venerdì 18 dicembre 2015

Io Sostengo DUNA! 19 e 20 dicembre 2015 Piazzetta Manfredi-Massa




Il Centro Antiviolenza D.U.N.A al Mercatino di Natale in Piazzetta Manfredi a Massa

Domani sabato 19 e domenica 20 dicembre dalle ore 10.00 fino alle 19.00 A.R.PA. sarà presente con uno stand del Centro Antiviolenza D.U.N.A.-Donne Unite Nell'Antiviolenza- al Mercatino di Natale di Massa. 

 

Veniteci a trovare per avere informazioni, conoscerci e 

sostenerci con un piccolo gesto di solidarietà!


Auguri di Buone Feste 

solidali!!!



domenica 13 dicembre 2015

Violenza sulle donne: Diamoci un taglio! Giovedì 17 Dicembre, Stanze del Teatro Guglielmi

Giovedì 17 Dicembre 2015 alle ore 21.15 presso le Stanze del Teatro Guglielmi l'Associazione culturale L'Incontro ci ha invitate a parlare di violenza sulle donne.

Parleremo della situazione del nostro territorio, dei dati del nostro Centro Antiviolenza D.U.N.A.-Donne Unite Nell'Antiviolenza, di come l'Amministrazione Comunale di Massa sta procedendo per far fronte a questa problematica socio-culturale.

Racconteremo i quasi due anni di attività come Centro Antiviolenza che ci vedono impegnate 24 ore su 24 in maniera del tutto volontaria per supportare tutte le donne, e i/le loro minori a carico, che vogliono uscire da situazioni di violenze, abusi, maltrattamenti. 

Due anni intensi, di duro lavoro, ma anche di successi significativi quali primo fra tutti  vedere in concreto donne che riprendono in mano le proprie vite,
 l'inserimento nell'elenco del 1522 il numero nazionale di pubblica utilità antiviolenza, 
 l'ingresso nel Coordinamento regionale dei Centri Antiviolenza TOSCA,
 la firma del protocollo provinciale antiviolenza,
 la stesura di procedure operative con le Assistenti Sociali del nostro territorio.

Tanto di cui parlare, tanto su cui riflettere,  invitiamo caldamente tutta la cittadinanza a partecipare a questa serata!

Qui il link dell'evento su FB: Violenza sulle donne: diamoci un taglio!




mercoledì 9 dicembre 2015

Perchè diciamo NO all'emendamento Giuliani detto "Codice Rosa"

A.R.PA._Associazione Raggiungimento Parità aderisce all'appello lanciato dalla rete nazionale dei Centri Antiviolenza D.I.RE. contro l'emendamento Giuliani detto "Codice Rosa"

Un emendamento alla legge di stabilità toglie diritti e libertà alle donne picchiate che vanno al Pronto Soccorso. Va ritirato immediatamente.
L’emendamento detto “Codice Rosa” n. 1.131 al ddl Atto della camera 3444 cd. Legge di Stabilità a firma Giuliani, Verini, Ferranti, Ermini, Gribaudo, Tartaglione, Bazoli, Amoddio, Mattiello, Zan, Campana, Guerini, Morani, Rostan, Pini, Locatelli, Galgano, Milanato, Polverini, D.Bianchi,  minaccia la libertà e i diritti delle donne che subiscono violenza.
L’emendamento configura infatti un percorso obbligatorio, e a senso unico: una donna che si rivolge al Pronto Soccorso sarebbe automaticamente costretta un tracciato rigido, senza poter decidere autonomamente come agire per uscire dalla violenza, e si troverebbe di fronte  un magistrato o a un rappresentante della polizia giudiziaria prima ancora di poter parlare con una operatrice di un Centro Antiviolenza che la ascolti e la sostenga nelle sue libere decisioni. L’emendamento quindi mette in pericolo l’incolumità fisica e psichica delle donne che subiscono violenza maschile, e rischia di compromettere l’emersione del fenomeno.  Questo emendamento è frutto di un analfabetismo costituzionale, legislativo, sociale e culturale.
Infatti, se l’emendamento “Codice Rosa” fosse approvato, una donna picchiata avrebbe paura di rivolgersi al Pronto Soccorso per farsi curare, già sapendo che la sua richiesta di aiuto e di prestazioni sanitarie si tradurrebbe automaticamente in una azione di polizia e poi giudiziaria. E poi chi garantirebbe l’incolumità fisica della donna dopo la visita al Pronto Soccorso? Una delle ragioni per cui le donne stentano a chiedere aiuto e a denunciare è proprio che hanno paura di essere uccise dal maltrattante se lo fanno.
L’emendamento “Codice Rosa” è in aperta contraddizione con la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica del Consiglio d’Europa. La Convenzione di Istanbul è stata sottoscritta dall’Italia ed è giuridicamente vincolante dall’agosto 2014. Per le donne che subiscono maltrattamenti prevede il diritto di disporre di un sistema di supporto coordinato tra diversi attori territoriali, come i Centri antiviolenza, i Pronto Soccorso, le forze dell’ordine formate all’uopo, servizi sociali, eccetera.
I Centri Antiviolenza, che hanno venticinque anni di esperienza nell’affrontare quotidianamente la violenza contro le donne, sono completamente cancellati dall’emendamento “Codice Rosa”. La violenza maschile contro le donne viene considerata un problema sanitario e di ordine pubblico e sicurezza, invece di essere affrontata come fenomeno strutturale e complesso di ordine politico, sociale e culturale.
L’emendamento “Codice Rosa” è in aperta contraddizione con la vigente legge 119/13, con il pur discutibile Piano Nazionale Antiviolenza appena firmato dal Governo, con tutte le leggi Regionali in materia, e annulla il ruolo fondamentale del Dipartimento delle Pari Opportunità previsto dalla legge.
Le Procure della Repubblica dovrebbero svolgere un lavoro che nulla ha a che vedere con le funzioni dell’autorità giudiziaria. E’ illecito e privo di fondamento che il Ministero della Giustizia si intesti queste attività.
Sono anni che il Ministero dell’Interno e quello della Sanità cercano di far passare il “Codice Rosa” come soluzione del problema della violenza maschile contro le donne, nonostante il parere contrario e l’opposizione di tutti coloro che hanno esperienza in questo campo, innanzitutto i Centri Antiviolenza, il mondo dell’associazionismo delle donne, le organizzazioni sui diritti umani.
Noi ci rivolgiamo alle parlamentari ai parlamentari che hanno a cuore la battaglia per mettere fine alla violenza contro le donne perché contrastino l’emendamento Giuliani, e alle firmatarie e ai firmatari perché lo ritirino.


