Decreto femminicidio: “Non in mio nome”
8 ottIl dopo Paestum 2013 da cui vorremmo ripartire
Paestum non è stata uguale per tutte. L’indizione originaria, mirata in primo luogo a costruire un dialogo costruttivo tra femminismi diversi, situati in parole e pratiche diverse, ha fatto emergere lo iato che intercorre tra una presa di parola politica più spostata su ciò che accade fuori di noi e una presa di parola tesa a consolidare la pratica di relazione tra donne. Se è vero che il conflitto finale per alcune è stato un “colpo di spugna”, per molte altre è stato un far emergere la contraddizione, probabilmente troppo assopita nelle plenarie, con qualche punta di conflitto più esplicito nei tavoli.
Al di là del conflitto vorremmo continuare la discussione e vorremmo anche rilanciare il nostro desiderio, il nostro bisogno, di non far cadere nel nulla l’esigenza di molte, seppure non di tutte, di prendere parola pubblica sul decreto anti-femminicidio. Se le leggi non ci hanno mai riguardate è pur vero che oggi queste si consumano fino in fondo sui nostri corpi, ci usano come ci usa il neoliberismo. Pertanto, come venuto fuori anche in chiusa dell’assemblea, pubblichiamo qui questo appello a cui chiediamo di aderire come singole, associazioni, collettivi per continuare lungo questo crinale di presa di posizione diretta rispetto ai meccanismi di strumentalizzazione dei nostri corpi.
Il decreto 93/2013 in discussione in questi giorni in Parlamento per la conversione in legge, inserisce norme di contrasto al femminicidio con una forte impronta securitaria in un pacchetto in cui si dichiara la donna come un “soggetto debole” da tutelare da se stessa, tanto da toglierle anche il diritto di autodeterminazione nella possibilità di revocare la querela, e dando maggior potere al sistema di controllo poliziesco. Per questo e per tutto quello che si sta consumando sui nostri corpi, qui diciamo che tutto ciò non può essere fatto nel nome delle donne, di tutte e di ciascuna: “Non in mio nome”. Ed è da qui che vorremmo ripartire per il nostro “dopo Paestum”.
(oltre al blog di Paestum per aderire aspettiamo la vostra email a noinmionome@gmail.com)
Prime adesioni
Oria Gargano
Anna Simone
Luisa Betti
Milva Pistoni
Federica Giardini
Stefania Cantatore
Antonella Petricone
Anna Verdelocco
Lucia Ferilli
Vittoria Camboni
Viola Lomoro
Valeria Mercandino
Nicoletta Stellino
Teresa Di Martino
Eleonora Forenza
Roberta Paoletti
Giorgia Bordoni
Federica Castelli
Alessandra Chiricosta
Ingrid Colanicchia
Sabrina Di Lella
Teresa Di Martino
Alessia Dro
Serena Fiorletta
Angela Iamboglia
Gaia Leiss
Simona Pianizzola
Casa delle donne Lucha Y Siesta (Roma)