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A.R.PA. è un ‘associazione di Promozione Sociale che nasce nel gennaio 2001 dall’incontro di un gruppo di donne impegnate nel contrasto alla violenza di genere, interessate all’approfondimento delle tematiche di genere e delle politiche delle pari opportunità.
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ARPA

sabato 11 ottobre 2025
#IosostengoDUNA con le AGENDE 2026 - La guerra non appartiene alla storia della donna - V. Woolf
giovedì 25 settembre 2025
ELEZIONI REGIONALI 2025 Lettera aperta di TOSCA - Coordinamento toscano dei centri antiviolenza - alle candidate e ai candidati
→Chiediamo che la lotta alla violenza sulle donne venga riconosciuta e inserita come prioritaria e trasversale nelle politiche regionali e che si porti avanti un'azione coordinata, organizzata e costante.→Chiediamo di potenziare le misure di sostegno al reinserimento lavorativo delle donne seguite dai centri antiviolenza ; di investire nella prevenzione primaria attraverso il sostegno ai programmi educativi nelle scuole e ai percorsi per adulti.→Chiediamo ampliamento e stabilità dei finanziamenti che permettano programmazione e riconoscimento adeguato del lavoro dei centri antiviolenza.
giovedì 15 maggio 2025
NO ad una Fondazione in ricordo di un femminicida. COMUNICATO STAMPA TOSCA
Non ci potrà essere un futuro senza violenza sulle donne se oltre alla forma delle cose non si cambia il contenuto.
"Provo stupore e rabbia. Il messaggio che passa confonde il femminicida con la vittima. Non si da abbastanza voce alla reale vittima di questa tragedia, mia sorella Elisa. Non è l’intenzione che ci indigna, ma il messaggio che ne deriva." (Elena Amato)
lunedì 12 maggio 2025
SERVIZI ANTIVIOLENZA: ATTENZIONE ALLE STRUTTURE NON AUTORIZZATE!
SERVIZI ANTIVIOLENZA: ATTENZIONE ALLE STRUTTURE NON AUTORIZZATE
Un appello alla corretta informazione in materia di contrasto alla violenza di genere
Il Centro Antiviolenza D.U.N.A.-Donne Unite Nell’Antiviolenza di Massa, gestito dall’Associazione A.R.PA., riconosciuto dal Dipartimento delle Pari Opportunità e regolarmente iscritto nell'elenco regionale toscano dei centri antiviolenza, ritiene doveroso informare la cittadinanza e le istituzioni locali in merito a un fenomeno preoccupante che si sta verificando sul nostro territorio: la proliferazione di presunti "servizi antiviolenza" privi dei requisiti minimi previsti dalla legge.
Informazioni essenziali per la sicurezza delle donne
La Regione Toscana, in conformità con l'Intesa Stato-Regioni e con la Convenzione di Istanbul, ha recentemente aggiornato (Decreto n. 8824 del 30-04-2025) l'elenco ufficiale dei centri antiviolenza e delle case rifugio autorizzati ad operare sul territorio regionale. Tale elenco, unitamente alla mappatura 1522 dei centri antiviolenza e delle case rifugio, rappresenta una garanzia fondamentale per le donne che necessitano di protezione e supporto qualificato.
Tra le nostre attività c'è anche quella di sensibilizzazione e nell’ambito di essa ci corre l'obbligo segnalare, con preoccupazione, la presenza nel territorio comunale di attività che si qualificano come "sportelli antiviolenza", o addirittura come gestori di "case rifugio", pur non essendo iscritte nell’elenco regionale, né inserite nella mappatura 1522.
Non si tratta di una questione di "concorrenza" tra servizi, ma di un problema di sicurezza pubblica: la violenza di genere è un fenomeno complesso che richiede competenze specifiche, formazione continua e protocolli operativi rigorosi. Un intervento inadeguato può mettere a rischio l'incolumità delle donne e dei loro figli.
Quando una donna trova il coraggio di chiedere aiuto, deve poter contare su un sistema di protezione qualificato e sicuro", dichiara l’ufficio legale del CAV DUNA. "La pubblicità ingannevole in questo ambito non è solo una violazione amministrativa, ma un potenziale pericolo per vite umane già in situazione di vulnerabilità".