Firme 
D.i.Re Donne in Rete contro la violenza
UDI Unione Donne in Italia
Casa Internazionale delle Donne di Roma
Associazione Nazionale Telefono Rosa
Fondazione Pangea
Ferite a morte
Associazione Lenove
Be Free, Cooperativa sociale
Giovanna Martelli, Deputata
Lea Melandri, Presidente della Libera Università delle Donne di Milano
Gabriella Paolucci, Sociologia Università di Firenze
Associazione SCOSSE
Marisa Guarneri, Fondatrice e Presidente Onoraria CADMI
Giorgia Serughetti, Ricercatrice Sociale, Università Bicocca
Michela Marzano, filosofa, politica e saggista italiana, deputata PD
Camilla Sgambato, deputata PD
Emilia Martorana – Coordinamento 21luglio Palermo
Clara Denaro, Palermo
Giusy Chirico
Simona Marino, delegata P.O. Comune di Napoli,
Stefania Giambalvo, Insegnante
Pina Mandolfo, Regista
Associazione Differenza Donna-Roma
Rosi Castellese, Arci Palermo
Maddalena Associazione di Volontariato
A.R.PA-Associazione Raggiungimento Parità
Alessandra Bozzoli
Centro Donna Lilith-Latina
Francesca Traina, Dirigente scolastico Palermo
Associazione Donn’è-Ortona
Daniela Raja, Insegnante
Enza Longo
Fausta Ferruzza
Mariella Pasinati,UDI Palermo
Annalisa Messina
Francesca Delogu
Angela Militello
Angela Galici
Antonella Monastra, Ginecologa,Consigliera comunale Palermo
Alessia Maria Marturano
Donatella Pucci
Sonia DiSilvestre
Patrizia di Rocco
Associazione Olympia de Gouges
Alessandra Notarbatolo
Cristiana Mattiello,Insegnante
Coordinamento Antiviolenza 21Luglio
Fulvia Pirrone
Giulia de Spuches,Insegnante
Marina Leopizzi
Isabella Marotta
Unite in Rete-Firenze
Rete delle Donne antiviolenza-Perugia
Marida Leuzzi
Anna Maria Ricotta
Licia Masi, Assistente Sociale
Associazione EOS-Varese
Associazione Onda Rosa-Nuoro
Maria Martino
Ermelinda dell’Erba
Barbara Beni
L’albero di Antonia-Orvieto


Per adesioni scrivete a: direcontrolaviolenza@women.it

sabato 5 dicembre 2015

Maternità surrogata che dilemma!

Oltre a voler esprimere di essere perfettamente d'accordo con la bioeticista Chiara Lalli 
Le femministe condannano la maternità surrogata. Le femministe sono contro l’utero in affitto (è il titolo dell’articolo di oggi sulla Repubblica, Femministe contro l’utero in affitto: “Non è un diritto”).
Forse sarebbe meglio dire “alcune femministe”, perché la presunzione di incarnare l’universo femminista è la stessa di decidere al posto di qualcun altro senza nemmeno chiedergli il parere (nell’articolo sulla Repubblica, più o meno a metà, lo si scrive esplicitamente: “alcune femministe”). È per il nostro bene, ovviamente, come il più feroce e infido paternalismo. Siete troppo sciocche per decidere da sole. Ci siamo noi a difendervi. Non lo avete chiesto? Pazienza. Abbiamo già detto che è per il vostro bene?
c'è una cosa che ci preme dire! Alcune di noi hanno fatto parte di Snoq (Se non ora quando?) e quindi possiamo affermare che quel movimento vasto ed originario non esiste più proprio a causa della presunzione, strumentalizzazione e di certo zero femminismo di alcune (troppe!)...quindi oltre a non rappresentare proprio nessuna, men che meno le femministe, ci chiediamo chi ancora "usi" questo slogan "Se non ora quando" facendo credere che dietro vi sia un gran numero di donne, quando chi era presente al momento della disgregazione sa che così non è...l'ennesima strumentalizzazione su un tema poi che va trattato informandosi bene, studiando casi e mantenendo sempre al centro il concetto di autodeterminazione. 



Che poi come giustamente si chiede la Lalli, anche noi ci chiediamo...come mai parlarne proprio ora? 
Aldilà di come la si pensi, sapete da quanto esiste la maternità surrogata?  A livello legislativo dagli anni '80 e a livello sociale da sempre. Consigliamo per approfondimenti la lettura del documento redatto dall'Avvocata Ida Parisi “UTERO SURROGATO: NORMATIVE A CONFRONTO”

Chi parla avrà poi sicuramente approfondito le differenze tra“maternità surrogata” (traditional surrogacy), con riferimento ad una pratica in base alla quale una donna, dietro corrispettivo o a titolo gratuito, presta il proprio utero ad una coppia di persone, impossibilitata ad avere figli a causa della impossibilità fisica della partner di portare a termine una gravidanza, impegnandosi a farsi fecondare artificialmente con il seme dell’uomo della coppia, o di un donatore, a condurre a termine la gravidanza, e a consegnare ai committenti il figlio, così concepito; e  “affitto dell’utero”(gestational surrogacy) con riferimento alla pratica in cui la donna incaricata si limita a portare avanti la gravidanza. Il materiale genetico impiegato è, infatti, interamente proveniente dalla coppia committente , o eventualmente da altri donatori.





