martedì 19 febbraio 2019

Una risata CI seppellirà!




Dopo la messa in onda sono arrivate critiche da più parti, soprattutto da parte di molte donne sensibili alle tematiche di genere, poiché -da ciò che si evince guardando il video- all’interno della famiglia Insigne-Darone si consuma una situazione di assoluta disparità fra i coniugi, e probabilmente molto di più.
Perciò, che cosa decide di fare Sebastian Gazzarrini (giornalista de Le Iene), una volta preso contatto con Genny, sua complice nello scherzo?
Capirà la probabile richiesta di aiuto e se ne farà carico? Renderà pubblico il malessere della donna affinché non si senta più sola? Analizzerà il problema in modo che anche il marito possa - nel magico mondo dei mini pony - rendersi conto di cosa provi questa donna a causa sua e magari guardarsi con occhi esterni (m a g a r i)?
Macché! Ma a chi interessano queste cose noiosissime... 
Gli ideatori dello scherzo decidono di ribaltare una situazione di violenza di genere dandola in pasto al grande pubblico, come? Con una sorta di sit-com in stile “Casa Vianello”, con tanto di risate fuori
campo a corredo di ogni azione esagerata e/o del tutto violenta.
Ma attenzione perché non finisce qui, riescono in un qualcosa di ancora più sottile:
Spostare lo sguardo dal marito sessista, alla tematica della “giustificata gelosia” e del “e fattela ‘na risata!”. Con un colpo di coda, fanno passare Genny dalla parte del torto, o quantomeno, a causa delle gag da Bagaglino, la rendono attaccabile. Il che porta gli spettatori ad empatizzare con un Insigne in preda agli ardori della gelosia più martellante (lo vediamo sudare e con il cuore a mille, povero...).
Una situazione talmente surreale da farci dimenticare il passaggio fondamentale e forse più raggelante nel racconto della donna: Le lacrime di Genny mentre, nel primo minuto, racconta in camera come è costretta a vivere a causa della possessività e “gelosia” del marito. Moglie devota e madre chioccia ma, a quanto traspare, non donna libera.
Eh già, perché Genny non può nemmeno permettersi di pubblicare un "buongiornissimo" qualunque su Facebook, né mettere una foto della colazione su Instagram, poiché il marito glielo vieta, “digli che tuo marito non vuole” dirà a più riprese nel video, con tanto di controllo costante e perpetuo del telefonino della compagna.
Pare, mettendo insieme i pochi frammenti di vita coniugale mostrati, che la donna esca solo ed esclusivamente per recarsi in palestra: luogo ameno e congeniale al calciatore che non deve chiedere mai e che, di tanto in tanto, dovrà “portare” il suo bel trofeo fuori all’aria aperta. E mica possiamo fare brutta figura accanto ad una donna un po’ sgualcita nel fisico (tanto dell’anima chissene...)? Giusto che si mantenga in forma ogni giorno, soprattutto con 2 figli, ma occhio agli sguardi altrui!! “Di te mi fido, degli uomini no...” Ripetuto tipo mantra dal buon Insigne.
In un periodo storico dove i femminicidi sono all’ordine del giorno, Le Iene ci mostrano un siparietto squallido, risate fuori campo sulla pelle di una donna che forse voleva soltanto essere capita e che si ritrova, suo malgrado, ad essere vittima di una macchina mediatica che sempre colpevolizza la donna, dietro il paravento di uno scherzo troppo fastidioso per chiunque; teatrino di mancanze di rispetto da parte di entrambi, difatti vediamo Genny che per goliardica complicità accetta mazzi di fiori da spasimanti bietoloni, chiamate a mezzanotte, offerte di lavoro dubbie e sessiste.
E’ a questo punto dell’analisi che ci domandiamo:

Perché non si è scelto semplicemente di mostrare la normalità, magari pure un po’
scherzosa, della famiglia Insigne Darone? 
Perché signori delle Iene non avete provato a proporre alla donna un lavoro qualunque, oppure ok, un lavoro da attrice (sempre per scherzo s’intende) ma privo di situazioni alla Benny Hill? 
Senza registi petulanti e con la bava alla bocca?
Credete forse che il risultato sarebbe stato molto diverso? 
Che gli scappellotti sarebbero stati mitigati ed il divano più caldo e accogliente? 
Che i bambini non avrebbero abbracciato la madre o proposto una camomilla al padre?
E gli insulti si sarebbero per caso tramutati in elogi all'indipendenza della compagna?
Pensate che i semi germogliati della violenza, del sessismo, del maschilismo becero, sarebbero di colpo marciti con una situazione meno ridicola e squallida?
O semplicemente questo non era il vostro gioco, perché di questo si trattava, di un giochetto: ma a danno e a favore di chi?
Probabilmente chi si occupa di violenza di genere, o chi naturalmente ha buon senso per comprendere certe dinamiche, una risposta ce l’ha già.
Quella stessa risposta che vigliaccamente avete tolto al popolo italiano, mostrando atteggiamenti che risultano fastidiosi all'interno di una coppia di persone che si presume si amino e rispettino (salvo diversi accordi di libertinaggio fra i partner), dando così voce alle esternazioni più troglodite e superficiali.
La “rivincita” di Genny, di cui Gazzarrini accenna nel presentare lo scherzo, è solamente un fendente che va a ferire e rivittimizzare sempre la stessa parte, per la quale probabilmente le cose non cambieranno, nella migliore delle ipotesi resteranno tali e quali.
Nonostante il vostro finale rosa fatto di baci, abbracci, risate e finta commozione.

Il senso voyeuristico e la noia portano davvero a ridere della violenza?

Vogliamo ringraziarvi a nome di tutte le donne e dirvi:
Per favore, continuate a farci ridere così… Una risata ci seppellirà!


di Giulia Lazzarotti