Come riconoscere i servizi autorizzati
Per garantire la massima tutela alle donne vittime di violenza, ricordiamo che:
- I centri antiviolenza autorizzati sono inseriti nell'elenco regionale consultabile sul sito della Regione Toscana e nella mappatura 1522 consultabile sul sito del dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri
- Solo i servizi ufficiali possono riferirsi al numero nazionale antiviolenza 1522
- Le case rifugio, per definizione, sono strutture ad indirizzo segreto e mai pubblicizzate apertamente
Chiediamo alle autorità competenti di vigilare sul rispetto delle normative in materia e di intervenire tempestivamente per fermare pratiche potenzialmente dannose per le donne vittime di violenza.
Invitiamo inoltre i media a prestare particolare attenzione a questo tema, evitando di dare visibilità a soggetti non qualificati e contribuendo invece a diffondere informazioni corrette sui servizi antiviolenza ufficiali del territorio.
Il Centro Antiviolenza DUNA opera dal 2013 sul territorio ed è ufficialmente riconosciuto dal Dipartimento delle Pari Opportunità e dalla Regione Toscana. Risponde h24 al numero di servizio 377 6994263, collegato al numero nazionale 1522, offre servizi gratuiti di ascolto, accoglienza, consulenza legale e psicologica, orientamento al lavoro e ospitalità in case rifugio per donne vittime di violenza e loro minori.
giovedì 27 marzo 2025
Cosa è il patriarcato. Secondo incontro formativo presso l'Auditorium Ospedale Apuane 4 Aprile 2025 ore 10.00
Siamo liete di proseguire la collaborazione con l'Ospedale Apuane condividendo questo secondo importante momento di formazione e confronto che si terrà venerdì 4 aprile alle ore 10 nell'Auditorium Ospedale Apuane.
mercoledì 26 marzo 2025
Brutta...un successo!
Un piccolo riassunto in foto dell'incredibile spettacolo di ieri sera.
Una Cristiana Vaccaro impeccabile, ironica, divertente e profonda ha intrattenuto il pubblico sia la mattina che nella replica serale.
venerdì 14 marzo 2025
25 Marzo 2025 al Teatro Guglielmi va in scena BRUTTA. STORIA DI UN CORPO COME TANTI.
Siamo liete di invitarvi allo spettacolo Brutta. Storia di un corpo come tanti che si terrà il 25 Marzo al Teatro Guglielmi alle ore 21 per tutta la cittadinanza. Lo spettacolo verrà messo in scena nella stessa giornata alle ore 11 per le scuole.
domenica 9 marzo 2025
L(')OTTO MARZO 2025
Il rendiconto di genere 2024 dell’INPS fotografa, ancora una volta, un Paese in cui le donne restano bloccate in una condizione di svantaggio strutturale. Questa realtà non è solo una questione economica, ma la manifestazione di strutture di potere storicamente diseguali, che si traducono in violenza a discriminazione.
L’indipendenza economica non è solo una questione di diritto, ma una garanzia di libertà e protezione per ogni donna.
La consapevolezza e l’educazione sui propri diritti economici devono diventare parte integrante dell’educazione delle nuove generazioni.
Solo così è possibile arginare la violenza di genere, assicurando alle donne risorse sufficienti per lasciare situazioni di abuso.
L’impossibilità di gestire il proprio denaro può infatti trasformarsi in violenza economica, una forma di controllo che impedisce alle donne di avere autonomia finanziaria, obbligandole a dipendere dal partner.
In molte situazioni di abuso domestico, la mancanza di risorse economiche è uno degli ostacoli principali alla possibilità di lasciare una relazione tossica.
Bisogna parlare della condizione femminile, sostenere politiche di prevenzione e protezione, incoraggiare una cultura di rispetto e uguaglianza nelle scuole, nei luoghi di lavoro e in famiglia.
Solo così si potrà costruire una società più giusta, in cui ogni donna possa vivere libera dalla paura e dalla violenza, nella piena realizzazione delle proprie potenzialità.
In Italia nel 2024, sono state 107 le donne uccise da mariti o ex compagni, e nei primi mesi del 2025 le vittime sono già 8 e almeno altri 4 i tentati femminicidi riportati nelle cronache online di media nazionali e locali.
A livello internazionale, le guerre hanno ancora una volta evidenziato un altro aspetto della violenza contro le donne: aumentano esponenzialmente le denunce di stupro contro donne di tutte le età, dalle bambine alle più anziane.
La guerra infatti si dimostra da sempre un terreno di caccia per chi vede nel corpo delle donne un’arma di sopraffazione.
Mai come oggi l'8 marzo rappresenta dunque una data simbolica per rivendicare diritti che alle donne sono ancora negati, ed è per questo motivo che come Associazione ARPA siamo presenti al corteo.