Chi parla avrà sicuramente studiato i casi anche di quelle sorelle e madri che hanno deciso in maniera del tutto libera ed autonoma di fare questo dono. Poi che esistano casi di sfruttamento nel mondo (ad es. in Messico come in India) ovvero dove c'è un preoccupante tasso di povertà è cosa certa, ma legata soprattutto a vuoti legislativi di altri paesi (come appunto l'Italia) dove quindi le coppie scelgono dove recarsi in base anche ai prezzi proposti!
 Ma soprattutto ci chiediamo se impedire in un paese la maternità surrogata possa impedire lo sfruttamento di donne in altri paesi dove è concessa!
E ancora ci chiediamo se una donna consapevolmente decide di fare un dono ad una sua parente, amica, ecc. perchè non può farlo?

Non abbiamo la verità in tasca, in ogni caso si può essere più o meno favorevoli alla surrogacy, ma nessuna e nessuno ha il diritto di imporre la sua propria visione sull'altra/altro, così come per l'aborto e l'annosa questione che ci vede ogni tre per due impegnate a "proteggere" un diritto che dovrebbe essere del tutto acquisito e una legge quale la 194/1978.

Noi come femministe non ce la sentiamo di pontificare e di scegliere per altre, voi sì?


giovedì 26 novembre 2015

La rete TOSCA: coordinamento dei Centri Antiviolenza della Regione Toscana



PRESENTAZIONE TOSCA


CENTRI CHE FANNO PARTE DI TOSCA:



#25Novembre ieri e sempre!

‪#‎25Novembre2015‬ Ieri mattina presso la Sala della Resistenza di Palazzo Ducale  con i ragazzi e le ragazze delle scuole superiori Pascoli e Toniolo di Massa, insieme per lavorare contro la violenza sulle donne! 

Ringraziamo l'associazione Scritture Femminili Memorie di donne, il Comune di Massa, le docenti coinvolte e soprattutto questi e queste ragazzi/e che hanno fatto dei lavori emozionanti e intensi.












Il percorso che è stato fatto in queste scuole durante tutto il mese di Novembre è stato breve, ma la soddisfazione più grande è stata quella di vedere come in così poco tempo questi/e giovani abbiano interiorizzato e capito l'importanza del tema trattato e che il 25 Novembre è certo una data simbolica, ma come sia necessario un lavoro quotidiano e costante.

In particolare sul lavoro quotidiano invitiamo a guardare questo bellissimo video realizzato dalla rete nazionale dei Centri Antiviolenza D.I.RE che ne è un'efficace sintesi:

Donne che aiutano le donne, lo spot nella giornata contro la violenza

Ogni anno 15mila donne vengono accolte nei 73 centri D.i.R.E (Donne in rete contro la violenza). Nello spot, lanciato in occasione del 25 novembre, giornata contro la violenza, la campagna per far sapere a chi è in difficoltà che una via d'uscita esiste.





martedì 24 novembre 2015

Presentazione VII Rapporto sulla violenza di genere 2015 della Regione Toscana

Oggi all'auditorium di Sant'Apollonia a Firenze è stato presentato il VII Rapporto sulla violenza di genere della Regione Toscana e TOSCA, il Coordinamento dei Centri Antiviolenza toscani di cui facciamo parte, era ben rappresentata da Anna Bainotti dell'Associazione Artemisia di Firenze:


Presentazione di Tosca 24 Novembre 2015
 Potete vedere la presentazione di TOSCA qui.


“Il rapporto sulla violenza di genere, giunto alla settima edizione, è uno strumento fondamentale, con la sua ricchezza di informazioni, per fare sempre più luce su un fenomeno assolutamente trasversale a ceto, cultura, classe di età delle donne, che altrimenti rischierebbe in buona parte di rimanere sotto traccia, e per agire sul fronte delle politiche di contrasto alla violenza di genere. Questo del resto è il compito attribuito all’Osservatorio Sociale Regionale dalla legge che nel 2007 lo ha istituito e dalle successive linee guida. Nella edizione di quest’anno viene poi approfondito un aspetto molto importante, cioè il tema delle vittime silenziose che assistono o subiscono la violenza domestica: i bambini”. Così l’assessore a diritto alla salute, sociale e sport Stefania Saccardi, commenta il settimo Rapporto presentato oggi nell’auditorium di Sant’Apollonia in concomitanza con la Giornata mondiale contro la violenza alle donne (che ricorre domani, 25 novembre). Per arrivare ad una descrizione e a una conoscenza del fenomeno sempre più dettagliate, il gruppo di lavoro dell’Osservatorio sociale sulla violenza di genere ha agito su più fronti e si è di volta in volta, di anno in anno, allargato a nuovi attori territoriali in un’ottica inclusiva e di coesione sociale: quella dei Centri antiviolenza, dei Consultori, delle Asl attraverso il Codice Rosa, dei Centri per uomini maltrattanti. “L’Osservatorio sta realizzando – aggiunge l’assessore al sociale – un complesso lavoro di monitoraggio e approfondimento, che cerca di coprire e completare l’orizzonte delle tematiche connesse alla violenza di genere, in linea con quanto sostenuto dalla Convenzione di Istanbul e ribadito nel Piano d’azione straordinario contro la violenza di genere. La messa in atto del Piano troverà una Regione pronta a rispondere alle sfide in esso contenute. Siamo convinti che sia importante studiare non solo i dati relativi alla dimensione del fenomeno, ma anche quelli inerenti alla risposta del sistema alla violenza sulle donne, intesa non come un problema di sicurezza, ma come evento che attiene ai modelli del rapporto tra i generi, tra le persone, che interessa strutturalmente i modelli sociali e culturali dei territori e che costa in termini di ben essere collettivo, sociale ed economico”.

