Anastassìa Ossìpova (violino) e Sabine Bordigoni (voce) ci faranno fare un viaggio carico di emozioni, immerse in un flusso continuo di sentimenti di cui Cassandra (di Christa Wolf) sarà la protagonista con cui si interfacceranno via via le poetesse Alda Merini, Emily Dickinson, Wisława Szymborska, Marina Ivanovna Cvetaeva, Saffo.
Tema principale, la vita. Con tutto quello che comporta, compresa la morte.
In Cassandra si sviluppa una forte coscienza morale, la sua ribellione e opposizione agli inganni, ai vizi dell'orgoglio, alla fabbricazione di falsi pretesti per commettere e mantenere soprusi, alle false ragioni di stato per giustificare ogni oppressione e la guerra.
Tutto questo trova uno straordinario riscontro ai tempi d'oggi e si sviluppa nella costruzione di un dialogo immaginario tra donne di diverse epoche e diversi stili narrativi, dalla prosa alla poesia.
Cassandra conduce e le poetesse rispondono, riflettono, negano, dialogano appunto.
La femminilità di Cassandra oscilla tra il corpo e l'anima, come in Marina Cvetaeva. "Finalmente, dopo tanto tempo, ecco di nuovo il mio corpo. Ecco di nuovo la trafittura che brucia dentro. Ecco di nuovo il sentimento spossante, totale, per un essere umano." Corpo e sogni: "Cominciai a fare attenzione al mio corpo, che, chi lo avrebbe pensato, si lasciava governare dai sogni." Corpo e pensiero: "Il corpo imporrà il dominio sul pensiero". Corpo e anima: "Nel fondo più profondo; nell'intimo più intimo, là dove corpo e anima non sono ancora divisi e dove non giunge parola, né pensiero, seppi tutto".
La femminilità di Cassandra porta all'esame della sua diversità dagli uomini. Patriarcato e matriarcato.
Quello che ci travolge è la forza morale di Cassandra, la forza delle donne, che trova massima espressione nel dialogo immaginato ed immaginario con le poetesse.
La femminilità di Cassandra oscilla tra il corpo e l'anima, come in Marina Cvetaeva. "Finalmente, dopo tanto tempo, ecco di nuovo il mio corpo. Ecco di nuovo la trafittura che brucia dentro. Ecco di nuovo il sentimento spossante, totale, per un essere umano." Corpo e sogni: "Cominciai a fare attenzione al mio corpo, che, chi lo avrebbe pensato, si lasciava governare dai sogni." Corpo e pensiero: "Il corpo imporrà il dominio sul pensiero". Corpo e anima: "Nel fondo più profondo; nell'intimo più intimo, là dove corpo e anima non sono ancora divisi e dove non giunge parola, né pensiero, seppi tutto".
La femminilità di Cassandra porta all'esame della sua diversità dagli uomini. Patriarcato e matriarcato.
Quello che ci travolge è la forza morale di Cassandra, la forza delle donne, che trova massima espressione nel dialogo immaginato ed immaginario con le poetesse.
Lo spettacolo,che rientra nella serie di eventi intorno alla mostra di scultrici "Le Forme della Differenza" , oltre che a dare vita alle grandi donne della storia della letteratura internazionale, trasmette un messaggio potente "Tra uccidere e morire c'è una terza via: vivere".
In Eschilo Cassandra è stata l’amante di Agamennone, per questo Clitemnestra la odia: per la Wolf invece le donne sono nemiche fra loro quando non partecipano alla vita pubblica.
Lo aveva capito Cassandra a contatto delle donne che vivono nelle capanne e nelle caverne alle pendici del Monte Ida "Conversavamo molto la sera davanti al fuoco. Non cessavamo di imparare. Ciascuna dava all’altra il suo specifico sapere. Ci raccontavamo i nostri sogni, molte si meravigliavano di quanto essi ci rivelassero di noi. Ma spesso, per la verità quasi sempre, parlavamo di coloro che sarebbero venuti dopo di noi. Di come sarebbero stati. Se avrebbero conservato ancora notizia di noi. Se avrebbero fatto quello che avevamo trascurato, se avrebbero corretto quello che avevamo sbagliato. Ci rompevamo la testa per trovare il modo di lasciar loro un messaggio, ma non sapevamo scrivere. Incidevamo animali, esseri umani, noi stesse nelle caverne scavate nella roccia. Premevamo le mani l’una accanto all’altra nell’argilla morbida. Chiamavamo ciò, e ci ridevamo, eternarci. Ne risultava una festa del contatto, in cui era quasi naturale toccare e conoscere l’altra, le altre. Eravamo fragili. Dato che il nostro tempo era limitato, non potevamo sprecarlo con questioni secondarie. Così ci avvicinammo, giocosamente, come se ci fosse dato tutto il tempo del mondo, alla questione principale, a noi. Mi stupì che ogni donna, per quanto fossimo diverse tra noi, avvertisse che tutte stavamo sperimentando qualcosa, far avanzare una sottile striscia di futuro dentro l’oscuro presente che occupa ogni tempo."