Massa,
25 novembre 2014 -
In occasione
della Giornata
internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne,
l'Associazione
A.R.PA.-Associazione
Raggiungimento Parità,
vuole sottolineare l'importanza del suo lavoro svolto al Centro Antiviolenza D.U.N.A.-Donne Unite Nell'Antiviolenza.
Perchè
per noi il 25 Novembre è ogni singolo giorno dell'anno?
Facciamo
mediamente due colloqui al giorno, abbiamo ricevuto al numero H24 137
telefonate
ed oggi abbiamo in
carico
53 donne
provenienti da tutto il territorio provinciale ed extra provinciale,
a
cui prestiamo in maniera del tutto volontaria i seguenti servizi
gratuiti: •
Accoglienza•
Ascolto
telefonico h 24•
Colloqui
su appuntamento•
Sostegno
nel percorso di fuoriuscita dalla violenza•
Assistenza
legale•
Consulenza
legale: civile, penale, minorile•
Consulenza
psicologica•
Gruppi
CAM (Conoscersi Attraverso il Movimento)- Metodo Feldenkrais•
Gruppi
di auto-mutuo aiuto•
Mediazione
linguistica•
Sportello
antistalking. Facciamo
inoltre attività
di
prevenzione e sensibilizzazione, orientamento e accompagnamento al
lavoro, attività di rete, raccolta ed elaborazione dati, raccolta di
materiale in tema di violenza, raccolta abiti usati per donne e
minori di tutte le età. Lavoriamo in sinergia con Forze dell'Ordine,
assistenza sociale, pronto soccorso, scuole e ad anno nuovo faremo
ingresso formale nella rete regionale dei Centri Antiviolenza TOSCA
con cui già collaboriamo
attivamente.
Perchè
è fondamentale il lavoro del Centro Antiviolenza D.U.N.A.?
Il
Centro
assicura protezione e sicurezza, empowerment e cambiamento sociale. È
un luogo di donne per le donne perché una donna che ha subito una
violenza da un uomo, nel momento in cui chiede aiuto, interpella
nell’altra una rappresentazione di se stessa. Il concetto di
violenza
contro le donne
ha a che fare con le relazioni di coppia, con le rappresentazioni
sociali dei rapporti di genere e con la disparità
di potere tra uomini e donne.
Quindi affrontare il problema della violenza sulle donne diventa
legittimo solo in un contesto che mette in discussione e parte dalla
subordinazione, sociale e culturale, all’uomo.
L’intervento
è di carattere
relazionale
o psico-sociale,
non
terapeutico in senso tecnico
e consiste in un percorso di colloqui a cadenza periodica e di durata
variabile, finalizzato al raggiungimento di obiettivi stabiliti con
la donna, secondo tappe concordate. Ci si basa
sul rafforzamento (empowerment)
dell'identità della donna, fondamentale per autodeterminarsi,
e sulla relazione tra donne che noi preferiamo chiamare
„sopravvissute“
e non „vittime“.
Per questo ci si avvale di personale esclusivamente
femminile
e specializzato
sul tema. È solo attraverso la relazione fra donne che si può
innescare un processo virtuoso di reciproco riconoscimento
e sostegno.
Alle donne non vengono offerte soluzioni precostituite, ma un
sostegno specifico e informazioni adeguate, affinché possano trovare
la soluzione adatta
a sé e alla propria situazione così da poter costruire
autonomamente
il proprio percorso
di uscita dalla violenza.
Fondamentali sono i servizi di reperibilità
H24
e la seria valutazione
del rischio
attuata attraverso strumenti riconosciuti a livello europeo.
Qual'è
la tipologia di violenza che più colpisce queste donne?
La
violenza
domestica
è la forma di violenza più diffusa,
gli
atti sono per la maggior parte dei casi gravi, una parte delle donne,
prima di rivolgersi al centro D.U.N.A., non considerava la violenza
domestica un reato
e alcune lo accettavano come un fatto
comune.
È quindi piuttosto facile capire come la violenza
nella sfera privata
rimanga spesso in gran parte invisibile
e sotto denunciata.
Tipologie
di violenza:
- psicologica – 24
- fisica – 27
- economica – 14
- sessuale – 6
- stalking- 14
- altro – 10
Da
considerare che diverse donne subiscono contemporaneamente più di
una tipologia di violenza.
Chi
sono le donne che si rivolgono al centro?
Nel 97%
dei casi
si tratta di donne che hanno subito violenza
in famiglia
dal proprio partner o ex, e sono donne che hanno subito violenza
fisica, psicologica, economica, sessuale e/o stalking. Provengono da
tutte
le classi sociali
e con differenti
livelli di istruzione
molte non hanno lavoro, mentre altre lo avevano ma sono state
costrette a lasciarlo perché il proprio partner non permetteva loro
di andarci. Tuttavia c’è da chiarire una volta per tutte che anche
l’indipendenza
economica
delle donne non
costituisce una garanzia di libertà
dalla violenza, vi sono meccanismi psicologici e culturali complessi
per cui una donna rimane con il partner violento.
Chi
è il maltrattante?
Il maltrattante è un uomo normale,
con una vita sociale e relazionale normale, nel
99% dei casi con un lavoro.
L’uomo violento per sfuggire alle proprie responsabilità e
mantenere il controllo sulla donna, tenta con qualunque mezzo di
favorire il suo silenzio
ma se non riesce ad ottenerlo attacca
la credibilità
della stessa: è pazza, non è vero, si è inventata tutto, mi vuole
rovinare perché le ho detto che non la amo più, e simili.
Chi
sono le operatrici del Centro D.U.N.A.?
Abbiamo
27
figure professionali esperte
in accoglienza, ascolto telefonico, assistenza legale e tutela
minori,
ascolto e approccio socio-culturale di genere, antropologia di
genere,
politiche del lavoro e valutazione delle competenze, counselor,
psicologhe, psicoterapeute, educatrici e pedagogiste, esperta in
fisioterapia, esperte in comunicazione di genere, progettazione e
mediatrici interculturali e linguistiche.
Quali
le attività di prevenzione e formazione?
Svolgiamo
da anni attività
di formazione
nelle scuole del territorio e abbiamo
vinto
per
il secondo anno consecutivo, il bando regionale di cui all’articolo
6 della l.r. 16/2009 (Cittadinanza di genere), con
il
progetto G.eA.-
Genere E Antiviolenza,
con cui daremo continuità al percorso intrapreso con il laboratorio
antiviolenza M.E.L.A. Il corso inizierà a fine gennaio e
realizzeremo
interventi formativi di secondo livello
per rafforzare le competenze delle operatrici, formarne di nuove e
grazie a quattro workshop tematici che coinvolgeranno tutta la
cittadinanza , vogliamo diffondere
una cultura di genere, antisessista, antidiscriminatoria e della non
violenza, perché tutte e tutti possano essere
messi
nella condizione di accrescere le proprie conoscenze e superare
barriere mentali imposte da una cultura distorta.