 I dati dei Centri antiviolenza I dati delle 28 strutture, tra Centri antiviolenza e Centri/sportelli d’ascolto sulla violenza di genere, hanno confermato i risultati degli scorsi anni: seppur con alcune difficoltà legate alla chiusura di alcuni sportelli territoriali, i Centri si confermano punto di forza della rete contro la violenza accogliendo ogni anno oltre 2.500 nuove utenti (2.597 negli ultimi dodici mesi). Di qui l’importanza secondo l’assessore di mantenere attivi questi Centri, perché, come rilevato nelle diverse edizioni del Rapporto, rivolgersi ad un Centro antiviolenza facendo quei primi passi verso l’uscita dalla violenza, è una decisione su cui influiscono anche elementi di contesto, come la riconoscibilità dei Centri, la loro diffusione e relazione con il territorio. Dal 1° luglio 2009 al 30 giugno 2015 il numero totale di donne accolte è pari a 13.461. Donne di ogni classe di età, estrazione sociale e livello culturale (ci sono laureate e donne con al più la licenza media; casalinghe, operaie, impiegate o libere professioniste) per il 70% circa italiane, che si rivolgono ai Centri in cerca di informazioni e sostegno (ascolto, assistenza psicologica, consulenza legale, ma anche richiesta di protezione), per uscire soprattutto da situazioni di maltrattamento domestico. La violenza rilevata più frequentemente dai Centri è quella psicologica (81,8%), seguita da quella fisica (63,5%). Le donne straniere sono, in proporzione, più spesso oggetto di violenza fisica ed economica, mentre il mobbing e lo stalking sono diffuse soprattutto tra le italiane. E’ il partner (61%) il principale artefice della violenza, in modo particolare per le donne straniere (74,4%); solo nell’1,5% dei casi l’aggressore è uno sconosciuto. A tale proposito è da rilevare che la propensione alla denuncia (ha sporto denuncia poco più di una donna su quattro) è inversamente proporzionale alla “vicinanza” in termini di legame intimo-affettivo tra vittima e aggressore, variabile che condiziona l’atteggiamento delle donne ancor più della gravità fisica dell’atto.

 I dati di Consultori e Codici Rosa Le informazioni fornite dai Consultori e dai Codici Rosa differiscono per un aspetto non secondario: mentre i primi permettono di arrivare al livello di singola utente − nell’anno 2014 sono state 918 le donne seguite dai consultori per abuso e maltrattamento, di cui 121 ragazze con meno di 18 anni – l’attuale rilevazione regionale dei dati del Codice Rosa restituisce le informazioni solo per accesso. Manca quindi il dato relativo al numero di donne che si sono rivolte al servizio e restano aperti gli interrogativi sull’effettiva entità dell’utenza (quanti, ad esempio, tra i 2.257 accessi registrati dal 1° luglio 2014 al 30 giugno 2015 sono utenti uniche). Lavorare per poter arrivare al dato sulle singole utenti, individuando ad esempio le caratteristiche di quelle che hanno effettuato visite ripetute, potrebbe aiutare a capire ancora m eglio il funzionamento di un servizio così importante, che ha reso la Regione Toscana esempio e prototipo per i servizi sanitari degli altri territori. Va ricordato a tale proposito che l’esperienza toscana, a regime dal 2014 con l’estensione del progetto a tutte le Aziende Sanitarie e Ospedaliere della Regione, ha ispirato il progetto speciale nazionale Codice Rosa bianca, promosso dalla FIASO (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere), che vede come capofila la Toscana, attraverso l’Azienda USL di Grosseto. 

Femminicidio Il 2014 ha segnato purtroppo un calo d’attenzione, soprattutto da parte dei media, nei confronti dei “femminicidi”. E’ utile specificare che tale termine viene utilizzato nei casi in cui l’esito della violenza è la morte della donna, mentre per femminicidio si intende, più ampiamente, l’insieme di comportamenti violenti che portano alla morte della donna o tendono al suo annientamento fisico o psicologico. A una ridotta attenzione nei confronti di questo tema ha corrisposto un aumento delle donne uccise in Toscana nel 2014, arrivate a 12 (praticamente una al mese), dato in crescita rispetto al triennio precedente. Dal 2006 al 2014, in regione, il numero di vittime di femicidio è arrivato a 77, ovvero una ogni 46 giorni: in tutti i casi in cui l’autore è stato individuato viene evidenziata la natura “domestica&qu ot; di questi omicidi, avvenuti per mano di una persona che la donna conosceva: un partner, un ex, un pretendente respinto, un cliente, un figlio. 

Recupero uomini violenti Il Rapporto ha inoltre approfondito il lavoro svolto dai 4 centri che, in Toscana, si occupano di interventi di recupero degli uomini violenti, oltre a svolgere attività di sensibilizzazione rispetto al superamento degli stereotipi di genere. Nella nostra regione, nel 2014, sono stati 88 gli uomini che hanno intrapreso un percorso rivolto al cambiamento dei propri comportamenti violenti; nei primi sei mesi del 2015 tale numero è arrivato a 61, mostrando quindi una crescita di attenzione nei confronti di questi percorsi, cui gli uomini accedono in maniera volontaria o su spinta di altri soggetti, ad esempio la propria partner, lo psicologo, l’avvocato o uno degli attori della rete antiviolenza. Grazie al lavoro svolto dall’Osservatorio per questo Rapporto, in collaborazione con i 4 centri toscani che lavorano con gli uomini violenti, si è inoltre arrivati alla condivisione di una scheda unica di rilevazione, in grado di rilevare le informazioni sia per il primo accesso sia per la presa in carico. In questo modo, fin dal prossimo Rapporto verrà aggiunto un altro fondamentale tassello al sistema di raccolta dei dati sul fenomeno della violenza di genere in Toscana.

