Sabato 14 dalle ore 15.00 saremo tutte e tutti LIBERI DI LEGGERE!
“Siamo dei genitori, degli insegnanti e degli educatori che hanno partecipato venerdì scorso all’incontro promosso dal Comitato Difendiamo i nostri figli nella chiesa di San Pio X a Massa.
Desideriamo esprimere pubblicamente la nostra preoccupazione per quanto abbiamo visto e ascoltato. La relatrice, la dottoressa Paola Biondi, ha condannato il lavoro svolto nella scuola pubblica per decostruire gli stereotipi di genere, operazione che sarebbe finalizzata, secondo la dottoressa Biondi, all’“abbattimento del sistema binario Maschile/Femminile, Uomo/Donna, Marito/Moglie, Padre/Madre da cui la realtà umana è costituita in ragione della differenza sessuale”, come si leggeva in una slide. Secondo la dottoressa si vorrebbero manipolare le coscienze dei bambini per annullarne l’identità sessuale in vista di una fantomatica omosessualizzazione della società.
Ad esempio raccontare una storia in cui una nonna guida un trattore e un nonno prepara una torta creerebbe nei piccoli confusione sulla propria identità sessuale.
Il tutto senza fare riferimento ad alcuno studio scientifico degno di questo nome.
Per questo motivo, la dottoressa ha invitato esplicitamente le famiglie a togliere i bambini dalla scuola pubblica, qualora avessero il dubbio che venisse passato un messaggio di questo tipo.
Avendo letto il progetto al centro di tante polemiche e avendo seguito il lavoro svolto a scuola dai nostri figli e dalle nostre figlie, noi siamo stati invece molto soddisfatti nel constatare che si lavora per rimuovere gli stereotipi che hanno impedito per esempio il voto alle donne in Italia fino al 1946 e che ne hanno interdetto l’accesso alla magistratura fino al 1963. Sono anche gli stessi stereotipi, peraltro, che per molto tempo hanno privato i padri della gioia della cura quotidiana dei propri bambini, compito femminile per eccellenza.
Per quanto riguarda l’importanza di un intervento di questo tipo nella scuola, le rilevazioni internazionali degli apprendimenti individuano proprio nella permanenza degli stereotipi di genere la causa della disparità dei risultati nelle prove delle materie scientifiche a sfavore delle ragazze, che si percepiscono come “inadatte” alla matematica.
Riteniamo quindi indispensabile che le Istituzioni, a ogni livello, continuino nel loro preziosissimo lavoro nella direzione del superamento degli stereotipi di genere, nel rispetto della Costituzione e della normativa vigente che prescrivono la rimozione di ogni ostacolo di tipo materiale e culturale alla piena realizzazione di ogni individuo nella società, a prescindere dal genere di appartenenza. “