumento di finanziamenti per la contraccezione gratuita e per il potenziamento della rete consultoriale non certo finanziamenti a chi ostacola la contraccezione e la libera scelta delle donne .
Ci chiediamo quali siano gli strumenti di controllo che si intende mettere in atto a garanzia della privacy e riservatezza delle donne, dell’effettiva applicazione della legge n.194, della chiarezza metodologica dell’accoglienza e della presa in carico, nonché quali siano il ruolo e le funzioni del Forum nelle reti territoriali.
In particolare per quanto attiene l’accoglienza nei consultori di donne vittime di violenza, di cui l’Accordo non fa cenno, esprimiamo la nostra contrarietà all’applicazione di interventi di mediazione come peraltro ribadito dalla Convenzione di Istanbul ratificata dal nostro paese.
Sottolineiamo l’importanza che i consultori possono avere nel rilevare situazioni di violenza contro le donne durante la gravidanza e auspichiamo maggiori collaborazioni con i centri antiviolenza definendo modalità e percorsi condivisi per la presa in carico. 

Pertanto Le chiediamo il ritiro dell’Accordo sottoscritto con il “Forum toscano delle associazioni per i diritti della famiglia” e un incontro per approfondire la tematica. 

Grazie per la Sua disponibilità
Coordinamento Centri Antiviolenza Toscani - TOSCA 

Associazione “Donne Insieme Valdelsa”- Colle Val d ‘Elsa
Associazione “Pronto Donna” - Arezzo
Associazione “Artemisia” - Firenze
Associazione “Luna”- Lucca
Associazione “365giornialfemminile”- Montecatini
Associazione “Amica donna” – Montepulciano
Associazione “Casa della donna” – Pisa
Associazione “Donna chiama donna” – Siena
Associazione “ Arpa” – Massa
Alice cooperativa sociale-centro “La Nara”- Prato
Associazione “Frida”- San Miniato 
Associazione “ L’una per l’altra” – Viareggio
Associazione “ Olympia de Gouges" - Grosseto - Orbetello

Donne e Resistenze

Comunicato stampa: Donne e Resistenze.

“L’unica volta che mi misi del rossetto fu per mettere una bomba“ Teresa Mattei "Partigiana Chicchi"

Sabato 13 Aprile dalle ore 14.00 presso il Parco dei Quercioli, Massa, la Rete Antisessista organizza "Donne e Resistenze" immagini e parole per ricordare le Partigiane della Liberazione dal Fascismo e tutte le donne combattenti di ieri e di oggi.
Il contributo dato dalle donne alla Resistenza è stato fondamentale, ma finita la guerra è stato in gran parte sottovalutato e taciuto. L'Italia fu liberata, ma le donne no. Staffette, combattenti, fattorine, infermiere, ricercatrici di denaro e cibo. 35mila partigiane combattenti, 20mila patriote (donne che non presero le armi ma collaborarono con la Resistenza), decine di migliaia di aderenti ai GDD (Gruppi di Difesa della Donna).
Tra le donne vi furono 623 morte in combattimento, 1500 deportate nei lager, 4500 arrestate e spesso torturate e violentate.
“Cogli uomini sfilarono le partigiane, in abiti maschili, e qui qualcuno tra la gente cominciò a mormorare – Ah, povera Italia!”, perché queste ragazze avevano delle facce e un’andatura che i cittadini presero tutti a strizzar l’occhio. I comandanti, che su questo punto non si facevano illusioni, alla vigilia della calata avevano dato ordine che le partigiane restassero assolutamente sulle colline, ma quelle li avevano mandati a farsi fottere e s’erano scaraventate in citta” (Fenoglio, “I ventitrè giorni della città di Alba”)
Nell'ultimo punto del Programma dei Gruppi di difesa della donna e per l’assistenza ai combattenti della Libertà si legge:"Le donne di ogni fede religiosa, tendenza politica, donne senza partito chiedono la possibilità di accedere a qualsiasi impiego. Unico criterio: il merito."
Richiesta tristemente disattesa, ci vorrà un’altra generazione prima che emerga nuovamente la voce delle donne.

Ancora oggi le donne combattono per i loro diritti, contro guerre e sopraffazioni, contro un patriarcato che le vorrebbe relegare ancora una volta tra le mura domestiche.
Con questa iniziativa le vogliamo omaggiare tutte, senza di loro non ci saremmo noi oggi.

#ReteAntisessistaMs #ARPA #DonneResistenti

Evento Fb:  Donne e Resistenze 
















giovedì 4 aprile 2019

Ciò che non si nomina non esiste!

Comunicato stampa in merito all'emendamento passato ieri nella Commissione Affari Istituzionali del Comune di Massa.

Ciò che non si nomina non esiste.