Violenza assistita Il tema della violenza assistita è stato affrontato per la prima volta in questo Rapporto. Si tratta di un tipo di violenza che passa attraverso l’esperienza diretta, indiretta, e/o percepita da parte del minore di atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative. Un ampio spazio è stato dedicato alla definizione del problema, all’individuazione di pratiche e modelli di intervento e allo studio dell’operato dell’unico Centro toscano – Artemisia – che ha al suo interno sia il settore donne sia il settore minori: una peculiarità importante per fornire supporto ai bambini vittime di un tipo di maltrattamento che per essere riconosciuto necessita della preliminare individuazione dell’esistenza della violenza domestica. Nel corso del 2014, il Centro ha seguito 111 nuovi casi riguardanti vittime di violenza assistita, cui si aggiungono 75 casi in carico dagli anni precedenti. I dati del Monitoraggio Interventi e servizi per minori e famiglie realizzato dal Centro regionale Infanzia e Adolescenza – Regione Toscana/Istituto degli Innocenti mostrano inoltre come, sempre nel corso nel 2014, tra i minori in carico ai servizi sociali toscani, 968 sono state vittime anche di violenza assistita.

Fonte: Regione Toscana
Leggi questo articolo su: http://www.gonews.it/2015/11/24/rapporto-sulla-violenza-di-genere-oltre-2500-nuove-utenti-ogni-anno-in-9-anni-sono-77-le-vittime-tutti-i-dati/Copyright © gonews.it

#25Novembre con le ragazze ed i ragazzi delle scuole.

Nell'ambito dell'iniziativa "Amore, Instabilità, Violenza" dal 7 Novembre si è aperta la mostra fotografica "Una storia di donne" sul tema della violenza domestica.


In questi giorni abbiamo fatto incontri con le classi delle Scuole Superiori di Massa "Toniolo" e "Pascoli" e domani in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne la mostra chiuderà con una bella iniziativa che si terrà presso la Sala della Resistenza a Palazzo Ducale dalle 10 alle 12.
I protagonisti e le protagoniste saranno proprio i/le ragazzi/e delle scuole che porteranno i loro lavori frutto della riflessione sul tema della violenza di genere partendo dalle rappresentazioni fotografiche e dagli incontri a scuola che abbiamo fatto con loro.

Siete tutte e tutti invitati a questa preziosa iniziativa perchè il futuro è nelle mani di queste/i giovani!




giovedì 12 novembre 2015

Liberi di Leggere. Sabato 14 a Massa

Sabato 14 dalle ore 15.00 saremo tutte e tutti LIBERI DI LEGGERE!

“Siamo dei genitori, degli insegnanti e degli educatori che hanno partecipato venerdì scorso all’incontro promosso dal Comitato Difendiamo i nostri figli nella chiesa di San Pio X a Massa.
Desideriamo esprimere pubblicamente la nostra preoccupazione per quanto abbiamo visto e ascoltato. La relatrice, la dottoressa Paola Biondi, ha condannato il lavoro svolto nella scuola pubblica per decostruire gli stereotipi di genere, operazione che sarebbe finalizzata, secondo la dottoressa Biondi, all’“abbattimento del sistema binario Maschile/Femminile, Uomo/Donna, Marito/Moglie, Padre/Madre da cui la realtà umana è costituita in ragione della differenza sessuale”, come si leggeva in una slide. Secondo la dottoressa si vorrebbero manipolare le coscienze dei bambini per annullarne l’identità sessuale in vista di una fantomatica omosessualizzazione della società.
Ad esempio raccontare una storia in cui una nonna guida un trattore e un nonno prepara una torta creerebbe nei piccoli confusione sulla propria identità sessuale.
Il tutto senza fare riferimento ad alcuno studio scientifico degno di questo nome.
Per questo motivo, la dottoressa ha invitato esplicitamente le famiglie a togliere i bambini dalla scuola pubblica, qualora avessero il dubbio che venisse passato un messaggio di questo tipo.
Avendo letto il progetto al centro di tante polemiche e avendo seguito il lavoro svolto a scuola dai nostri figli e dalle nostre figlie, noi siamo stati invece molto soddisfatti nel constatare che si lavora per rimuovere gli stereotipi che hanno impedito per esempio il voto alle donne in Italia fino al 1946 e che ne hanno interdetto l’accesso alla magistratura fino al 1963. Sono anche gli stessi stereotipi, peraltro, che per molto tempo hanno privato i padri della gioia della cura quotidiana dei propri bambini, compito femminile per eccellenza.
Per quanto riguarda l’importanza di un intervento di questo tipo nella scuola, le rilevazioni internazionali degli apprendimenti individuano proprio nella permanenza degli stereotipi di genere la causa della disparità dei risultati nelle prove delle materie scientifiche a sfavore delle ragazze, che si percepiscono come “inadatte” alla matematica.
Riteniamo quindi indispensabile che le Istituzioni, a ogni livello, continuino nel loro preziosissimo lavoro nella direzione del superamento degli stereotipi di genere, nel rispetto della Costituzione e della normativa vigente che prescrivono la rimozione di ogni ostacolo di tipo materiale e culturale alla piena realizzazione di ogni individuo nella società, a prescindere dal genere di appartenenza. “

lunedì 2 novembre 2015

Amore, instabilità e Violenza-Novembre 2015




Il programma completo dei due convegni di studio che si terranno il 6 e 7 Novembre presso la sala della Resistenza a Palazzo Rosso, Massa.

Con questi due convegni si introdurrà la Mostra fotografica "Una storia di donne" sul tema della violenza domestica che si chiuderà il 25 Novembre "Giornata mondiale contro la violenza sulle donne", giorno in cui si terrà un evento basato sulle storie di violenza rappresentate dalle foto esposte con le ragazze ed i ragazzi di alcune delle Scuole Superiori della nostra provincia.

venerdì 30 ottobre 2015

Come ve la spiego una cosa che non esiste?

