sabato 25 giugno 2016

Rosso di sera...stop alla violenza si spera! Il CAV DUNA in piazza.

Ieri sera, venerdì 24 giugno, abbiamo partecipato ad una manifestazione cittadina contro il femminicidio, "La notte dei drappi rossi", questo il contributo che abbiamo portato e letto in piazza:


A cosa serve chiamarlo femminicidio? La parola omicidio comprende già i morti di tutti i sessi!"
No!

La parola "femminicidio" non indica il sesso della morta.
Indica il motivo per cui è stata uccisa.
Una donna uccisa durante una rapina non è un femminicidio.
Sono femminicidi le donne uccise perché si rifiutavano di comportarsi secondo le aspettative che gli uomini hanno delle donne.
Dire omicidio ci dice solo che qualcuno è morto.
Dire femminicidio ci dice anche il perché.
Perchè girava da sola di notte?
Perchè indossava abiti sbagliati?
Perchè aveva deciso di bere un drink con uno sconosciuto?
Perchè aveva preparato una pasta scotta?
Perchè non era abbastanza carina?
Perchè era troppo carina?
No!

Perchè un uomo, e non un uomo malato di mente, ha deciso di abusare, picchiare e uccidere una donna che ha osato dire NO.
Non è amore criminale, non è delitto passionale, non è un raptus non è gelosia e non è troppo amore...è un femminicidio premeditato e pianificato che arriva dopo un lungo periodo di violenze e umiliazioni quotidiane.

Non sono state le scarpe rosse e non sarà un drappo rosso a fermare tutto questo, ma solo un lavoro culturale capillare e costante.

La parola chiave è prevenire perchè la violenza di genere è prima di tutto un problema culturale e strutturale della nostra società. Prevenire per noi è educarci tutte e tutti.
Prevenire per noi è educare le nuove generazioni al rispetto, educarli ad una figura della donna non come mero oggetto di cui disporre come si vuole, ma come persona.
Prevenire per noi è il nostro lavoro quotidiano al Centro Antiviolenza dove le donne vengono accolte, credute, ascoltate, sostenute e aiutate nel loro percorso di fuoriuscita dalla violenza.
Prevenire per noi è essere femministe.
Essere femministe significa essere inclusive e lavorare per una società più equa.
Essere femministe è necessario affinché ogni forma di discriminazione e violenza di genere venga abolita.

Noi operatrici del Centro Antiviolenza siamo formate in maniera puntuale sul tema e lavoriamo affinchè ogni donna possa condurre una vita libera, indipendente e dignitosa, attraverso servizi specifici e gratuiti per tutte quelle donne che non vogliono più subire violenze, maltrattamenti e stalking. Noi lavoriamo con le donne per le donne.

Tutto questo lavoro quotidiano è faticoso e difficile. A questo si aggiunge una scarsa attenzione al tema da parte della politica e delle istituzioni nazionali e locali, finanziamenti scarsi e discontinui e una sostanziale incapacità nel capire l'entità del problema. Infatti noi stasera siamo in piazza per un motivo sbagliato, siamo qui per le donne vittime di femminicidio che non ci sono più e non possono più dire la loro quando le donne in vita vittime di violenza e i centri anitiviolenza che lavorano al loro fianco vengono lasciati soli.

Quando ci sediamo al tavolo con gli altri centri antiviolenza toscani ci piacerebbe dire che anche noi possiamo dare ospitalità alle donne vittime di violenza con o senza figli minori ma, al momento attuale purtroppo non possiamo perchè dopo due anni di lavoro e una convenzione firmata con l'amministrazione comunale non è stato ancora individuato un immobile adatto per darci questa possibilità.

Nonostante tutte le difficoltà continuiamo a lavorare quotidianamente perchè sappiamo che è possibile aiutare le donne ad uscire dalla violenza.

È per questo motivo che abbiamo deciso di chiamare il nostro centro D.U.N.A.
Ovvero Donne Unite nell'Antiviolenza.