Occuparsi di linguaggio di genere non significa concentrarsi su un aspetto formale della lingua italiana. La lingua infatti non è solo uno strumento di comunicazione ma riflette ed esplicita identità e valori della società che la utilizza e, allo stesso tempo, influenza il modo di pensare, interpretare e definire la realtà.
Dietro forme ed espressioni linguistiche di uso comune spesso si celano stereotipi e pregiudizi sociali, culturali e sessuali che, nell’uso della lingua, sono trasmessi spesso in maniera inconsapevole.
Di conseguenza la prevalenza del genere maschile nella lingua italiana riflette l’effettiva asimmetria di potere esistente nella nostra società. La declinazione al maschile della maggioranza delle professioni, dei ruoli lavorativi e degli incarichi pubblici è dovuta, infatti, alle limitazioni relative alla possibilità di intraprendere alcune carriere professionali o di assumere cariche pubbliche di un certo rilievo da parte delle donne.
Per garantire pari opportunità occorre, invece, riconoscere e valorizzare le differenze di genere. Al linguaggio viene quindi riconosciuto un ruolo strategico per dare riconoscimento e dignità alle donne e ai ruoli che esse ricoprono e per poter proseguire sulla strada dei diritti e dei mutamenti culturali.
Occorre un cambio di passo verso il rinnovamento della lingua e della cultura, in questo senso gli Enti pubblici possono svolgere un ruolo propulsivo molto importante.
Capirete quindi lo sconforto nell'apprendere la notizia che ieri in Commissione Affari Istituzionali, sulla stesura del nuovo regolamento del Consiglio Comunale, è passato un emendamento votato dalla maggioranza e rifiutato dalla minoranza per togliere il linguaggio di genere dal suddetto regolamento.
È una questione culturale prima ancora che linguistica ed è chiaro che la cancellazione della metà del genere umano da un documento ufficiale sia un atto simbolico che ancora una volta discrimina ed esclude le donne. Chiediamo che l' Assessora Zanti con delega alle pari opportunità e il Sindaco come garante dei diritti di tutte e tutti cittadine/i rifiutino a gran voce questa proposta che ci riporta indietro di anni. 


Le donne dell'Associazione ARPA


lunedì 1 aprile 2019

Siamo marea! #Verona #30M2019

Sabato 30 marzo la Rete Antisessista MS è partita per Verona con un pullman organizzato dalla Cgil e data la continua richiesta di posti, molte e molti si sono organizzati/e con macchinate e/o pulmini, in partenza da Massa Carrara, per un'Italia laica e libera dagli integralismi.
A Verona, infatti, il 29/30/31 marzo si è tenuto il Wcf ( World Congress of Families), ovvero il congresso mondiale delle famiglie, che ha visto la partecipazione di esponenti di diversi paesi europei ed extraeuropei con posizioni oscurantiste e pericolose, paesi dove l’omosessualità è reato o viene perseguita, dove l’aborto è illegale o dove vengono sistematicamente presentati progetti di legge per renderlo tale. Non sono mancati ministri del nostro governo come Fontana, già conosciuto per le sue posizioni antiabortiste ed omofobe, Bossetti ministro dell'istruzione, Salvini e il senatore Pillon "padre" del ddl che mette a rischio l'incolumità di donne e minori, nonché cerca di osteggiare il divorzio.
I gruppi e gli individui che si identificano con l’agenda ideologica del WCF sono per la “famiglia tradizionale” (cioè patriarcale ed eterosessuale), contro l’aborto e i diritti riproduttivi, contro i matrimoni gay e i diritti LGBTQI, contro il divorzio, gli studi di genere e l’immigrazione.
Nel 2014, il Southern Poverty Law Center (organizzazione USA senza fini di lucro, impegnata nella tutela dei diritti delle persone) ha incluso il Congresso Mondiale delle Famiglie nella lista dei gruppi d’odio. Il WCF, hanno scritto, «promuove una visione rigida della famiglia, basata esclusivamente sul matrimonio di un uomo eterosessuale con una donna eterosessuale e i loro figli biologici […]. Strettamente connessa a questa ideologia è un’aderenza a rigidi ruoli di genere binari, in cui gli uomini sono i capi della famiglia e le donne le loro aiutanti e le fattrici dei loro figli».
Il 30 quindi da Massa Carrara, come da tutta Italia, abbiamo risposto numerose e numerosi alla chiamata del movimento Non Una Di Meno e ci siamo ritrovate/i in piazza a Verona in un corteo, concretizzazione di una grande rete, fondamentale per parlare un linguaggio forte e corale, che sia in grado di contrastare i violenti e i reiterati attacchi alla libertà di donne e uomini. In particolare ai diritti conquistati negli anni passati dalle battaglie democratiche del movimento delle donne per la laicità dello Stato e per affermare nella società italiana i temi dell'autodeterminazione, dei diritti e della libertà.