Sappiamo che ormai l'essere esperte e competenti non conta praticamente più niente, sappiamo che è più facile lasciarsi trasportare da fanatismi e paure piuttosto che approfondire ed informarsi, ma noi siamo famose per non mollare mai e quindi proviamo a spiegarvi giusto due cose in merito a ciò che non esiste, ovvero quella che viene chiamata la teoria del gender.




Sono già state scritte caterve di parole in merito a quello che in quanto inesistente non avrebbe dovuto neanche meritare un punto su un foglio bianco, ma tant'è che qui si insiste e anche nella nostra provincia dopo la bambina ritirata da scuola perché in classe sono state lette due fiabe come "La principessa e il drago" e "Una bambola per Alberto" si è scatenato il dibattito.

Un susseguirsi di assurdità strumentalizzate da partiti politici e cattossessivi. Chiariamo subito che qua non c'entra un bel niente l'essere di un credo piuttosto che di un altro, qua si parla di pari dignità,  pari diritti e opportunità,  contrasto alle discriminazioni di ogni tipo e violenze, in special modo violenza sulle donne. Sì! Perché di questo si tratta, combattere stereotipi e pregiudizi che portano a discriminazioni legate soprattutto al sesso di appartenenza.

La visione stereotipata e sessista della società emerge tutta in questa contestazione fondata sul niente,  perché si sa che se sei femmina non puoi permetterti di sconfiggere un drago e salvare un maschio che si rivela anche un pochetto rammollito e se sei maschio si sa che non puoi permetterti la debolezza di esprimere i sentimenti e voler giocare con bambole mandando addirittura il messaggio che potresti essere un padre amorevole in futuro. Per i negazionisti del patriarcato (astenersi perditempo) invitiamo a leggere qui e qui come due dimostrazioni tra le tante che avremmo potuto dare.

Lasciamo che si continui a pensare la donna come colei che deve essere angelo del focolare e sottomessa e l'uomo come il macho che non deve chiedere mai e stigmatizziamo favole (chiaramente senza leggerle) che hanno l'intento di creare le basi per costruire una società migliore con uomini e donne che si rispettano, senza discriminazioni,  senza violenza, senza machismi e ghettizzazioni.

Preferiamo in effetti favole dove genitori abbandonano figli nei boschi, matrigne assassine, padri inesistenti o violenti, orchi che divorano bambini, bambine che vivono e dormono con 7 uomini nani, bambini sfruttati e malnutriti, bambino/burattino creato da un uomo solo e anziano per fargli compagnia e tante altre.

Non siamo certo qui a condannare tali favole, ma siamo sicure di poter affermare che nonostante si sia cresciute con esse né mangiamo bambini, né li abbandoniamo o sfruttiamo!

Liberiamo la mente e scopriremo che basarsi su paure infondate (e per la parte politica strumentalizzatrice, sfruttare l'ignoranza di alcuni ed alcune per portare acqua al proprio mulino), nuoce gravemente alla salute dei nostri figli e delle nostre figlie.




La fiaba incriminata letta dal Presidente della Regione Toscana Rossi

Se la principessa salva il principe è trauma infantile

"Nessuna fantomatica ideologia gender" le dichiarazioni del Presidente della Provincia di Massa Carrara Buffoni

domenica 25 ottobre 2015

Amore, Instabilità, Violenza. 6-7 Novembre 2015

Insieme all'associazione Scritture Femminili Memorie di Donne stiamo organizzando un Novembre 2015 denso di iniziative.

Il 6 ed il 7 si terranno due convegni e al termine dell'incontro del 7 ci sarà l'inaugurazione della mostra fotografica "Una storia di donne" sul tema della violenza domestica che si chiuderà con un evento il 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, tutto a Palazzo Rosso a Massa

Vi manterremo aggiornate/i sui vari programmi anche attraverso la pagina FB dedicata AmoreInstabilitaViolenza



giovedì 8 ottobre 2015

Alle morti annunciate diciamo BASTA!



Siamo a 92 femminicidi dal gennaio 2015, una donna uccisa ogni tre giorni per mano di un uomo, ex o compagno/marito. 
Quasi tutte le donne uccise avevano fatto denuncia, ma evidentemente NON basta!
 Non viene mai presa in seria considerazione la pericolosità di questi uomini che NON sono malati, ma astuti pianificatori che favoriti da una cultura patriarcale pensano di poter fare ciò che vogliono nei confronti di quella che per loro è una LORO PROPRIETA', un loro oggetto che nel momento in cui sfugge al potere/controllo e smette di voler subire diventa una COSA da eliminare! 
Questo è un appello che come Centro Antiviolenza lanciamo alle istituzioni ed alla società tutta, non lasciateci sole, non mettete in dubbio la paura della donna, gli anni di violenze subite, fate in modo che noi operatrici si possa lavorare al meglio, sosteneteci e non pensate mai al famigerato detto "tra moglie e marito non mettere il dito" , ma segnalate, interessatevi, informatevi, chiamate le Forze dell'ordine quando necessario o passate il numero del centro antiviolenza a donne che pensate stiano vivendo una relazione violenta!
 La violenza di genere riguarda tutte e tutti, non chiudete gli occhi, non fate finta di niente, siate consapevoli e non sottostimate mai, potreste aiutare donne in serio pericolo di vita.

Giordana aveva 20, aveva denunciato,  Ieri si sarebbe dovuta svolgere l'udienza preliminare ma era stata rinviata. 
È evidente che nessuno ha voluto vedere.


mercoledì 29 luglio 2015

La libertà è la nostra Fortezza! Firenze 28 Luglio 2015 #nessunascusa

#‎FIRENZE‬, MANIFESTAZIONE: 

LA LIBERTÀ È LA NOSTRA “FORTEZZA”


C’erano almeno 1500 persone alla manifestazione organizzata dall’associazione “Unite in rete” [...]http://www.controradio.it/la-liberta-e-la-nostra-fortezza/

Tra cui anche noi!




venerdì 24 luglio 2015

La libertà è la nostra fortezza! Martedì 28 ore 21.00 Firenze

La libertà è la nostra “fortezza”.

Ci riprendiamo la Fortezza perché …

-le motivazioni della sentenza di Firenze sono inaccettabili;
-questa sentenza ha leso l’autodeterminazione di tutte le donne;
-il processo è stato fatto alla ragazza e alla sua vita;
-vogliamo sapere perché la procura generale non ha fatto ricorso facendo scadere i termini.
-Riaffermiamo la nostra libertà: siano processati i violenti e non le vittime!

Non vogliamo essere giudicate per come ci vestiamo, per il nostro orientamento sessuale e i nostri comportamenti.

Troviamoci martedì 28 luglio alle 21,00 all’ingresso principale della Fortezza da Basso in piazza Bambine e Bambini di Beslan, Firenze.

Hanno promosso e aderito:

Unite in rete, Artemisia, TOSCA – Coordinamento toscano centri antiviolenza, Di.Re., Libere Tutte Firenze, Il Giardino dei Ciliegi, Collettivo DeGenerate, Azione gay e lesbica, IREOS, Libreria delle donne, Associazione Fiesolana 2b, Intersexioni,  ARCI Firenze e Toscana, Rete Genitori Rainbow, Coordinamento contro la violenza di genere e il sessismo, Coordinamento donne CGIL Firenze e Toscana, LeMusiquorum, Gruppo DDD, Laboratorio per la laicità, Rete donne SEL, Gruppo consiliare Firenze Riparte a Sinistra, on. Marisa Nicchi, sen. Alessia Petraglia, Daniela Lastri.

Altre adesioni

L’Altra Europa con Tsipras – comitato Fiorentino, Sì Toscana a Sinistra, Arcilesbica Firenze, Cristina Obber, …

Le adesioni sono aperte.

Inviate la mail di adesione a uniteinrete@gmail.com

Per vedere l’evento FB clicca QUI. 

Se vi fa piacere preparate cartelli e striscioni con le parole del testo e portate una pila.

giovedì 16 luglio 2015

Ieri la firma del protocollo antiviolenza della provincia di Massa Carrara

Ieri 15 Luglio 2015 nella sala della Resistenza della Provincia di Massa Carrara abbiamo siglato un protocollo d'intesa per la prevenzione ed il contrasto alla violenza di genere. Questa firma rappresenta l'atto conclusivo, dopo circa un anno di lavori, della creazione di una rete territoriale contro la violenza di genere.



Il protocollo d'intesa della task force creata dalla Prefettura di Massa Carrara ha visto diversi firmatari tra cui le forze dell'ordine, l'Azienda USL di Massa Carrara, la Prefettura, Il Comune di Massa, il Comune di Carrara e tutte le associazioni che a vario titolo si occupano di violenza di genere.
L'Associazione A.R.Pa. e il Centro Antiviolenza D.U.N.A. sono a tutti gli effetti un anello di questa importante rete. Questo è un altro piccolo tassello per il riconoscimento del nostro lavoro e delle nostre competenze nei confronti delle altre realtà che operano sul territorio.
La mattinata ha visto anche la presentazione dell'app S.H.A.W. (Soroptimist Help Application Woman) voluta fortemente dal Soroptimist International e sponsorizzata, a livello territoriale, dal Sorpotimist Club International di Apuania.
Questa app, scaricabile gratuitamente da internet, consente di accedere immediatamente al numero di emergenza 112, di chiamare il 1522 ovvero il numero antiviolenza nazionale e di avere i recapiti dei centri anitviolenza più vicini grazie alla geolocalizzazione.
Il Centro Antiviolenza D.U.N.A. è presente e contattabile anche attraverso questo importante e innovativo sistema.



giovedì 2 luglio 2015

Il Centro Antiviolenza D.U.N.A. dell'Associazione A.R.PA. entra ufficialmente in TOSCA il coordinamento dei centri antiviolenza della Toscana



Un altro importante traguardo per il Centro Antiviolenza D.U.N.A. gestito dall'Associazione A.R.PA.-Ass. Raggiungimento Parità di Massa

È di oggi la notizia che TOSCA - il coordinamento dei centri antiviolenza toscani – ha accettato la domanda di ammissione ed ha ufficialmente inserito il centro D.U.N.A. nella rete del coordinamento toscano.
TOSCA è il Coordinamento Toscano formato da Centri Antiviolenza autonomi della Toscana gestiti da associazioni di donne che affrontano il tema della violenza maschile sulle donne secondo l’ottica della differenza di genere, collocando le radici di tale violenza nella storica, ma ancora attuale, disparità di potere tra uomini e donne nei diversi ambiti sociali. TOSCA, che ad oggi è composta da 13 Centri Antiviolenza di tutta la regione Toscana la cui segreteria è presso il Centro Antiviolenza Artemisia di Firenze, è nata allo scopo di costituire una azione politica di rete che, partendo dall’esperienza maturata nelle diverse realtà locali, sia in grado di promuovere azioni volte ad un cambiamento culturale e di trasformazione nella nostra regione per quanto concerne il fenomeno della violenza maschile sulle donne e sui bambini/bambine.
Questo importante riconoscimento è il secondo traguardo raggiunto in meno di due mesi poichè ad aprile il Centro Antiviolenza D.U.N.A. è stato inserito anche nell'elenco del 1522 il numero nazionale di pubblica utilità antiviolenza.
Il lavoro instancabile di questi ultimi due anni ha portato a buoni risultati e i dati delle donne accolte associati all'attività di formazione e prevenzione lo dimostrano.
Siamo molto felici di vedere che il nostro lavoro venga riconosciuto e valorizzato anche dal Coordinamento Tosca perchè ci conferma che stiamo lavorando bene.

ATTIVITÀ DI ACCOGLIENZA
Il Centro antiviolenza D.U.N.A., gestito dall'Associazione A.R.PA., ha in carico ad oggi 86 donne , non solo del comune di Massa, ma provenienti anche dai diversi comuni della provincia e zone limitrofe.
L'età di queste donne va dai 19 ai 66 anni.
Il lavoro di rete tessuto sul territorio ha fatto del Centro D.U.N.A. Un punto di riferimento per le forze dell'ordine, il pronto soccorso, la Prefettura, il Se.RT, gli Ospedali di Massa e Carrara e alcune donne sono arrivate a noi direttamente chiamando il 1522.
Sono stati effettuati 152 colloqui nel 2014 e 138 nei primi mesi del 2015 per un totale di 290 colloqui e 27 consulenze legali.

Tipologie di violenza * e numero casi:
Violenza psicologica: 86
Violenza fisica: 57
Violenza economica: 27
Violenza sessuale: 33
Stalking: 26
Altro: 11
*N.B.: diverse donne che abbiamo in carico subiscono simultaneamente più di un tipo di violenza.
Tutte hanno subito violenza psicologica, spesso corredata da quella economica e la maggior parte ha subito minacce, anche di morte e maltrattamenti fisici come strattonamenti, percosse, tentativi di strangolamento, rottura di arti e violenza sessuale.
Molte hanno figli e/o figlie minori vittime di violenza assistita e/o diretta. Alcune sono già in carico alle assistenti sociali, ma non tutte sono state inviate a noi dal servizio.

ATTIVITA' DI ASCOLTO H 24
Abbiamo ricevuto 167 telefonate nel 2014 e 198 nei primi 5 mesi del 2015 al numero di servizio attivo 24 ore su 24 ore 377 699 4263 per un totale di 365 telefonate.
Alcune donne hanno chiamato al numero H 24 senza poi fissare un appuntamento, ma solo per avere informazioni e consigli per via telefonica e spesso anche per sms.
Abbiamo ricevuto varie telefonate dal Pronto Soccorso e siamo in costante contatto e collaborazione con le FFOO, in particolare con la Questura.
Il Centro Antiviolenza D.U.N.A.riesce a coprire tutti i giorni e ad essere operative 24h su 24h grazie alla passione e all'impegno delle tante operatrici volontarie che A.R.PA. ha formato e messo in campo.
I colloqui vengono sempre effettuati da due operatrici. Ogni mese cambia il turno di chi gestisce il telefono h24. L'operatrice che ha in gestione il cellulare di servizio redige schede, analoghe a quelle dei colloqui fisici, per ogni telefonata che riceve.
Ogni 15 giorni vengono fatte riunioni operative tra operatrici e di supervisione. La supervisione viene effettuata dal Centro Antiviolenza Frida Kahlo di San Miniato (PI), facente parte anch'esso del coordinamento Tosca e della rete nazionale dei Centri Antiviolenza D.I.RE .-Donne In Rete.

ATTIVITA' DI PREVENZIONE SUL TERRITORIO
Svolgiamo da anni attività di formazione nelle scuole del territorio e abbiamo vinto per il secondo anno consecutivo, su bando regionale di cui all’articolo 6 della l.r. 16/2009 (cittadinanza di genere) il progetto G.eA.-Genere E Antiviolenza, con abbiamo dato continuità al percorso intrapreso grazie anche al laboratorio antiviolenza M.E.L.A. e abbiamo portato avanti interventi volti alla prevenzione, protezione e sostegno delle vittime realizzando interventi formativi di secondo livello dal 31 gennaio al 14 marzo 2015 per rafforzare le competenze delle operatrici, formarne di nuove e diffondere una cultura di genere, antisessista, antidiscriminatoria e della non violenza, attraverso workshop tematici (21-28 Marzo 2015 e 11 -18 Aprile 2015) che hanno coinvolto tutta la cittadinanza perché tutte e tutti possano essere messi nella condizione di accrescere e superare barriere mentali imposte da una cultura distorta.
Nell'Aprile 2015 abbiamo realizzato il Progetto Comunicazione Differente attraverso un ciclo di incontri nelle scuole superiori del Comune di Massa sui temi della decostruzione del linguaggio sessista dei mass media e nei social network ed il rapporto tra questo e la violenza di genere.
Per quanto riguarda le attività di formazione, informazione e prevenzione abbiamo effettuato incontri e percorsi formativi sul tema della violenza di genere e della cultura sessista nelle seguenti scuole della provincia:
Istituto „Toniolo“ di Massa
Istituto Alberghiero "Minuto" di Massa
Istituto Salvetti e Barsanti di Massa
Liceo Socio-pedagogico "Pascoli" di Massa
Liceo Classico "Rossi" di Massa
Scuola Media Giorgini di Montignoso
Scuola Media Dazzi di Bonascola (Carrara)

Associazione A.R.PA. in breve
A.R.PA. è stata fondata nel Gennaio 2001 grazie all’incontro di un gruppo di donne residenti nella Provincia di Massa Carrara e della Spezia che, a seguito degli studi universitari in Antropologia, Giurisprudenza, Psicologia, Scienze Politiche e Scienze della Pace, si sono dedicate all’approfondimento delle tematiche di genere e delle politiche di pari opportunità, con un’intensa attività di ricerca e di sviluppo della rete tra i diversi soggetti pubblici e del privato sociale del territorio. Grazie alle competenze professionali maturate e partendo dalle rispettive esperienze personali, molte di noi infatti, sono impegnate nel volontariato, abbiamo deciso di lavorare insieme, coniugando il comune interesse per i diritti umani, declinati in chiave di laicità insieme ai principi di solidarietà sociale, condividendo ideali comuni volti alla diffusione di una cultura di genere, rispettosa delle differenze. Negli ultimi anni sono stati numerosi i progetti a difesa dei diritti umani delle donne, attraverso la realizzazione di azioni di contrasto alla violenza di genere insieme ad un’intensa e continua attività di comunicazione, informazione anche attraverso il nostro blog www.arparita.blogspot.it che è diventato un punto di riferimento per il territorio.